Da sempre, Linux è considerato un sistema operativo sicuro, quasi invulnerabile ai virus e ai malware. Questo mito ha radici nel fatto che, rispetto a Windows, Linux è meno bersagliato dai criminali informatici, grazie alla sua architettura e alla gestione dei permessi.
Tuttavia, ogni anno che passa, le minacce a Linux stanno aumentando e, con esse, anche le evidenze che smentiscono la convinzione che Linux sia immunizzato da problemi di sicurezza e ad oggi, infatti, i malware per Linux sono diventati sempre più sofisticati, e i sistemi non protetti adeguatamente possono essere vulnerabili.
Cosa succederebbe se Linux avesse una protezione automatica simile a Windows Defender, sempre attiva e pronta a bloccare le minacce?
Il curioso caso Free Download Manager
Un esempio recente che dimostra quanto Linux possa essere vulnerabile a malware, nonostante la sua reputazione di “sistema sicuro”, è il caso di Free Download Manager (FDM), il quale per ben tre anni, il software di gestione dei download è stato infettato da un malware che passava inosservato agli utenti; la causa principale di questa lunga permanenza inavvertita del malware è stata la mancanza di una protezione automatica, come quella che troviamo su Windows con Defender, e l’assenza di scansioni regolari.
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Su Windows, infatti, la protezione in tempo reale è preinstallata e si attiva automaticamente all’avvio del sistema, mentre su Linux questa prassi non è ancora consolidata e in assenza di strumenti di protezione automatica, gli utenti devono fare affidamento su antivirus da installare e configurare manualmente, come ClamAV, e dovrebbero eseguire scansioni regolari per rilevare minacce.
Ma questo processo non è sempre semplice e richiede un certo livello di competenza tecnica, cosa che non è alla portata di tutti, specialmente per gli utenti meno esperti.
Linux sicuro e invulnerabile da virus? Un mito sempre meno vero ogni anno che passa
Il mito che Linux sia immune da virus e malware sta perdendo terreno di fronte alla crescente presenza di minacce informatiche mirate a questo sistema operativo ed oltre al caso di Free Download Manager, ci sono numerosi altri esempi che dimostrano come Linux non sia più il fortino inespugnabile che molti credono.
Tra i più noti, vi sono attacchi come quelli al Linux.Rex Botnet, un malware che ha sfruttato vulnerabilità nei server Linux per distribuire il ransomware; e ancora, nel 2020 è stato scoperto un malware chiamato Pony che rubava credenziali di accesso su sistemi Linux.
Questi sono solo alcuni degli esempi di come Linux, pur essendo generalmente meno preso di mira da attacchi di massa rispetto a Windows, non sia immune a minacce gravi e la sicurezza di Linux è in gran parte affidata all’utente, ma se non si presta attenzione a mantenere aggiornato il sistema e a utilizzare adeguate misure di protezione, le vulnerabilità possono essere sfruttate.
Protezione automatica su Linux, purtroppo ancora non c’è (almeno preinstallata)
A oggi, su Linux non esiste una protezione automatica simile a Windows Defender, che monitora costantemente il sistema in tempo reale e sebbene molte distribuzioni Linux siano dotate di strumenti di sicurezza di base, come firewall e sistemi di aggiornamento, la protezione contro i malware non è centralizzata e automatica.
Per ottenere una protezione simile, l’utente deve ricorrere a software antivirus da installare manualmente ed uno dei più noti è ClamAV, che è gratuito e open source, ma richiede che l’utente si occupi di configurarlo, eseguire scansioni regolari e aggiornare le definizioni dei virus manualmente.
Questo processo non è sempre intuitivo, e non tutti gli utenti sono in grado di farlo, soprattutto chi ha poca esperienza; esistono anche soluzioni a pagamento, come Sophos, Eset o Kaspersky, che offrono una protezione più avanzata, ma queste richiedono l’acquisto di licenze e una gestione centralizzata, il che non sempre si adatta alle filosofie open-source di molte distribuzioni Linux.
Perché potrebbe servire una protezione automatica su Linux in un prossimo futuro
Il caso di Free Download Manager e di altre minacce emerse negli ultimi anni dimostra che le vulnerabilità su Linux non sono un problema da sottovalutare e con il crescere della popolarità di Linux, soprattutto in ambienti aziendali, è sempre più probabile che venga sviluppato un sistema di protezione automatica in tempo reale, simile a quello di Windows Defender, per le distribuzioni Linux.
Sebbene al momento la filosofia di sicurezza di Linux sia incentrata sulla gestione manuale, il rischio di malware sempre più sofisticati potrebbe spingere le distribuzioni Linux a implementare soluzioni di protezione predefinite; una protezione automatica in tempo reale potrebbe essere particolarmente utile per gli utenti meno esperti, che spesso non hanno la competenza per configurare strumenti di sicurezza avanzati.
Su Android esiste una soluzione Linux-friendly: Hypatia, perché non replicarla su Linux?
Una soluzione interessante che dimostra come sia possibile integrare una protezione automatica su un sistema Linux-like è Hypatia, un sistema operativo basato su Linux progettato per Android. Hypatia offre un livello avanzato di protezione automatica, con strumenti integrati per rilevare e neutralizzare malware in tempo reale.
Se una soluzione di protezione automatica simile a quella di Hypatia è già stata sviluppata per Android, che è basato su kernel Linux, non sarebbe difficile replicare una tecnologia simile su Linux desktop; un’integrazione del genere su una distribuzione Linux potrebbe non solo aumentare la sicurezza, ma anche rendere più facile l’adozione di Linux per gli utenti che non sono esperti di sicurezza informatica.
Gli enormi vantaggi di una protezione automatica su Linux
L’integrazione di una protezione automatica in Linux, simile a Windows Defender, potrebbe portare numerosi vantaggi e per gli utenti meno esperti, sarebbe un grande passo verso una maggiore sicurezza senza la necessità di configurare e gestire strumenti di protezione.
Una protezione sempre attiva permetterebbe anche di rilevare e neutralizzare minacce in tempo reale, riducendo il rischio di infezioni da malware, ransomware e rootkit; inoltre, un sistema di protezione centralizzato e automatico potrebbe semplificare notevolmente l’uso quotidiano di Linux, permettendo a chiunque, indipendentemente dalle proprie competenze, di utilizzare il sistema con maggiore tranquillità.
Le case che producono antivirus: perché investono poco su Linux?
Nonostante il crescente interesse per Linux, le aziende di antivirus hanno tradizionalmente investito poco in soluzioni per questo sistema operativo; il motivo principale risiede nel fatto che, storicamente, Linux è stato meno preso di mira dai malware rispetto a Windows.
Molte distribuzioni Linux sono orientate all’open-source e alla personalizzazione, il ché rende più difficile creare soluzioni antivirus centralizzate che si integrino bene con la filosofia del sistema; tuttavia, con l’aumento delle minacce e la crescente adozione di Linux in ambienti aziendali e server, è probabile che in futuro anche le grandi aziende di sicurezza informatica comincino a concentrarsi maggiormente su Linux, portando soluzioni di protezione più robuste e automatizzate.
Sorpresa! Windows Defender si può installare su Linux, ma non ha la protezione automatica
Una sorpresa per molti è che Windows Defender può essere installato su Linux, grazie al progetto Microsoft Defender for Endpoint, che supporta alcune distribuzioni Linux, come Ubuntu, CentOS e Red Hat. Questo strumento offre una protezione avanzata contro malware e altre minacce informatiche; non si tratta di una protezione automatica sempre attiva come quella presente su Windows.
Microsoft Defender su Linux funziona principalmente come strumento di scansione manuale e rilevamento di vulnerabilità, ma non è progettato per fornire una protezione in tempo reale come su Windows e sebbene rappresenti un passo nella giusta direzione, l’assenza di una protezione automatica significa che gli utenti devono comunque avviare manualmente le scansioni, il ché limita l’efficacia del software come difesa continua contro le minacce.
In pratica, sebbene Windows Defender for Endpoint su Linux possa essere utile per utenti avanzati e professionisti, non può ancora sostituire una protezione automatica e in tempo reale che è ormai standard nei sistemi Windows e per ottenere un livello di sicurezza simile a quello che molti utenti Windows danno per scontato, sarebbe necessario un altro tipo di implementazione o un adattamento che possa integrare un sistema di protezione più attivo e automatico su Linux.
Conclusione
La protezione automatica su Linux, simile a Windows Defender, non è ancora una realtà preinstallata, ma con l’aumento delle minacce e la crescita dell’adozione di Linux, è probabile che nei prossimi anni questo cambiamento possa verificarsi.
Sebbene Linux offra un buon livello di sicurezza, la mancanza di una protezione automatica rende il sistema vulnerabile, soprattutto per gli utenti meno esperti. L’introduzione di una protezione in tempo reale potrebbe essere la chiave per portare Linux a un livello superiore di sicurezza, rendendo il sistema ancora più affidabile e accessibile a un pubblico più ampio.