Tech iCrewPlay.comTech iCrewPlay.com
  • Scienza
  • Spazio
  • Natura
    • Cambiamenti climatici
  • Curiosità
  • Salute
  • Recensione
  • Tecnologia
    • App e software
    • Prodotti Audio
    • Domotica e IoT
    • Elettrodomestici
    • Guide
    • Hardware e periferiche
    • Notebook e PC
    • Smartphone e tablet
    • Visione Digitale
    • Wearable
    • Cronologia
    • Seguiti
    • Segui
Cerca
  • Videogiochi
  • Libri
  • Cinema
  • Anime
  • Arte
Copyright © Alpha Unity. Tutti i diritti riservati.​
Lettura: Fluttuare nell’acqua? Non è affatto riposo: i pesci consumano il doppio dell’energia
Share
Notifica
Ridimensionamento dei caratteriAa
Tech iCrewPlay.comTech iCrewPlay.com
Ridimensionamento dei caratteriAa
  • Videogiochi
  • Libri
  • Cinema
  • Anime
  • Arte
Cerca
  • Scienza
  • Spazio
  • Natura
    • Cambiamenti climatici
  • Curiosità
  • Salute
  • Recensione
  • Tecnologia
    • App e software
    • Prodotti Audio
    • Domotica e IoT
    • Elettrodomestici
    • Guide
    • Hardware e periferiche
    • Notebook e PC
    • Smartphone e tablet
    • Visione Digitale
    • Wearable
    • Cronologia
    • Seguiti
    • Segui
Seguici
  • Contatto
  • Media Kit
  • Chi siamo
  • Lavora con noi
  • Cookie Policy
  • Disclaimer
Copyright © Alpha Unity. Tutti i diritti riservati.​
NaturaScienza

Fluttuare nell’acqua? Non è affatto riposo: i pesci consumano il doppio dell’energia

I pesci quando stanno "sospesi" in acqua, non stanno riposando: anzi! Consumano pure di più!

Andrea Tasinato 6 ore fa Commenta! 5
SHARE

I pesci sembrano sospesi nell’acqua come se fosse la cosa più naturale del mondo. Ma una nuova ricerca pubblicata il 7 luglio sulla prestigiosa Proceedings of the National Academy of Sciences ribalta una convinzione radicata da decenni: mantenere una posizione statica nella colonna d’acqua è tutt’altro che facile per un pesce. Anzi, costa quasi il doppio dell’energia rispetto al semplice riposo sul fondo.

Contenuti di questo articolo
Il mito del riposo in sospensioneUn equilibrio dinamico e instabileForma del corpo ed efficienzaUn costo elevato, ma necessarioIspirazione per la robotica subacqueaUna collaborazione internazionale
Fluttuare nell'acqua? Non è affatto riposo: i pesci consumano il doppio dell’energia

A guidare lo studio è Valentina Di Santo, biologa marina della Scripps Institution of Oceanography presso l’Università della California, San Diego e il suo team ha studiato 13 specie di pesci dotati di vescica natatoria, cioè una sacca interna piena di gas che permette loro di raggiungere la galleggiabilità neutra e fino ad oggi, si pensava che questa caratteristica rendesse il “fluttuare” praticamente privo di sforzo.

Il mito del riposo in sospensione

Per anni, la ricerca scientifica ha considerato la sospensione nell’acqua come una forma di riposo passivo e la logica era semplice: se i pesci non salgono né scendono e sembrano immobili, devono essere a riposo, ma Di Santo ha voluto indagare più a fondo. In esperimenti controllati, il suo team ha misurato il consumo di ossigeno dei pesci sia durante la sospensione attiva nell’acqua che durante il riposo statico sul fondo. Il risultato? Sospendersi costa il doppio dell’energia.

Leggi Altro

Manipolare il clima: la controversa proposta della geoingegneria solare
Sai perché il cielo è blu?
Nuovo studio UVA identifica farmaci promettenti per rigenerare il tessuto cardiaco post-attacco
Le donne hanno il doppio del rischio di sviluppare l’Alzheimer: perché?

“È un po’ come cercare di restare in equilibrio su una bicicletta ferma”, spiega Di Santo. “Sembra facile, ma non lo è affatto”.

Un equilibrio dinamico e instabile

Anche con la vescica natatoria, i pesci non sono perfettamente stabili. Il loro centro di massa (legato alla distribuzione del peso) e il centro di galleggiamento (legato alla posizione della vescica) non coincidono. Questa disallineamento crea una tendenza naturale al ribaltamento, che i pesci compensano con continui e impercettibili movimenti delle pinne.

Fluttuare nell'acqua? Non è affatto riposo: i pesci consumano il doppio dell’energia

Utilizzando telecamere ad alta velocità, i ricercatori hanno filmato questi micromovimenti, scoprendo che i pesci regolano costantemente l’inclinazione del corpo per restare fermi in acqua e più è grande la distanza tra i due centri, più energia serve per mantenere l’equilibrio.

“Quello che mi ha colpito di più è l’eleganza con cui tutti questi pesci mantengono una postura stabile, nonostante l’instabilità strutturale”, racconta Di Santo.

Forma del corpo ed efficienza

Non tutti i pesci sono uguali in questa sfida. Lo studio ha evidenziato che la forma del corpo e la posizione delle pinne pettorali influenzano direttamente il dispendio energetico. Pesci con pinne più arretrate risultano più efficienti nella sospensione, forse per via di un miglior effetto leva. I pesci lunghi e sottili, come il Lamprologus ocellatus o il giant danio, consumano più energia rispetto a specie dal corpo corto e compatto come il pesce rosso (Carassius auratus) o il pesce palla Dichotomyctere ocellatus.

Un costo elevato, ma necessario

Restare sospesi non è una scelta casuale: è una strategia. Serve per nutrirsi, difendere il nido, osservare l’ambiente. Quindi, nonostante l’elevato costo energetico, i pesci vi ricorrono spesso. In più, la ricerca svela un interessante compromesso evolutivo: maggiore manovrabilità significa minore efficienza nella sospensione e viceversa; tutto questo è fondamentale in ambienti complessi come le barriere coralline, dove agilità e reattività fanno la differenza tra sopravvivenza e predazione.

Ispirazione per la robotica subacquea

Queste scoperte hanno importanti ricadute anche nella tecnologia. I robot subacquei, per esempio, sono spesso progettati per essere stabili grazie a forme compatte. Ma proprio come per i pesci, una maggiore stabilità riduce la manovrabilità.

Fluttuare nell'acqua? Non è affatto riposo: i pesci consumano il doppio dell’energia

“Se vogliamo costruire robot capaci di esplorare relitti o ambienti stretti come le barriere coralline, dovremo imparare dai pesci: inserire un po’ di instabilità progettata e poi compensarla dinamicamente”, propone Di Santo.

Una collaborazione internazionale

Lo studio è stato realizzato in collaborazione con Xuewei Qi (Università di Stoccolma), Fidji Berio (Scripps), Angela Albi (Università di Stoccolma, Istituto Max Planck e Università di Costanza) e Otar Akanyeti (Università di Aberystwyth, Galles); questo progetto è stato finanziato dal Consiglio di Ricerca Svedese, dalla Commissione Europea, dallo Stockholm University Brain Imaging Centre e dal Whitman Scientist Program del Marine Biological Laboratory.

 PNASPNAS
Condividi questo articolo
Facebook Twitter Copia il link
Share
Cosa ne pensi?
-0
-0
-0
-0
-0
-0
lascia un commento lascia un commento

Lascia un commento Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Contatto
  • Media Kit
  • Chi siamo
  • Lavora con noi
  • Cookie Policy
  • Disclaimer

Copyright © Alpha Unity. Tutti i diritti riservati.​

  • Contatto
  • Media Kit
  • Chi siamo
  • Lavora con noi
  • Cookie Policy
  • Disclaimer
Bentornato in iCrewPlay!

Accedi al tuo account

Hai dimenticato la password?