Hai presente quando senti odore di pizza nell’aria? Bene, al Pentagono può voler dire che sta per scoppiare un conflitto. No, non è uno scherzo. A quanto pare, il numero di ordini di pizza nei dintorni del quartier generale della Difesa americana può anticipare eventi bellici su scala globale. Un indicatore improbabile? Forse. Ma funziona.
La teoria del Pizza Index: tutto parte da Arlington
Da qualche mese a questa parte, un account su X (ex Twitter) chiamato Pentagon Pizza Report sta tracciando in tempo reale l’attività dei punti Domino’s, Papa John’s e simili nei pressi del Pentagono, sfruttando semplici strumenti come Google Maps e il suo famigerato indicatore “più affollato del solito”.
Risultato? Ogni volta che si registrano picchi improvvisi negli ordini, puntualmente – nel giro di poche ore – parte un attacco, scoppia una crisi diplomatica o si muovono truppe. L’ultima? L’attacco israeliano su larga scala contro l’Iran. L’indicatore di Domino’s era bollente già prima di mezzanotte.
Coincidenze? Forse no.
Pizza e geopolitica: una storia che parte dagli anni ‘80

Non è un fenomeno nuovo. Già nel 1990, la sera prima dell’invasione del Kuwait da parte dell’Iraq, il quartier generale della CIA ordinò 21 pizze in una sola notte, un record. La notizia all’epoca fece il giro delle redazioni e il giornalista Wolf Blitzer di CNN non la prese alla leggera: “Bottom line for journalists: always monitor the pizzas.”
In effetti, il “Pizza Index” è più vecchio di Google Maps, ma con la tecnologia odierna tutto è più evidente. Oggi basta dare un’occhiata all’app di Google per vedere se il Papa John’s di Arlington è “più affollato del solito”. E se lo è, magari tieni d’occhio i telegiornali.
Pizza, turni notturni e bunker operativi
Ma perché proprio la pizza? Facile: è veloce, non richiede formalità, si può mangiare in riunione, è perfetta per alimentare lunghe notti davanti ai monitor. Quando il Pentagono si prepara a una crisi, i team di analisi, comando e logistica iniziano a lavorare h24. E indovina qual è il cibo da guerra preferito?
Ecco allora che aumentano le consegne, i rider iniziano a vedersi assegnare ordini multipli nella stessa zona e Google se ne accorge.
Non serve una fuga di notizie top secret: a parlare sono mozzarella, cartoni unti e chilometri percorsi in scooter.
Domino’s come sistema d’allerta?
Prima di entusiasmarsi troppo: no, non esiste un algoritmo ufficiale che trasforma le statistiche di Domino’s in previsioni geopolitiche. Ma il pattern c’è, ed è stato notato da più osservatori indipendenti, da giornalisti di testate serie (The Economist, CNN, Bloomberg) fino ad analisti OSINT su X.
In pratica: se nella notte un locale vicino al Pentagono sta lavorando come fosse sabato sera, c’è qualcosa che bolle in pentola. E non è solo salsa di pomodoro.
I limiti della teoria (perché sì, ce ne sono)
Ovviamente, correlazione non è causalità. Non è che ogni volta che il generale ordina una margherita parte un attacco. Ci sono briefing di routine, esercitazioni, falsi allarmi. Senza contare che gli algoritmi di Google non sono perfetti.
Ma il punto è un altro: in un mondo iperconnesso, anche i segnali più banali possono raccontare qualcosa di grosso. E la pizza, in tutto questo, è diventata una forma di “intelligence non ufficiale” che parla chiaro.
Una provocazione per riflettere
Che sia una curiosità buffa o un sintomo della trasparenza involontaria del mondo moderno, il Pizza Index fa riflettere. Per quanto tu possa blindare una struttura militare, i bisogni umani – fame inclusa – restano visibili. E Google osserva. Sempre.
Nel frattempo, il consiglio è uno solo: se stai vicino al Pentagono e vedi tre rider in fila con gli zaini pieni alle 23:00… forse è il caso di tenere acceso il telegiornale.
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