Ogni secondo conta. Lo sappiamo bene, ma troppo spesso ce ne dimentichiamo. Eppure, c’è un orologio che non smette di ricordarcelo, un orologio che scandisce il tempo che ci rimane per evitare l’apocalisse. L’Orologio dell’Apocalisse, con la sua lancetta impietosa, ci dice che siamo a soli 89 secondi dalla mezzanotte, il ‘giorno del giudizio’. Abbiamo ancora una possibilità per fermare questa follia. Riusciremo a coglierla?
L’Orologio dell’Apocalisse: un monito sull’orlo dell’autodistruzione
L’Orologio dell’Apocalisse, ideato da un gruppo di leader mondiali che si occupano di rischi nucleari, cambiamenti climatici e tecnologie dirompenti, nell’ambito dell’organizzazione non-profit The Bulletin of Atomic Scientists, è un chiaro monito: “Impostando l’Orologio un secondo più vicino alla mezzanotte, inviamo un segnale forte: poiché il mondo è già pericolosamente vicino al precipizio, uno spostamento anche di un solo secondo dovrebbe essere interpretato come un’indicazione di pericolo estremo e un avvertimento inequivocabile che ogni secondo di ritardo nell’inversione di rotta aumenta la probabilità di un disastro globale”, scrive il comitato in un comunicato stampa. “Continuare ciecamente sulla strada attuale è una forma di follia”.
Creato per la prima volta da un gruppo di scienziati del Manhattan Project nel 1947, che non volevano che le armi atomiche venissero usate contro le persone, il Doomsday Clock era stato inizialmente impostato a 7 minuti a mezzanotte. Nel corso dei decenni, la sua lancetta si è spostata avanti e indietro a seconda delle crisi internazionali e delle minacce globali. Nel 1949, la minaccia di una guerra nucleare era aumentata considerevolmente, portando la lancetta dei minuti dell’orologio a tre ticchettamenti dalle 12. Nel 1991, con la Guerra Fredda ufficialmente finita, l’orologio era tornato alle 23.43.
Oggi, la combinazione di rischi nucleari, cambiamenti climatici e tecnologie dirompenti ci pone di fronte a una delle maggiori sfide della storia umana.
L’Orologio dell’Apocalisse non è solo un simbolo, ma un vero e proprio barometro del rischio di catastrofe globale. Il suo avanzare ci ricorda che l’umanità si trova di fronte a un bivio: continuare sulla strada dell’indifferenza e dell’egoismo, che ci porterà inevitabilmente verso l’autodistruzione, oppure scegliere di cambiare rotta, abbracciando un futuro di pace, sostenibilità e collaborazione. La scelta è nelle nostre mani.
La buona notizia è che non siamo impotenti di fronte a questa situazione. Ognuno di noi può fare la propria parte per contribuire a un futuro migliore. Possiamo iniziare informandoci sui rischi che ci minacciano, sensibilizzando le persone che ci circondano e sostenendo le organizzazioni che lavorano per la pace, la giustizia e la protezione dell’ambiente. Possiamo anche fare scelte consapevoli nella nostra vita quotidiana, riducendo il nostro impatto ambientale, consumando in modo responsabile e promuovendo uno stile di vita sostenibile.
Nonostante la gravità della situazione, non dobbiamo perdere la speranza. L’umanità ha già superato sfide immense nel corso della sua storia e ha sempre dimostrato una straordinaria capacità di resilienza e adattamento. Se sapremo unire le nostre forze e agire con saggezza e coraggio, potremo ancora una volta superare questo momento critico e costruire un futuro di pace e prosperità per tutti.
L’umanità di fronte a un bivio
L’illusione di una tregua è svanita rapidamente. Dall’inizio del nuovo millennio, conflitti internazionali, cambiamenti climatici e l’insorgere di nuove malattie hanno inesorabilmente avvicinato le lancette dell’Orologio dell’Apocalisse alla mezzanotte. Il 2024 ha segnato una svolta particolarmente preoccupante. L’anno appena trascorso non solo è stato il più caldo mai registrato a livello globale, ma ha anche visto per la prima volta le temperature medie superare di 1,5°C i livelli preindustriali.
A questo quadro già allarmante si aggiungono il protrarsi della guerra in Ucraina, giunta al suo terzo anno, l’intensificarsi del conflitto in Medio Oriente e l’impegno di numerose nazioni dotate di armi nucleari nell’espandere i propri arsenali. Un investimento massiccio in strumenti di distruzione di massa che mette a repentaglio la stessa sopravvivenza della civiltà umana.
La combinazione di questi fattori critici – crisi climatica, conflitti armati e proliferazione nucleare – ci pone di fronte a una situazione di pericolo senza precedenti. L’Orologio dell’Apocalisse, con il suo inesorabile ticchettio, ci ricorda che il tempo stringe e che l’umanità deve agire con urgenza per evitare il disastro.
In aggiunta a tutto ciò, l’influenza aviaria altamente patogena (HPAI) si è diffusa in diverse aree del pianeta, infettando animali da allevamento, latticini e persino esseri umani, creando una potenziale “pandemia umana devastante”, come avverte il panel del Bollettino. Inoltre, il panel sottolinea che tutte queste minacce sono “notevolmente aggravate” dalla diffusione di disinformazione e teorie del complotto. Essi sostengono che i progressi nell’intelligenza artificiale stanno solo rendendo più difficile distinguere la verità dalla falsità, incoraggiando leader che sminuiscono la scienza e i diritti umani.
Stati Uniti, Cina e Russia detengono congiuntamente il potere di distruggere la civiltà”, afferma il panel.”Questi tre paesi hanno la responsabilità primaria di salvare il mondo sull’orlo del baratro, e possono farlo se i loro leader intraprenderanno discussioni serie e in buona fede sulle minacce globali qui delineate”.
C’è chi, come lo scienziato cognitivo Steven Pinker, bolla l’Orologio dell’Apocalisse come una trovata politica, mentre altri ne criticano l’impostazione apparentemente arbitraria. “Non credo che usare una retorica apocalittica ci aiuti ad affrontare la complessa sfida di discutere questioni difficili in una democrazia”, ha affermato. Tuttavia, anche i più scettici riconoscono il valore delle dettagliate analisi pubblicate dal Bollettino degli scienziati atomici, utili a stimolare un dibattito cruciale. E l’organizzazione stessa lo ribadisce con chiarezza: il loro obiettivo non è instillare paura, bensì ispirare azioni concrete.
Conclusioni
“C’è ancora tempo per fare le scelte giuste e riportare indietro le lancette dell’Orologio dell’Apocalisse“, ha affermato Juan Manuel Santos, ex presidente della Colombia e premio Nobel per la pace, durante la recente conferenza stampa del Bulletin. “In Colombia diciamo: ‘Cada segunda cuenta’ – ogni secondo conta. Usiamoli tutti saggiamente”.