Privacy in pericolo a causa di attacchi hacker che, nelle ultime ore, sembrano essere nettamente triplicate sia per aziende pubbliche che private. Specialmente in Estonia dove il record è stato raggiunto il 17 agosto e sembra essere, ancora oggi, uno dei Paesi maggiormente colpiti. Bisogna trovare una soluzione per tutti coloro che sono in pericolo e che viaggiano spesso in rete, per questo motivo il sottosegretario per la trasformazione digitale del governo, Luukas Ilves, ha messo a disposizione tutti i dettagli degli attacchi subiti per mettere in guardia.
Da come risulta, ogni tipo di organizzazione, pubblica o privata in Estonia, ha subito un attacco dalla media fino al livelli ben più alti di pericolosità. E questo porta spesso a chiedersi se gli utenti siano veramente informati sull’argomento per evitare certi tipi di truffe. Per questo motivo è stato reso pubblico l’attacco su vasta scala, in modo da sensibilizzare i cittadini. A muoversi è stato anche Claudio Contini, amministratore delegato di DigitalPlatforms: azienda costruttrice di soluzioni legate all’Internet of Things (IoT).
Privacy: bisogna aggiornarsi sulle nuove truffe online
“Quattro anni fa la cybersecurity applicata agli oggetti era materia per convegni tra addetti ai lavori. Adesso digitalizzare le infrastrutture e metterle in sicurezza è diventato fondamentale. Per questo è necessario non solo digitalizzare gli oggetti fisici, ma anche pensare a come metterli in sicurezza fin dalla loro progettazione. Questa è la nostra missione.” ha dichiarato Claudio Contini in un’intervista a Forbes.
Viene portato all’interesse del pubblico, quindi, il modello di sicurezza messo in pratica da chi si occupa di gambling nelle varie città italiane: aziende incentrate nel gioco pubblico e legale. La loro difesa risulta essere ben solida non solo per i dati di chi lavora all’interno dell’azienda, ma anche dei giocatori che utilizzano coordinate bancarie, movimenti finanziari e altro. Il tutto è stato basato sull’Intelligenza Artificiale e sui protocolli di ultima generazione che moltissime organizzazioni italiane ancora non riescono ad accederci per proteggere la propria privacy.