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Perché dovremmo amare le vespe (sì, sul serio)

Le vespe non sono solo fastidiose: controllano i parassiti, impollinano, producono antibiotici e persino… carta. Ecco perché dovremmo smettere di odiarle.

Massimo 3 minuti fa Commenta! 5
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C’è un motivo se le vespe sono le antagoniste perfette delle estati all’aperto: ronzano tra i panini, pungono senza preavviso e sembrano godersi ogni secondo della tua irritazione. Ma… e se ti dicessimo che tutto questo odio è completamente fuori bersaglio?

Contenuti di questo articolo
1. Le vespe fanno pest control gratis2. Impollinatrici dimenticate3. Il veleno delle vespe? Potrebbe curare il cancro4. Snack proteici (e no, non stiamo scherzando)5. Architetti della cartaBonus: società evoluteForse le vespe non sono le villain che pensavi

La professoressa Seirian Sumner, ecologa comportamentale dell’University College London, ha una missione piuttosto audace: farci innamorare delle vespe. Letteralmente. Ci ha scritto un libro, ci ha fatto una mostra (“World of Wasps”, al Grant Museum di Londra), e su Instagram si fa chiamare @waspprof. Se non è dedizione questa.

E no, non è impazzita. Dietro ogni pungiglione si nasconde un ruolo cruciale per il nostro ecosistema, la nostra salute e – sorpresa – anche la nostra tavola. Ecco perché dovresti rivalutare subito quella “bestia maledetta” che hai cercato di scacciare dal tuo picnic.

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1. Le vespe fanno pest control gratis

Vespe parassite

Immagina un mondo senza vespe. Sembra un sogno, vero? Sbagliato. Senza di loro, saremmo sommersi da parassiti: afidi, bruchi, ragnetti rossi e compagnia infestante.

Le vespe sono predatori naturali. Sono le “forze speciali” dell’ecosistema: individuano, colpiscono e regolano le popolazioni di insetti che distruggerebbero orti, giardini e coltivazioni. In pratica, fanno il lavoro sporco al posto nostro. E senza chiedere nulla in cambio (a parte un po’ di zucchero ogni tanto).

2. Impollinatrici dimenticate

Tutti amano le api. Le coccoliamo, le salviamo, le mitizziamo. Eppure anche le vespe impollinano. Solo che nessuno gliene dà mai credito.

Come le api, anche le vespe adulte si nutrono di nettare e visitano fiori ogni giorno. E ci sono piante – come i fichi – che dipendono esclusivamente da loro per la riproduzione. Esatto: niente vespe, niente fichi. Puoi anche cancellare metà dei tuoi aperitivi estivi.

3. Il veleno delle vespe? Potrebbe curare il cancro

Sì, fa male. Ma in laboratorio, quel veleno sta rivelando proprietà sorprendenti. Alcuni peptidi estratti da una specie brasiliana hanno mostrato la capacità di uccidere cellule tumorali senza toccare quelle sane. Un’arma di precisione, insomma.

In più, le vespe producono composti antimicrobici per proteggere le loro prede dai batteri. E se riuscissimo a studiarli a fondo? Potremmo scoprire nuovi antibiotici naturali, proprio nel corpo di un insetto che abbiamo sempre odiato.

4. Snack proteici (e no, non stiamo scherzando)

Nel sud-est asiatico le vespe non si scacciano: si mangiano. Larve e pupe vengono bollite, fritte, essiccate e servite con un po’ di peperoncino. Il risultato? Uno snack super proteico, a basso contenuto di grassi e con un gusto pare anche niente male.

In alcune regioni si allevano addirittura nidi interi per garantirne la produzione. Altro che patatine.

5. Architetti della carta

Hai mai guardato da vicino un nido di vespe? Dovresti. È un capolavoro di ingegneria naturale.

Le vespe raccolgono fibre di legno, le impastano con la saliva e creano una sorta di carta resistente e leggera, che usano per costruire nidi complessi e stratificati. Ci sono almeno tre tipi di “carta” diversi in un solo nido: un guscio esterno veloce da costruire, celle interne leggere ma robuste, e uno strato centrale resistente quasi quanto un tessuto tecnico. E tutto con una precisione che farebbe impallidire certi progettisti.

C’è chi dice che proprio osservando le vespe, l’uomo abbia imparato a produrre la carta. Non è confermato, ma ci sta.

Bonus: società evolute

Le polistes, un genere di vespe cartonaie, vivono in gruppi sociali davvero affascinanti. Non esistono caste fisse: ogni vespa può essere regina o operaia, e può cambiare ruolo nel corso della vita. È una flessibilità sociale rarissima in natura.

Studiare queste dinamiche ha aiutato i biologi a capire come nasce la cooperazione tra animali e perché, in alcuni casi, un individuo rinuncia alla propria riproduzione per aiutare un altro. In pratica, ci insegnano l’altruismo.

Forse le vespe non sono le villain che pensavi

Sono ancora fastidiose? A volte, sì. Ma sono anche impollinatrici, bio-controllori, fonti di cibo e potenzialmente curatrici. Il problema è tutto nella narrativa: alle api diamo lo status di eroine, alle vespe quello di nemiche. Eppure, in molti ecosistemi, sono loro a tenere tutto in equilibrio.

Magari non arriverai ad amarle come Seirian Sumner. Ma la prossima volta che una vespa ti ronza intorno… pensaci due volte prima di schiacciarla.

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