Nel sistema dei gruppi sanguigni ABO, ciò che distingue una persona da un’altra sono gli antigeni, minuscole molecole che si trovano sulla superficie dei globuli rossi e che il sistema immunitario riconosce come proprie o estranee.
Le persone di gruppo A hanno antigeni A, quelle di gruppo B hanno antigeni B, chi è AB li ha entrambi. Il gruppo 0, invece, non ne ha nessuno.
Proprio per questa assenza, il sangue di tipo 0 può circolare in qualsiasi organismo senza essere riconosciuto come “nemico”. È per questo che il gruppo 0 negativo viene definito donatore universale.
Cosa significa per i trapianti d’organo
Negli organi vale la stessa logica. I tessuti sono rivestiti da cellule con antigeni simili a quelli dei globuli rossi, e quando il sistema immunitario di un ricevente li identifica come diversi, attacca l’organo trapiantato, provocando il rigetto.
Se però l’organo viene “ripulito” dagli antigeni A e B, come accaduto nel recente esperimento condotto in Cina e Canada, può essere trasformato in gruppo 0, diventando compatibile con qualunque paziente.
Questo è il principio alla base del primo test sull’uomo dell’enzima antirigetto, pubblicato su Nature Biomedical Engineering: un rene donato da una persona di gruppo A è stato trattato con un enzima capace di tagliare le molecole responsabili delle differenze di gruppo, rendendolo un organo di tipo 0.
Una forbice molecolare che apre nuove possibilità

L’enzima agisce come una forbice biologica, eliminando le strutture zuccherine che formano gli antigeni A e B.
Il risultato? Un organo che il sistema immunitario non riconosce come estraneo, e che quindi non scatena la reazione di rigetto acuto.
In laboratorio, il rene modificato ha funzionato per due giorni senza alcun problema immunologico, dimostrando che la compatibilità può essere ottenuta a livello molecolare e non solo attraverso i farmaci immunosoppressori.
Dalla teoria alla pratica: verso organi universali
Oggi i trapianti richiedono una compatibilità perfetta tra donatore e ricevente, e milioni di persone restano in lista d’attesa per mancanza di organi adatti.
Convertire gli organi donati in gruppo 0 universale potrebbe ridurre drasticamente i tempi di attesa e rendere i trapianti molto più accessibili.
Non si tratta solo di un traguardo tecnico, ma di una nuova frontiera della medicina rigenerativa, in cui la biotecnologia ridisegna le regole della compatibilità umana.
Il gruppo 0 non è solo un’etichetta nel sangue: è una chiave biologica capace di aprire le porte a trapianti più sicuri e universali.
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