Nel vasto e misterioso teatro dell’universo, dove il tempo si estende oltre la comprensione umana e lo spazio si espande oltre i confini della nostra immaginazione, assistiamo a uno degli spettacoli più affascinanti che la natura possa offrire: la protostella, ovvero la fase di nascita di una stella.
Questo evento cosmico, che si svolge in lontane regioni dello spazio, è stato recentemente immortalato dal Telescopio Spaziale Hubble, una finestra aperta sull’infinito che l’umanità ha puntato verso il cielo notturno.
La nuova immagine catturata da Hubble presenta una collezione visivamente impressionante di gas interstellare e polvere, denominata RCW 7, questa nebulosa si trova a poco più di 5.300 anni luce dalla Terra nella costellazione di Puppis.
Le nebulose sono aree ricche del materiale grezzo necessario per formare nuove stelle, e sotto l’influenza della gravità, parti di queste nubi molecolari collassano fino a coalescere in stelle molto giovani e in via di sviluppo, chiamate protostelle, che sono ancora circondate da dischi rotanti di gas e polvere residui.
Dalla polvere alle stelle: il viaggio di una protostella
Le protostelle che si formano in RCW 7 sono particolarmente massicce, emettendo radiazioni fortemente ionizzanti e venti stellari feroci che hanno trasformato la nebulosa in una regione H II.
Le regioni H II sono piene di ioni di idrogeno, e mentre H I si riferisce a un normale atomo di idrogeno, H II è idrogeno che ha perso il suo elettrone diventando così un ione. La radiazione ultravioletta proveniente dalle protostelle massicce eccita l’idrogeno nella nebulosa, causandone l’emissione di luce che conferisce a questa nebulosa la sua soffusa luminescenza rosata.
La creazione di una regione H II segna l’inizio della fine per una nube molecolare come RCW 7, in soli pochi milioni di anni, la radiazione e i venti dalle stelle massicce disperderanno gradualmente il gas della nebulosa, ancor più quando le stelle più massicce termineranno le loro vite in esplosioni di supernova.
Le nuove stelle in questa nebulosa incorporeranno solo una frazione del gas della nebulosa, il resto si diffonderà attraverso la galassia per formare eventualmente nuove nubi molecolari
La protostella, una volta formata all’interno della nebulosa, non è ancora una stella a tutti gli effetti, è piuttosto un embrione stellare, che deve ancora iniziare il processo di fusione nucleare al suo interno, questo processo è il cuore pulsante di una stella, la fonte del suo potere e della sua luce.
Le protostelle sono oggetti estremamente caldi e densi, circondati da un disco di accrescimento –una struttura piatta, rotante composta da gas e polvere che continua a cadere sulla protostella, contribuendo alla sua crescita–.
Man mano che la protostella accumula massa dal disco, la pressione e la temperatura al suo interno aumentano fino a raggiungere il punto critico per l’innesco della fusione nucleare.
Il processo di fusione nucleare inizia quando gli atomi di idrogeno nel nucleo della protostella si fondono per formare elio, rilasciando enormi quantità di energia sotto forma di luce e calore. Questa energia è così intensa che esercita una pressione verso l’esterno, bilanciando la forza gravitazionale che tende a comprimere la stella, un equilibrio tra pressione interna e gravità che è noto come equilibrio idrostatico.
Una volta che una protostella raggiunge l’equilibrio idrostatico e inizia la fusione nucleare in modo sostenuto, si dice che è entrata nella sequenza principale della sua vita stellare.
La durata di una stella nella sequenza principale dipende dalla sua massa: le stelle più massicce bruciano il loro combustibile nucleare più rapidamente e hanno vite più brevi, mentre le stelle meno massicce possono rimanere nella sequenza principale per miliardi di anni.
L’Importanza del Telescopio Spaziale Hubble
Il Telescopio Spaziale Hubble ha giocato un ruolo cruciale nell’osservazione di questi fenomeni astronomici, lanciato nel 1990, Hubble ha rivoluzionato la nostra comprensione dell’universo grazie alla sua capacità di osservare oggetti celesti con una chiarezza senza precedenti.
Grazie a Hubble, gli astronomi possono studiare le protostelle e le nebulose in dettaglio, osservando processi che altrimenti sarebbero invisibili da Terra a causa dell’atmosfera che disturba e limita la visibilità.
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