Se ti sei mai chiesto perché il mare è salato mentre l’acqua dei fiumi no, sappi che la risposta è più affascinante di quanto sembri. Non è magia. Non è neanche colpa del sale da cucina caduto per sbaglio nell’oceano. È chimica, geologia… e tanto, tanto tempo.
Tutto inizia con la pioggia (ma non è acqua pura)
L’acqua che cade dal cielo non è H₂O distillata come quella di laboratorio. Quando attraversa l’atmosfera, assorbe piccole quantità di anidride carbonica (CO₂), diventando leggermente acida. Non abbastanza da farci male, ma quanto basta per sciogliere i minerali delle rocce che incontra sul suo cammino.
E qui parte il viaggio dei sali minerali. Il più noto? Il cloruro di sodio, alias sale da cucina. Ma ci sono anche calcio, magnesio, potassio e tanti altri.
Fiumi: trasportano sali, ma non si salano

Uno potrebbe pensare: “Se i fiumi portano il sale al mare, allora anche i fiumi dovrebbero essere salati, no?”
No. Ecco perché: l’acqua dei fiumi scorre velocemente. Piove, si raccoglie, scorre, e va. Il ricambio è continuo. Il mare invece no. Lì l’acqua resta, ristagna, evapora… e lascia i sali indietro.
Il mare come un enorme concentrato salino
Il ciclo è semplice ma spietato:
- I fiumi portano sali al mare.
- L’acqua del mare evapora per il calore del Sole.
- I sali non evaporano.
- Si accumulano sul fondo o restano disciolti.
- Questo succede da milioni di anni.
Risultato? Gli oceani sono diventati sempre più salati, mentre i fiumi si mantengono relativamente dolci proprio grazie al continuo rinnovo.
La salinità media dell’acqua marina oggi è circa 35 grammi di sale per ogni litro d’acqua. Sì, è tanto.
E se bevi acqua di mare?
Oltre a non dissetarti (anzi, peggiori la sete), il tuo corpo deve sforzarsi per espellere tutto quel sale, usando più acqua di quanta ne hai ingerita. Ecco perché non è potabile, e perché i naufraghi ne stanno alla larga.
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