Nel profondo dell’Universo, a oltre 11 miliardi di anni luce da noi, si sta consumando uno spettacolo degno delle saghe più oscure della fantascienza: due galassie si affrontano in una collisione violenta, e una di esse utilizza un quasar come un’arma letale, trafiggendo l’avversaria con pura radiazione.

Questa incredibile scoperta, pubblicata sulla prestigiosa rivista Nature, è frutto di osservazioni congiunte effettuate dall’Atacama Large Millimeter/submillimeter Array (ALMA) e dal Very Large Telescope (VLT) dell’ESO, entrambi situati nel deserto cileno di Atacama.
Galassie che si scontrano come cavalieri medievali… ma con raggi gamma
Il team internazionale di astronomi, guidato da Pasquier Noterdaeme (Institut d’Astrophysique de Paris) e Sergei Balashev (Ioffe Institute, San Pietroburgo), ha ribattezzato il sistema osservato “duello cosmico”, ispirandosi ai tornei medievali: due galassie si sfiorano a 500 km/s per poi ritirarsi e colpirsi di nuovo… Solo che qui, le “lance” non sono di metallo, ma di radiazioni emesse da un quasar.

I quasar, per chi non lo sapesse, sono i nuclei attivi di alcune galassie, alimentati da buchi neri supermassicci e possono emettere una quantità di energia milioni di volte superiore a quella prodotta da un’intera galassia; in questo caso, il quasar ha letteralmente trafitto la galassia compagna, influenzandone la struttura interna in modo drastico.
Addio stelle: il quasar “sterilizza” la galassia colpita
Le osservazioni hanno rivelato che il bombardamento di radiazioni sta disgregando le nubi di gas e polvere, lasciando solo le regioni più dense e compatto e queste zone, però, non sono adatte alla nascita di nuove stelle: la galassia colpita rischia così di perdere quasi del tutto la capacità di formare nuovi astri. Una vera e propria sterilizzazione cosmica.

E mentre una galassia muore lentamente, l’altra evolve: il quasar, infatti, si alimenta proprio grazie al gas trasportato dalla collisione, amplificando ulteriormente il suo potere distruttivo.
La scienza che spinge oltre i confini del tempo
Il fenomeno osservato risale a un’epoca in cui l’Universo aveva solo il 18% della sua età attuale. Grazie a strumenti come X-shooter, montato sul VLT, gli astronomi sono riusciti ad analizzare la luce del quasar filtrata dalla galassia colpita, ottenendo dati dettagliatissimi sulla composizione e l’evoluzione del gas.
Ma questo potrebbe essere solo l’inizio. Secondo Noterdaeme, l’arrivo dell’Extremely Large Telescope (ELT) dell’ESO permetterà di esplorare altri scontri galattici simili con un dettaglio mai visto prima, aprendo nuove frontiere nella comprensione dei quasar e del loro impatto sulle galassie ospiti.