Google ha annunciato i piani per attivare ufficialmente le sue iniziative Privacy Sandbox, precedentemente posticipate, mentre lavora gradualmente per deprecare il supporto ai cookie di terze parti nel browser Chrome.
L’iniziativa Privacy Sandbox di Google per tutelare la privacy degli utenti
A tal fine, il colosso delle ricerche e della pubblicità ha dichiarato di voler eliminare progressivamente i cookie di terze parti per l’1% degli utenti di Chrome a livello globale nel primo trimestre del 2024.
“Questo supporterà gli sviluppatori nell’eseguire esperimenti nel mondo reale per valutare la prontezza e l’efficacia dei loro prodotti senza cookie di terze parti“, ha dichiarato Anthony Chavez, vicepresidente di Privacy Sandbox presso Google.
Prima di implementare questo cambiamento, Google ha affermato di introdurre la possibilità per gli sviluppatori di terze parti di simulare il processo per un subset configurabile dei loro utenti (fino al 10%) nel quarto trimestre del 2023.
Google ha inoltre sottolineato che i piani sono stati progettati e sviluppati con la supervisione regolamentare e il contributo dell’Autorità britannica per la concorrenza e i mercati (CMA), che sovrintende all’attuazione per garantire che le proposte non favoriscano Google in modo imparziale.
Privacy Sandbox è un progetto a doppia azione per il web e Android che mira a limitare il tracciamento occulti eliminando la necessità di cookie di terze parti e identificatori incrociati tra le applicazioni, continuando comunque a fornire contenuti e annunci pertinenti nel rispetto della privacy.
Google, all’inizio di febbraio, ha iniziato a testare Privacy Sandbox su Android in versione beta su dispositivi mobili idonei con Android 13.
Le API di Privacy Sandbox, comprese le Topics, dovrebbero essere disponibili per tutti gli utenti senza la necessità di partecipare a una prova di origine in Chrome 115, prevista per una release alla fine di luglio 2023.
L’idea, in sintesi, è di inferire segnali d’interesse di larga scala (chiamati topics) sul dispositivo in base all’attività di navigazione degli utenti per un periodo di una settimana (chiamato epoch) e condividere tali informazioni con fornitori di tecnologie pubblicitarie per servire annunci mirati.
Si propone anche di dare agli utenti il controllo sui loro interessi in evoluzione, con le categorie selezionate per ogni epoch scelte casualmente tra gli argomenti più visitati durante quel periodo di tempo.
L’obiettivo di Google è di disabilitare completamente i cookie di terze parti in Chrome nella seconda metà del 2024, anche se l’azienda ha precisato che la tempistica potrebbe cambiare in base a discussioni, feedback e test con le parti interessate.
Alcune considerazioni
Negli anni Google sebbene sia usato da (quasi) tutti in un modo o nell’altro (anche indiretto), ha ricevuto molte critiche per la privacy e la profilazione degli utenti, questo potrebbe essere un passo avanti non indifferente per un “profilatore seriale” come Google stesso.
Va detto che è importante considerare come l’implementazione di Privacy Sandbox potrebbe influenzare l’esperienza di navigazione degli utenti. Mentre l’iniziativa mira a migliorare la privacy, potrebbe essere necessario monitorare attentamente l’impatto sulla velocità di caricamento delle pagine, sull’efficienza del targeting degli annunci e sulla personalizzazione dei contenuti.
Tra le altre cose c’è un curioso paradosso: sebbene Google non sia “amato” dalle comunità open source per la privacy, molti privacy browser di fatto basano il loro codice sorgente su Chromium, che è di casa Google.
Non essendo possibile prevedere il futuro, solo il tempo saprà dire a cosa porterà questa iniziativa, non ci resta che aspettare.