Negli ultimi anni l’esplorazione dell’universo sta facendo passi da gigante, basti pensare alla scoperta di nuovia pianeti nani, nuovi pianeti orbitali, i perieli, i recenti oggetti ritrovati oltre l’orbita di Nettuno ed infine, del Pianeta 9, o Pianeta X.
Sappiamo tutti che il Sistema Solare è formato da una stella circondata da otto pianeti, il più vicino al Sole, Mercurio, e il più lontano, Nettuno, tuttavia sebbene la maggior parte dei pianeti (con le eccezioni di Urano e Nettuno) erano noti alla scienza nell’antichità, dall’invenzione del telescopio abbiamo fatto pochi progressi, fino alle recenti scoperte.
Negli ultimi anni, abbiamo scoperto una serie di enormi oggetti rocciosi oltre Nettuno che abbiamo raggruppato sotto il nome di oggetti transnettuniani, conosciuti anche come fascia di Kuiper in onore dell’astronomo Gerard Kuiper, che ne predisse l’esistenza nel 1951.
La cintura è composta da migliaia di corpi ghiacciati, la maggior parte dei quali sono più piccoli del Texas (se fosse tridimensionale) e che sono, letteralmente, i detriti della formazione del Sistema Solare.
La fascia di Kuiper contiene un paio di oggetti molto famosi: uno è Plutone, l’altro è Arrokoth (che significa cielo o nuvola in lingua Powhatan), precedentemente noto come Ultima Thule, che è l’oggetto più distante studiato nello spazio da un’astronave –quando New Horizons ha fatto un sorvolo il 1 gennaio 2019– fino ad oggi.
La maggior parte degli oggetti nella fascia di Kuiper si muove tanto quanto ci si aspetterebbe a causa della reciproca influenza gravitazionale generata dalla presenza degli otto pianeti e del Sole, e fin lì, tutto è in ordine, tuttavia sorge un problema perché dal 2004 sono stati individuati una serie di oggetti che effettuano movimenti peculiari in questa zona del Sistema Solare.
È come guardare un’altalena in movimento su un albero senza nessuno seduto su di essa: sappiamo che qualcuno deve spingerla. Questi “strani” movimenti hanno dato origine a una tesi, avanzata nel 2016, dell’esistenza di un ulteriore pianeta oltre l’orbita di Nettuno che non è stato ancora rilevato. Questo potenziale pianeta è diventato colloquialmente noto come Pianeta 9 o Pianeta X.
Non è la prima volta che il comportamento orbitale anomalo di oggetti conosciuti porta a una nuova scoperta, né sarà la prima volta che non porterebbe a nient’altro che una migliore revisione delle misurazioni, tuttavia concentriamoci su una storia di successo, iniziata con la scoperta di William Herschel nel 1781 di un nuovo membro del Sistema Solare, Urano, storia che darebbe speranza alla possibile scoperta del Pianeta 9.
Le scoperta di Urano e Nettuno, e le somiglianze con il Pianeta 9
Il pianeta appena scoperto aveva un’orbita lunga –84 anni– e nei 60 anni dopo che il telescopio di Herschel si era posato su di esso degli astronomi eccitati si erano dati il compito di calcolare le sue effemeridi (una tabella di valori che fornisce la posizione degli oggetti astrologici nel cielo a un dato tempo), in base alle posizioni dei pianeti conosciuti fino a quel momento.
Il problema era che i calcoli e le osservazioni non tornavano, il che portò il matematico francese Urbain Le Verrier a proporre, nel 1846, l’esistenza di un altro pianeta più lontano per spiegare le differenze. Il pianeta che stava causando queste anomalie fu scoperto lo stesso anno, molto vicino alla sua posizione prevista, e fu chiamato Nettuno.
Con la scoperta matematica di Nettuno eravamo su un rullo e gli inspiegabili movimenti degli oggetti nel Sistema Solare hanno continuato a ispirare previsioni dell’esistenza, e spesso della posizione, di altri oggetti nelle nostre immediate vicinanze.
Pertanto, e nonostante l’aggiunta di Nettuno ai calcoli, sono rimaste piccole discrepanze nelle orbite osservate e calcolate dei pianeti giganti, che hanno portato alla ricerca di un Pianeta X e alla costruzione dell’Osservatorio Lowell in Arizona, che alla fine ha portato alla scoperta di Plutone.
Plutone è stato declassato a pianeta nano nel 2006 e, tornando alla storia in questione, aveva una massa notevolmente inferiore –circa 3.200 volte inferiore– rispetto al Pianeta X che si stava cercando, infine le misurazioni riviste delle dimensioni di Nettuno fornite dalla sonda Voyager 2 hanno districato le discrepanze delle orbite dei pianeti giganti ed hanno eliminato la necessità di un enorme corpo aggiuntivo all’interno dei confini del Sistema Solare.
Negli ultimi anni, sono stati raccolti dati su particolari schemi orbitali in alcuni oggetti oltre la sfera orbitale di Nettuno, si tratta di corpi che si muovono con orbite allungate, in ellissi orientate nella stessa direzione, su piani inclinati con lo stesso angolo e con orbite, in alcuni casi, che corrono in senso contrario alla normale.
Ciò non può essere spiegato dall’influenza dei corpi massicci che conosciamo e suggerisce la possibile esistenza di un pianeta, il Pianeta 9, che non abbiamo ancora visto ma che sarebbe tra 300 e 800 volte più lontano dal Sole rispetto alla Terra.
Il Pianeta 9 sarebbe un grande pianeta con una massa tra le cinque e le dieci volte maggiore della nostra, con un’orbita moderatamente inclinata (15-20 gradi) e allungata.
Una delle cose più importanti è che il Pianeta 9 sarebbe un pianeta molto difficile –ma non impossibile– da rilevare nel corso del prossimo decennio e il cui processo di formazione, a causa dell’enorme distanza che lo separa dal Sole, presenta anche un formidabile problema .
È in quella popolazione di detriti dispersi, sparsi tra l’orbita di Nettuno e i confini del Sistema Solare –l’eliosfera– dove, proprio ora, la storia del Sistema Solare, la sua dinamica evoluzione e forse il Pianeta 9 sono nascosti e, come spesso accade nella vita, non è raro che non troviamo qualcosa che potrebbe essere, forse letteralmente, sotto il nostro naso.
Se sei attratto dalla scienza o dalla tecnologia, continua a seguirci, così da non perderti le ultime novità e news da tutto il mondo!