Il cambiamento climatico continua a svelare minacce nascoste sotto la superficie terrestre, e una delle più preoccupanti riguarda il rilascio di mercurio tossico nel fiume Yukon, in Alaska. Questo fenomeno, causato dallo scioglimento del permafrost artico, potrebbe avere conseguenze devastanti per l’ecosistema e la salute delle comunità locali.
Il permafrost e il mercurio: una bomba a orologeria
Secondo uno studio recente condotto da un team di scienziati dell’Università della California del Sud (USC) in collaborazione con altre istituzioni, il permafrost artico contiene circa 1,656,000 tonnellate metriche di mercurio, una quantità doppia rispetto a quella presente nel resto dei suoli, oceani e atmosfera della Terra. Questo mercurio, intrappolato nel terreno ghiacciato per millenni, viene ora rilasciato nel fiume Yukon a causa del riscaldamento globale.
Il rilascio di mercurio nel fiume Yukon non solo contamina l’acqua, ma ha il potenziale di bioaccumularsi nella fauna acquatica, minacciando così sia la salute umana che quella degli animali selvatici. Le comunità che dipendono dal fiume per la pesca e altre attività rischiano di essere esposte a livelli pericolosi di mercurio, con effetti devastanti a lungo termine.
Impatti ambientali e sanitari del mercurio
Il mercurio rilasciato dal permafrost in scioglimento potrebbe rappresentare una minaccia duratura per l’ambiente. Una volta rilasciato, il mercurio può facilmente contaminare i pesci e altri animali selvatici, compromettendo l’intera catena alimentare nella regione artica. Gli scienziati hanno scoperto che le concentrazioni di mercurio nel fiume Yukon sono particolarmente elevate vicino ai villaggi di Neaver e Huslia, dove il team ha misurato livelli di mercurio totale (THg) fino a 49 nanogrammi per grammo di sedimento.
L’accumulo di mercurio nel fiume Yukon e nelle sue sponde potrebbe non solo colpire la fauna locale, ma anche rappresentare una minaccia globale se il mercurio venisse rilasciato su larga scala. Secondo il professor Josh West, co-autore dello studio, “ci potrebbe essere una bomba di mercurio gigante nell’Artico pronta a esplodere”. Il fenomeno è aggravato dalla circolazione atmosferica naturale della Terra, che tende a trasferire gli inquinanti verso le latitudini più alte, come quelle dell’Artico, dove il mercurio si accumula nel permafrost.
Un futuro incerto per le comunità locali
Lo studio, condotto vicino ai villaggi di Neaver e Huslia, ha rivelato che il fiume Yukon sta già mobilitando grandi quantità di sedimenti contenenti mercurio. I dati satellitari hanno mostrato che il corso del fiume Yukon sta cambiando rapidamente, il che potrebbe ulteriormente aumentare il rilascio di mercurio nei prossimi decenni.
Isabel Smith, dottoranda presso USC Dornsife e autrice principale dello studio, ha sottolineato che la considerazione di tutti questi fattori dovrebbe fornire una stima più accurata del totale di mercurio che potrebbe essere rilasciato con lo scioglimento del permafrost. Con oltre tre milioni di persone che vivono in aree dove il permafrost è destinato a scomparire completamente entro il 2050, è fondamentale comprendere e mitigare gli impatti di questo fenomeno.
La situazione nel bacino del fiume Yukon in Alaska è un chiaro esempio di come il cambiamento climatico possa innescare catastrofi ambientali impreviste, evidenziando la necessità urgente di affrontare le sue cause e mitigare i suoi effetti prima che sia troppo tardi.