Un team di scienziati guidato dal Prof. Patrik Verstreken (VIB-KU Leuven) ha identificato una nuova mutazione genetica che potrebbe causare una forma di Parkinson a esordio precoce. La ricerca è stata pubblicata su Cell Reports Medicine.
Parkinson a esordio precoce legata alla mutazione del gene SGIP1
La mutazione, localizzata in un gene chiamato SGIP1, è stata scoperta in una famiglia araba con una storia di sintomi del Parkinson iniziati in giovane età. Lo studio rivela che questa mutazione influenza il modo in cui le cellule cerebrali comunicano, fornendo nuove intuizioni sullo sviluppo della malattia e sulle potenziali strategie di trattamento.
Il parkinsonismo è un gruppo di disturbi neurologici che condividono sintomi simili, tra cui disfunzione motoria e declino cognitivo. Include il morbo di Parkinson, ma comprende anche altri disturbi che imitano questi sintomi.
La scoperta è iniziata quando una famiglia dell’Oman, le cui due figlie avevano sviluppato un grave parkinsonismo in giovane età, ha chiesto risposte al loro neurologo, il prof. Ramachandiran Nandhagopal, e al genetista dott. Patrick Scott presso il Sultan Qaboos University Hospital.
Ciò ha portato all’identificazione di una mutazione nel gene SGIP1, un gene non precedentemente collegato al parkinsonismo. Per comprendere come questa mutazione contribuisca alla malattia è stato necessario analizzare più da vicino il suo impatto sulla funzione cerebrale, il che ha spinto a collaborare con il team del Prof. Patrik Verstreken presso il VIB-KU Leuven Center for Brain & Disease Research, che aveva precedentemente condotto ricerche di successo sull’argomento.
Per indagare il ruolo della mutazione, i ricercatori hanno creato un modello utilizzando moscerini della frutta privi del gene SGIP1. Questi moscerini mostravano sintomi simili a quelli osservati nel parkinsonismo, tra cui difficoltà di movimento e degenerazione delle cellule cerebrali. Un esame più attento ha rivelato che la mutazione causava difetti nelle sinapsi, le strutture che consentono alle cellule cerebrali di comunicare.
Ulteriori analisi hanno mostrato che mancavano strutture chiave nelle sinapsi, responsabili del riciclaggio e della scomposizione delle proteine. Questa interruzione suggerisce che la mutazione SGIP1 interferisce con la capacità del cervello di mantenere sinapsi sane, il che potrebbe svolgere un ruolo significativo nello sviluppo del parkinsonismo.
“Questo lavoro rafforza l’idea che mantenere la salute delle sinapsi sia essenziale per la sopravvivenza dei neuroni per tutta la vita”, afferma la dott. ssa Marianna Decet, prima autrice dello studio. “I nostri risultati evidenziano l’importanza della proteostasi sinaptica, ovvero l’equilibrio e il controllo di qualità delle proteine nelle sinapsi, nella protezione da malattie neurologiche come il parkinsonismo”.
Sabine Kuenen, partner di ricerca e co-autrice dello studio, sottolinea l’importanza della scoperta. “Trovare questa mutazione nel gene SGIP1 è entusiasmante perché fornisce una nuova prospettiva su come si sviluppano questi disturbi neurologici. È un promemoria che anche piccoli cambiamenti nel nostro codice genetico possono avere un profondo impatto sulla funzione cerebrale “.
“È la prima volta che vediamo il coinvolgimento di SGIP1 nel parkinsonismo e ciò ci apre una nuova direzione per la ricerca”, afferma il Prof. Patrik Verstreken.
“Studi futuri saranno cruciali per confermare queste scoperte in altri casi e per comprendere le implicazioni più ampie della mutazione SGIP1. La nostra speranza è che, comprendendo come questa mutazione interrompe la comunicazione delle cellule cerebrali, possiamo aiutare lo sviluppo di nuove strategie per diagnosticare, prevenire e curare il parkinsonismo in futuro.”