Per chi ha problemi di memoria dopo avere avuto un ictus ci sono importanti novità: una nuova ricerca sviluppata da un team di esperti del Dipartimento di Psicologia della NTNU in Norvegia ha infatti dichiarato che il problema può essere temporaneo.
I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica norvegese Nevropsykologi (Neuropsychology).
Problemi di memoria dopo un ictus: ecco cosa dice la ricerca
L’ictus è purtroppo un fenomeno diffuso in Norvegia, con circa 60.000 norvegesi che ne hanno subito uno. L’ictus può avere gravi conseguenze, ma non tutti ne sono colpiti allo stesso modo. Le persone colpite da ictus spesso sperimentano problemi di memoria e una ridotta capacità di apprendimento in seguito. Tuttavia, questo può essere temporaneo.
Un gruppo di studiosi sulle malattie vascolari (VaD) ha voluto fare chiarezza quali cambiamenti di memoria potevano osservare durante i primi tre mesi dopo un ictus. I dati sono stati raccolti presso il Dipartimento di Neurologia, Akershus University Hospital (Ahus).
“Ogni anno vengono ricoverati all’Ahus circa 1.000 pazienti con ictus. La percentuale di pazienti con ictus lieve è aumentata negli ultimi anni. Ma le conseguenze in termini di problemi di concentrazione, ridotta resistenza e cambiamenti nella funzione della memoria sono comuni anche nei pazienti con ictus lievi“, ha dichiarato Bente Thommessen, medico con un dottorato di ricerca, nonché primario di Ahus.
Queste conseguenze possono essere difficili da rilevare durante una breve degenza ospedaliera. Il follow-up da parte dei servizi sanitari specialistici più avanti nel processo è molto importante: “Abbiamo esaminato 86 pazienti con test neuropsicologici a una settimana e a tre mesi dopo un ictus relativamente lieve“, ha aggiunto Grambaite.
I pazienti con problemi di memoria a causa di un ictus hanno riacquistato la capacità di imparare e riconoscere le cose: “Ma alcuni sopravvissuti a un ictus continuano a soffrire di problemi di memoria e hanno bisogno di imparare a conviverci“, ha specificato Grambaite. L’ esperta ha studiato attentamente e seguito molti individui colpiti da ictus attraverso il suo lavoro presso il Dipartimento di Neurologia di Ahus, dove ha lavorato come neuropsicologa per diversi anni.
L’ictus è una delle più importanti cause di disabilità in Norvegia. Ogni anno, circa 11.000 pazienti sono colpiti da ictus in questo paese. Gli ictus sono spesso dovuti a un coagulo di sangue nel cervello ( infarto cerebrale ), ma circa il 10-15% dei casi è dovuto a un’emorragia cerebrale.
Nel sito del Ministero della Salute si legge, per quanto riguarda l’Italia: ” In Italia l’ictus è la seconda causa di morte, dopo le malattie ischemiche del cuore, è responsabile del 9-10% di tutti i decessi e rappresenta la prima causa di invalidità. Ogni anno si registrano nel nostro Paese circa 90.000 ricoveri dovuti all’ictus cerebrale, di cui il 20% sono recidive. Il 20-30% delle persone colpite da ictus cerebrale muore entro un mese dall’evento e il 40-50% entro il primo anno”.
“Solo il 25% dei pazienti sopravvissuti ad un ictus guarisce completamente, il 75% sopravvive con una qualche forma di disabilità, e di questi la metà è portatore di un deficit così grave da perdere l’autosufficienza. L’ictus è più frequente dopo i 55 anni, la sua prevalenza raddoppia successivamente ad ogni decade; il 75% degli ictus si verifica nelle persone con più di 65 anni. La prevalenza di ictus nelle persone di età 65-84 anni è del 6,5% (negli uomini 7,4%, nelle donne 5,9%)” .
“Ictus è un termine latino che significa “colpo” (in inglese stroke). Insorge, infatti, in maniera improvvisa: una persona in pieno benessere può accusare sintomi tipici che possono essere transitori, restare costanti o peggiorare nelle ore successive. Quando si verifica un’interruzione dell’apporto di sangue ossigenato oppure uno stravaso di sangue in un’area dell’encefalo, si determina la morte delle cellule nervose di quell’area. Di conseguenza, le funzioni neurologiche controllate da quell’area (che possono riguardare il movimento di un braccio o di una gamba, il linguaggio, la vista, l’udito, l’equilibrio o altro) vengono perse” .