Un nuovo studio condotto in Giappone, con al seguito una nuova ricerca, avrebbe accertato che i proprietari anziani di cani svilupperebbero un minor rischio di riscontrare disabilità.
Secondo lo studio, il ruolo di un animale domestico, in particolare del cane, nella vita di tutti i giorni delle persone anziane, e la sua conseguente cura, potrebbe portare effettivamente dei benefici al benessere del proprietario, dando fondamento alla proprietà in sé del cane collegandolo a un minor rischio di disabilità per i proprietari.
Sulla rivista PLOS ONE viene riportato lo studio, alla cui base c’è l’intervista ai rispettivi proprietari di cani e gatti, con il team che ha scoperto che i proprietari anziani di cani avevano quasi la metà delle probabilità di avere una disabilità rispetto alle persone che non avevano mai avuto un cane.
Ovviamente, come ogni qualsiasi studio, ci sono diversi fattori che devono essere considerati, come per esempio quelli sociodemografici e di salute, come per esempio lo stato civile, se il soggetto ha avuto malattie croniche o meno, quanta attività fisica viene svolta, etc.., cose che potrebbero influire in modo più o meno diretto sul risultato, tuttavia nonostante ciò la ricerca è rimasta valida, dimostrando inoltre che i proprietari anziani di cani che effettuavano attività fisica avevano un rischio ancora minore.
Le cause che hanno abbassato i rischi per i proprietari anziani di cani
Nello studio inoltre è stato appurato che ad influire non era il semplice fatto di avere un animale domestico, bensì di avere un cane, questo perché nello studio i proprietari di gatti non hanno avuto gli stessi risultati “benefici”.
Secondo gli autori, uno dei motivi è legato ai requisiti che bisogna avere per essere proprietari di un qualsiasi cane, ovvero quello di doverlo portare a sgambare e/o a fare i bisogni, pertanto rende i proprietari anziani di cani più attivi, riducendone la fragilità fisica e rendendoli, di fatto, più allenati.
A tal proposito, in una dichiarazione, Yu Taniguchi dell’Istituto nazionale per gli studi ambientali di Tsukuba, in Giappone, e colleghi hanno affermato:
“La proprietà del cane protegge dall’insorgenza della disabilità negli anziani. La cura quotidiana, la compagnia e l’esercizio di un cane da compagnia possono avere un ruolo importante da svolgere nell’invecchiamento di successo”
Per capire effettivamente il collegamento e capire la differenza tra proprietari anziani di cani e di altri pet, Taniguchi e i suoi colleghi hanno realizzato dei questionari su 11.233 adulti giapponesi di età compresa tra 65 e 84 anni, questionari nei quali hanno chiesto informazioni su dati demografici, disabilità e altri dati sanitari intercorsi nel periodo compreso tra giugno 2016 e gennaio 2020, per poi realizzare un’analisi statistica sui risultati ottenuti.
Gli stessi autori tuttavia ci tengono a precisare alcuni aspetti, infatti uno dei risultati “negativi” ottenuti da questo studio è che purtroppo, possedere un cane o un gatto, non riduce il livello di mortalità, sebbene altri studi abbiano dimostrato che avrebbero un’influenza sulle malattie cardiovascolari, tuttavia sebbene i cani potrebbero non influire sulla lunghezza della nostra vita, di certo ci potrebbero evitare complicazioni.
Come dicevo, la proprietà in sé del cane, combinata al bisogno di dover fare esercizio fisico regolare, potrebbero essere uno dei punti focali dello studio, e ciò potrebbe far sì che, in futuro, ci sia una popolazione anziana più sana e più proprietari anziani di cani.
Tra gli obiettivi del team, c’è quello di fare ulteriori studi su ciò che alimenta il vantaggio nell’avere un cane piuttosto che un altro animale domestico, sia a livello fisico che psicologico, inoltre vorrebbero esaminare questa correlazione in altri Paesi, così da capire se ciò è limitato al solo Giappone (e la sua cultura) o meno.
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