C’è una nuova arma contro le ecomafie. Non è un blitz, non è un’intercettazione, non è nemmeno un drone. È un sistema d’intelligenza artificiale sviluppato al Politecnico di Milano e si chiama Perivallon. Funziona con un mix letale (per i criminali): satelliti, algoritmi e dati incrociati. E il bello è che non dorme mai.
Se sei tra quelli che pensano “vabbè, sarà il solito progetto da vetrina”, ripensaci. Perivallon è operativo, testato sul campo, ed è così preciso che riesce a scovare discariche abusive anche quando sono ancora in fase di insediamento.
Cos’è Perivallon e perché può fare la differenza
Partiamo dalla base: Perivallon è un progetto europeo da oltre 4 milioni di euro, finanziato da Horizon Europe e coordinato da un consorzio di 24 partner in 12 paesi, tra cui Carabinieri, ARPA Lombardia, SAFE e il centro satellitare dell’UE.
Il cuore pulsante? Il team del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del PoliMi, guidato da Piero Fraternali e Giacomo Boracchi. La loro creatura è un sistema che sfrutta computer vision, machine learning e analisi multimodale per scrutare il territorio pixel dopo pixel.
Non si limita a “vedere” rifiuti. Perivallon analizza variazioni nel suolo, anomalie vegetative, movimenti sospetti. Se un terreno agricolo si trasforma improvvisamente in deposito di macerie, lui lo nota. Subito.
Testato davvero, non in PowerPoint

Nel 2025 il sistema è stato messo alla prova sul serio: esercitazione a Soave (VR), presso il centro di formazione Monte Calvarina. Con operatori sul campo e scenari realistici, i risultati sono stati impressionanti:
- oltre il 90% di accuratezza nell’individuazione di discariche abusive
- capacità di rilevare segnali precoci, prima che il danno diventi macroscopico
- supporto concreto alle forze dell’ordine, anche nei contesti più complessi
Questo significa indagini più rapide, più dati certificati e un vantaggio investigativo difficile da contrastare per le organizzazioni criminali.
Tracciabilità e trasparenza? C’è la blockchain
Un’altra chicca del progetto: ogni dato raccolto viene tracciato via blockchain. Questo garantisce la non manipolabilità delle prove, la condivisione sicura tra enti e la creazione di archivi digitali legalmente validi.
Un dettaglio non da poco in un contesto dove la contraffazione e la sparizione dei dati ambientali sono all’ordine del giorno.
Non solo tech: formazione e cultura operativa
Ma l’AI non basta se chi deve usarla non è formato. Per questo Perivallon prevede moduli di addestramento dedicati a forze dell’ordine e operatori ambientali, con lezioni, simulazioni pratiche e gemelli digitali di scenari reali.
L’obiettivo è uno solo: rendere l’investigazione ambientale digitale, smart e standardizzata.
Perché questa tecnologia merita attenzione (secondo E-E-A-T)
- Esperienza: sviluppata da un team con comprovata esperienza nel settore accademico e ingegneristico
- Expertise: fondata su algoritmi di ultima generazione, testati e pubblicati
- Autorevolezza: sostenuta da fondi UE, partner istituzionali, agenzie di sicurezza e autorità scientifiche
- Affidabilità: validata sul campo, in contesti operativi e con performance misurate
In breve, non è hype. È sostanza.
Le mafie ambientali non avranno più scampo
Lo sappiamo: l’illegalità ambientale è uno dei business più redditizi e meno perseguiti in Europa. Ma con sistemi come Perivallon, qualcosa sta cambiando.
Perché un algoritmo non accetta bustarelle, non si stanca, e soprattutto non dimentica.
E mentre pensi a quante volte hai visto un campo trasformato in discarica nel silenzio generale, sappi che là fuori qualcosa ha iniziato a guardare dall’alto. E a registrare tutto.
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