Il passaggio di 3I ATLAS vicino a Giove sta interessando molti appassionati di astronomia. Le ultime simulazioni mostrano che l’oggetto interstellare arriverà sul limite esatto della sfera di Hill del pianeta gigante. Non è un valore approssimativo. È un confine matematico preciso, calcolato sulla base di osservazioni ripetute. La distanza prevista è di 53.445.000 chilometri, mentre il raggio della sfera di Hill è di 53.500.000 chilometri. La differenza è minima e rende l’evento rilevante dal punto di vista scientifico.
L’allineamento non riguarda una zona qualunque. La sfera di Hill definisce l’area in cui la gravità di un pianeta supera quella del Sole. È il territorio in cui un corpo relativamente lento può essere catturato dall’attrazione del pianeta. Per un oggetto interstellare questo tipo di passaggio fornisce dati unici sulla dinamica orbitale e sulla sua interazione con il campo gravitazionale gioviano.

La sfera di Hill e il motivo del suo ruolo centrale
La sfera di Hill è un parametro fondamentale per comprendere il comportamento gravitazionale di un pianeta. Non rappresenta solo una distanza. Identifica la zona in cui un pianeta domina su scala locale. Per Giove, il cui campo gravitazionale è secondo solo al Sole nel nostro sistema, questo valore raggiunge dimensioni enormi.
Per questo motivo il passaggio di un oggetto interstellare su quel limite è utile per osservare come la sua traiettoria venga influenzata. Il bordo della sfera di Hill è particolarmente interessante. È abbastanza vicino da permettere possibili catture, ma anche sufficientemente distante da non generare orbite instabili. È un punto di equilibrio che permette letture precise sulle interazioni tra l’oggetto e il pianeta.
La microspinta che ha modificato la traiettoria

Uno degli aspetti più interessanti è la variazione della rotta avvenuta dopo il perielio. La traiettoria di 3I ATLAS ha subito una microspinta causata dai getti che si attivano quando un oggetto si avvicina al Sole. Parliamo di una variazione piccola, pari a circa 0.1 milioni di chilometri, ma sufficiente per portare l’oggetto esattamente sul bordo della sfera di Hill.
Una variazione così ridotta può sembrare marginale, ma nel contesto della dinamica orbitale fa una differenza enorme. Senza questa spinta, il passaggio sarebbe avvenuto fuori dal limite. Con questa variazione, la rotta ha trovato un nuovo allineamento che coincide quasi al chilometro con il valore teorico della sfera di Hill.
La rarità dell’allineamento
L’allineamento è considerato insolito. La probabilità stimata di un passaggio così preciso sarebbe pari a una su ventiseimila. Non è un valore che indica impossibilità, ma suggerisce un evento poco comune. Questo rende il passaggio di 3I ATLAS un caso da analizzare con attenzione, perché offre un’occasione rara per studiare un oggetto interstellare in una situazione gravitazionale molto particolare.
Gli astronomi che seguono il fenomeno considerano significativo il fatto che l’allineamento sia nato solo dopo la microspinta del perielio. La traiettoria iniziale non puntava verso il limite. È stata proprio la variazione successiva a generare la combinazione finale.
Le altre anomalie che rendono 3I ATLAS interessante

3I ATLAS presenta diverse caratteristiche che lo distinguono da altre comete note. La traiettoria retrograda, la polarizzazione della luce, la composizione del gas, la luminosità anomala vicino al perielio e i getti collimati osservati da più astrofotografi sono elementi che aumentano il valore scientifico dell’oggetto.
Ognuna di queste caratteristiche è osservabile e misurabile. Non sono ipotesi. Sono dati reali che contribuiscono a creare un quadro complesso. Il passaggio sulla sfera di Hill non è isolato. Fa parte di una sequenza di fenomeni che rendono 3I ATLAS uno degli oggetti più monitorati del momento.
Perché il passaggio è così rilevante per chi segue l’astronomia
Il motivo è chiaro. Non capita spesso che un oggetto interstellare presenti un numero così elevato di elementi insoliti. Non capita spesso che una microspinta cambi una traiettoria in modo così efficiente da portarla al limite gravitazionale di un pianeta come Giove. Non capita spesso che più anomalie si presentino insieme nello stesso oggetto.
Per chi si occupa di dinamiche orbitali questo evento rappresenta un’occasione di studio importante. L’allineamento con la sfera di Hill permette di misurare effetti gravitazionali con un livello di precisione raro. La variazione dopo il perielio permette di osservare il ruolo reale dei getti su un oggetto interstellare. Le altre anomalie permettono di approfondire la struttura interna e la composizione del nucleo.
Nel complesso 3I ATLAS non è un fenomeno comune. È un oggetto che unisce dinamica orbitale, comportamento dei getti e caratteristiche fisiche fuori dagli schemi. Il passaggio sul bordo della sfera di Hill è solo una parte del quadro, ma è una delle più chiare e più facili da verificare.
Chi segue questo tipo di fenomeni ha davanti un caso che merita di essere documentato passo dopo passo. Il punto di osservazione vicino a Giove offre condizioni difficili da ottenere con altri oggetti. Le anomalie già individuate offrono un margine di analisi più ampio rispetto alle comete tipiche. E il comportamento della traiettoria dopo la microspinta permette di valutare effetti che spesso non sono così evidenti.
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