In un recente studio, pubblicato su Nature Communications, i ricercatori che si occupano dello studio delle profondità marine, hanno trovato bifenili policlorurati (PCB) –un inquinante cancerogeno prodotto dall’uomo– in uno dei punti più profondi del pianeta Terra, la Fossa di Atacama nell’Oceano Pacifico, una fossa marina che si estende per circa 4200 chilometri lungo le coste del Perù e del Cile.
Questo nonostante la sostanza chimica sia stata ampiamente vietata negli anni ’70, indicando per quanto tempo questo potente flagello ambientale può continuare a persistere.
Gli scienziati ambientali dell’Università di Stoccolma e dell’Università della Danimarca meridionale hanno studiato carote di sedimenti provenienti da cinque diverse località nella Fossa di Atacama a una profondità di 8.085 metri (circa 26.300 piedi) sotto il livello del mare, ed in ogni singolo campione esaminato, hanno trovato dei residui di PCB.
Sebbene i livelli della sostanza chimica fossero relativamente bassi, i ricercatori affermano che è preoccupante che siano stati trovati anche in questa posizione estremamente remota.
“È stimolante trovare tracce di attività umana sul fondo di una trincea sottomarina; un luogo che la maggior parte delle persone probabilmente percepisce come distante e isolato dalla nostra società”
ha affermato in una nota il professor Ronnie N. Glud, autore dello studio e direttore del Danish Center for Hadal Research alla University of Southern Denmark.
Ma cosa sono i PCB? Quanto sono pericolosi?
I PCB sono un’ampia famiglia di sostanze chimiche organiche create dall’uomo che sono state utilizzate per una varietà di processi industriali e prodotti di consumo nel 20° secolo. Sono stati utilizzati come refrigeranti e lubrificanti in trasformatori, condensatori e altre apparecchiature elettriche, nonché plastificanti in vernici, plastica e prodotti in gomma.
Le sostanze chimiche furono infine vietate negli Stati Uniti nel 1979, poi in seguito a livello globale dopo che divenne evidente come queste sostanze chimiche danneggiassero la salute umana e il mondo naturale. Una delle principali preoccupazioni è che ci sono prove molto forti che le sostanze chimiche siano collegate al cancro, ed è anche probabile che influenzino il sistema riproduttivo, il sistema nervoso e il sistema endocrino.
Come ulteriore preoccupazione, i PCB sono difficili da abbattere e possono persistere nell’ambiente per molto tempo, passando da un animale all’altro attraverso la catena alimentare, ecco perché questo ritrovamento preoccupa i ricercatori.
“Nel nostro studio, abbiamo visto che il sedimento nei punti più profondi della fossa di Atacama aveva una percentuale inferiore di carbonio organico facilmente degradabile, ed abbiamo anche scoperto che c’erano concentrazioni più elevate di PCB per grammo di carbonio organico nei sedimenti più profondi nella fossa.
Ciò è dovuto al fatto che il carbonio organico del sedimento viene degradato, ma il PCB, che è più longevo, rimane e può quindi accumularsi”
ha aggiunto la professoressa Anna Sobek del Dipartimento di scienze ambientali dell’Università di Stoccolma.
Nella parte successiva della ricerca, la stessa squadra si dirigerà a nord nel Pacifico per prelevare campioni dalle profondità della Fossa del Giappone, sperando di rivelare se lì esiste una situazione simile.
“In studi futuri, studieremo anche l’assorbimento negli animali che vivono sul fondo per cercare di capire come gli inquinanti si diffondono e possono influenzare la rete alimentare nella fossa marina profonda. Studieremo anche come la comunità microbica nella fossa marina profonda può contribuire al degrado di alcuni inquinanti”
ha affermato Sobek.
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