Recentemente, il cielo più buio dell’Italia peninsulare, precisamente a Manciano in provincia di Grosseto, è stato testimone di un evento astronomico senza precedenti. Grazie ai telescopi del Virtual Telescope Project, gli astronomi hanno potuto osservare e immortalare il quasar più lontano mai osservato alle lunghezze d’onda della luce visibile.
Un quasar, per chi non lo sapesse, è un nucleo galattico attivo formato da un buco nero supermassiccio in accrescimento. Il quasar in questione, noto con la sigla SDSS J114816.64+525150.3, dista da noi 12,9 miliardi di anni luce. Questo significa che la sua luce ha viaggiato verso la Terra per quasi 13 miliardi di anni, offrendoci uno scorcio dell’universo quando aveva meno di 900 milioni di anni.
Il quasar e il cielo di Manciano: un connubio perfetto
La scoperta è stata resa possibile grazie alla straordinaria qualità del cielo notturno di Manciano, privo di inquinamento luminoso, che ha permesso agli strumenti di raggiungere una precisione mai vista prima per un telescopio da 350 millimetri di apertura. Gianluca Masi, astrofisico e direttore scientifico del Virtual Telescope Project, sottolinea un interessante fenomeno cosmologico legato alla scoperta: il redshift.
Questo effetto fa sì che la radiazione elettromagnetica si sposti verso il rosso, più marcato quanto più l’oggetto osservato è lontano. Quasi tutta la luce di questo quasar è spostata nell’infrarosso, e solo una piccola parte rimane nel visibile.
Questa scoperta non solo amplia la nostra comprensione dell’universo primitivo, ma sfida anche la nostra capacità tecnologica di osservare e comprendere fenomeni cosmici a così grande distanza. E pensare che tutto questo è accaduto sotto il cielo di una piccola località italiana!