PILLSID (PILl-refiLled impiantato System for Intraperitoneal Delivery) è un nuovo dispositivo robotico completamente impiantabile ricaricabile attraverso pillole magnetiche ingeribili che trasportano l’insulina. Una volta ricaricato, il dispositivo agisce come un sistema di microinfusione programmabile per un preciso rilascio intraperitoneale. (1)
Il dispositivo è stato sviluppato da un team di ricercatori italiani.
PILLSID potrebbe rivoluzionare il modo in cui i pazienti colpiti da diabete di tipo 1 possono accedere ad una fonte di insulina in modo del tutto innovativo.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science Robotics .
PILLSID: ecco come funziona
I pazienti colpiti da con diabete di tipo I non sono in grado di produrre insulina; quindi, per rimanere in vita, devono introdurla esogenamente nei loro corpi. Attualmente ci sono le opzioni principali non si possono definire ottimali poiché provocano dolore e talvolta possono essere responsabili di infezioni. In questo nuovo studio, i ricercatori hanno creato un tipo particolare di dispositivo per l’insulina impiantabile e che può essere ricaricato ingerendo piccole capsule.
Per permettere a PILLSID di rimanere stabile nel corpo e per consentire la ricarica interna, i ricercatori l’hanno collocato in una cavità intestinale adiacente a una parte dell’intestino crasso. Hanno quindi aggiunto magneti e motori per catturare una capsula mentre si muove attraverso l’intestino. Una volta catturata, la capsula, essa viene ruotata automaticamente dai magneti per allinearla correttamente con il dispositivo. Successivamente, un ago fuoriesce dal device, attraverso l’intestino e nella capsula. PILLSID quindi preleva l’insulina dalla capsula in una banca di stoccaggio.
Una volta che la capsula è esaurita, l’ago si ritrae e la capsula continua il suo viaggio attraverso l’intestino fino ad essere espulsa naturalmente. PILLSID rilascia lentamente insulina nella cavità intestinale, consentendone l’assorbimento nel flusso sanguigno, dove viene utilizzata dall’organismo per gestire i livelli di glucosio. La batteria del dispositivo viene caricata in modalità wireless attraverso la pelle.
I ricercatori hanno scoperto che il dispositivo ha funzionato come previsto nei suini di prova, ma specificano che è necessario più lavoro per stabilizzare il sistema prima che possa essere testato sugli esseri umani.
Sarebbe una cosa positiva, da portatore di microinfusore sarei disposto a provare questo nuovo impianto
Mi sembra troppo complicato e fantascentifico certo se fosse meno inquietante forse per i ragazzi e bambini sarebbe una soluzione, io non sarei disposta a fare da cavia.Diabete T1 da 35 anni meglio le penne più sicure e meno complicate
Sono diabetica t1 e mio figlio è sulla buona strada: per lui e per i troppo numerosi bambini con questa patologia (molto più invalidante di quel che si pensi) sarei disposta a fare da cavia!
Magari…
L’ho proverei subito io sono disponibile
La differenza tra microinfusore e questo sistema è quella dell’approvvigionamento dell’insulina, che non avviene più tramite catetere. Per la gestione del rilascio dell’insulina immagino che gli algoritmi siano gli stessi dei microinfusori, ossia che hanno bisogno di input umani. La frase “rilascia lentamente insulina nella cavità intestinale, consentendone l’assorbimento nel flusso sanguigno” non mi pare esatta. O dico una sciocchezza?
Buongiorno Andrea, il testo della ricerca dice: “The pump slowly releases insulin into the gut cavity…”. Se conosce una traduzione più appropriata sarò felice di prenderla in considerazione. Un caro saluto.
D.
20 anni di diabete di cui 14 con microinfusore.
Sinceramente farei volentieri da cavia.