Commonwealth Fusion Systems (CFS) ha dichiarato che inizierà la costruzione della prima centrale a fusione nucleare “grid-scale” vicino a Richmond, Virginia. Un progetto ambizioso, che punta a rivoluzionare il settore energetico con una tecnologia che, finora, è rimasta più nel campo della teoria che della pratica.
L’obiettivo: alimentare 150.000 case
Secondo CFS, la centrale produrrà 400 megawatt di energia, sufficienti per alimentare circa 150.000 abitazioni. La costruzione dovrebbe essere completata entro i primi anni del 2030, grazie a un investimento multimiliardario.
Dennis Whyte, cofondatore di CFS e professore al MIT, ha definito l’iniziativa “un momento storico per la fusione,” affermando che potrebbe segnare l’inizio della costruzione di migliaia di centrali simili in tutto il mondo.
Prima centrale a fusione “Grid-Scale: una tecnologia ancora da dimostrare
Nonostante l’entusiasmo, la fusione nucleare rimane una sfida scientifica enorme. Finora, nessun reattore ha prodotto più energia di quella necessaria per avviare la reazione.
CFS non ha ancora completato la costruzione del suo primo piccolo reattore SPARC, progettato per dimostrare la fattibilità della fusione netta. L’obiettivo è generare il primo plasma nel 2026, ma molti esperti rimangono scettici sulla possibilità di scalare il progetto.
I rischi di un progetto ambizioso
La strada verso la fusione commerciale è irta di ostacoli. Nel 2022, il Lawrence Livermore National Laboratory ha annunciato di aver ottenuto un guadagno netto di energia utilizzando un sistema laser, ma la quantità prodotta era appena sufficiente per far bollire un paio di bollitori. Scalare questa tecnologia per alimentare una rete elettrica rimane un’enorme sfida.
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