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Scienza

PILLSID: il dispositivo completamente impiantabile per somministrare l’insulina

Denise Meloni 4 anni fa 8 commenti 3
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PILLSID (PILl-refiLled impiantato System for Intraperitoneal Delivery) è un nuovo dispositivo robotico completamente impiantabile ricaricabile attraverso pillole magnetiche ingeribili che trasportano l’insulina. Una volta ricaricato, il dispositivo agisce come un sistema di microinfusione programmabile per un preciso rilascio intraperitoneale. (1)

Pillsid
Panoramica della sequenza operativa pillsid.  (a) la capsula caricata con il farmaco viene ingerita dal paziente (1) e fatta avanzare passivamente lungo l’apparato digerente (2).  quando la capsula raggiunge l’ansa interfacciata con la sacca extraperitoneale contenente il dispositivo, viene agganciata magneticamente (3).  (b) la capsula viene quindi perforata dall’ago retrattile e il farmaco contenuto nella pillola viene trasferito nel serbatoio del dispositivo impiantato.  (c) l’aggancio può quindi essere disattivato per consentire il passaggio naturale della capsula attraverso l’escrezione (da 4 a 6).  una volta ricaricato, il dispositivo impiantato funge da pompa di microinfusione per il rilascio intraperitoneale del farmaco (7).  la ricarica wireless della batteria (8) e la comunicazione basata su bluetooth con l’impianto (9) consentono una maggiore durata, una programmazione sicura del dispositivo e lo scambio di feedback.  credito: science robotics (2021).  doi: 10. 1126/scirobotics. Abh3328

Il dispositivo è stato sviluppato da un team di ricercatori italiani.
PILLSID potrebbe rivoluzionare il modo in cui i pazienti colpiti da diabete di tipo 1 possono accedere ad una fonte di insulina in modo del tutto innovativo.

Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Science Robotics .

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PILLSID: ecco come funziona

I pazienti colpiti da con diabete di tipo I non sono in grado di produrre insulina; quindi, per rimanere in vita, devono introdurla esogenamente nei loro corpi. Attualmente ci sono le opzioni principali non si possono definire ottimali poiché provocano dolore e talvolta possono essere responsabili di infezioni. In questo nuovo studio, i ricercatori hanno creato un tipo particolare di dispositivo per l’insulina impiantabile e che può essere ricaricato ingerendo piccole capsule.

Pillsid

Per permettere a PILLSID di rimanere stabile nel corpo e per consentire la ricarica interna, i ricercatori l’hanno collocato in una cavità intestinale adiacente a una parte dell’intestino crasso. Hanno quindi aggiunto magneti e motori per catturare una capsula mentre si muove attraverso l’intestino. Una volta catturata, la capsula, essa viene ruotata automaticamente dai magneti per allinearla correttamente con il dispositivo. Successivamente, un ago fuoriesce dal device, attraverso l’intestino e nella capsula. PILLSID quindi preleva l’insulina dalla capsula in una banca di stoccaggio.

Una volta che la capsula è esaurita, l’ago si ritrae e la capsula continua il suo viaggio attraverso l’intestino fino ad essere espulsa naturalmente. PILLSID rilascia lentamente insulina nella cavità intestinale, consentendone l’assorbimento nel flusso sanguigno, dove viene utilizzata dall’organismo per gestire i livelli di glucosio. La batteria del dispositivo viene caricata in modalità wireless attraverso la pelle.

I ricercatori hanno scoperto che il dispositivo ha funzionato come previsto nei suini di prova, ma specificano che è necessario più lavoro per stabilizzare il sistema prima che possa essere testato sugli esseri umani.

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8 commenti 8 commenti
  • Avatar di francesco paolo Francesco Paolo ha detto:
    Agosto 20, 2021 alle 22:16

    Sarebbe una cosa positiva, da portatore di microinfusore sarei disposto a provare questo nuovo impianto

    Rispondi
    • Avatar di concetta Concetta ha detto:
      Agosto 31, 2021 alle 15:59

      Mi sembra troppo complicato e fantascentifico certo se fosse meno inquietante forse per i ragazzi e bambini sarebbe una soluzione, io non sarei disposta a fare da cavia.Diabete T1 da 35 anni meglio le penne più sicure e meno complicate

      Rispondi
  • Avatar di cinzia Cinzia ha detto:
    Agosto 31, 2021 alle 13:58

    Sono diabetica t1 e mio figlio è sulla buona strada: per lui e per i troppo numerosi bambini con questa patologia (molto più invalidante di quel che si pensi) sarei disposta a fare da cavia!

    Rispondi
  • Avatar di consuelo Consuelo ha detto:
    Agosto 31, 2021 alle 16:17

    Magari…

    Rispondi
  • Avatar di sauro Sauro ha detto:
    Agosto 31, 2021 alle 19:06

    L’ho proverei subito io sono disponibile

    Rispondi
  • Avatar di andrea Andrea ha detto:
    Settembre 1, 2021 alle 9:48

    La differenza tra microinfusore e questo sistema è quella dell’approvvigionamento dell’insulina, che non avviene più tramite catetere. Per la gestione del rilascio dell’insulina immagino che gli algoritmi siano gli stessi dei microinfusori, ossia che hanno bisogno di input umani. La frase “rilascia lentamente insulina nella cavità intestinale, consentendone l’assorbimento nel flusso sanguigno” non mi pare esatta. O dico una sciocchezza?

    Rispondi
    • Avatar di dénise Dénise ha detto:
      Settembre 1, 2021 alle 13:19

      Buongiorno Andrea, il testo della ricerca dice: “The pump slowly releases insulin into the gut cavity…”. Se conosce una traduzione più appropriata sarò felice di prenderla in considerazione. Un caro saluto.
      D.

      Rispondi
  • Avatar di sephora Sephora ha detto:
    Aprile 7, 2022 alle 10:38

    20 anni di diabete di cui 14 con microinfusore.
    Sinceramente farei volentieri da cavia.

    Rispondi

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