Altro che fulmini: è più probabile che tu venga colpito da uno che vedere un errore in un qubit di Oxford; i fisici dell’Università di Oxford hanno stabilito un nuovo primato mondiale: sono riusciti a controllare un singolo qubit (bit quantistico) con una precisione senza precedenti, registrando un errore ogni 6,7 milioni di operazioni. Sì, hai letto bene.

Un risultato che lascia il segno nel mondo della computazione quantistica e che rappresenta un passo fondamentale verso computer quantistici davvero funzionanti e affidabili, quindì sì, probabilmente anche computer quantistici casalinghi.
Ma cosa significa di preciso?
Immagina che ogni operazione in un computer quantistico sia come tirare un dado, e ogni volta che esce “1”, hai un errore. Il team di Oxford ha creato un sistema talmente preciso che quel “1” esce solo una volta ogni 6.700.000 tiri.
Per farti capire: hai più probabilità di essere colpito da un fulmine in un anno (1 su 1,2 milioni) che vedere uno di questi qubit commettere un errore.
Perché è così importante?
I computer quantistici promettono di rivoluzionare la scienza, la medicina, la finanza e la sicurezza informatica.
In tutto questo c’è però un problema: i qubit, i mattoncini fondamentali di questi computer, sono estremamente delicati. Anche il minimo errore può rendere un calcolo inutile.

Per correggere questi errori servono tanti qubit extra, che rendono i computer quantistici enormi, complessi e costosi. Ridurre il tasso di errore significa ridurre la dimensione e il costo dei computer del futuro.
La ricetta del successo di Oxford: calcio e microonde
Il team di Oxford ha usato un ione di calcio intrappolato (sì, parliamo di atomi veri) per memorizzare le informazioni quantistiche. Invece dei laser (strumenti costosi e instabili) hanno usato segnali elettronici a microonde, molto più semplici da controllare, economici e integrabili nei chip.
E la cosa più impressionante? Tutto l’esperimento è stato fatto a temperatura ambiente, senza camere criogeniche né complicate schermature magnetiche e tradotto in parole povere: più vicino alla realtà di quanto pensi.
Un record, ma non è finita
Il record riguarda operazioni su un singolo qubit, ma per far funzionare davvero un computer quantistico servono anche operazioni tra due qubit contemporaneamente, e lì il margine d’errore è ancora alto (1 su 2000 nei casi migliori).

Insomma, la strada è ancora lunga, ma questa pietra miliare porta il traguardo un po’ più vicino.
La squadra dietro l’impresa
A firmare l’impresa: Molly Smith, Aaron Leu, Mario Gely e il prof. David Lucas dell’Università di Oxford, con la collaborazione di Koichiro Miyanishi, ospite dall’Università di Osaka; il tutto è parte dell’iniziativa britannica UK Quantum Computing and Simulation Hub, sostenuta dal governo UK.
In sintesi
Ricapitolando quanto scritto sopra:
- Record mondiale di precisione su un qubit: 1 errore ogni 6.700.000 operazioni
- Più affidabile che evitare un fulmine
- Nessun laser: solo microonde ed efficienza
- Funziona anche a temperatura ambiente
- Meno errori significa computer quantistici più piccoli, economici e reali