Le accuse di Scarlett Johansson contro OpenAI di aver clonato la sua voce per la nuova intelligenza artificiale GPT-4o sono state smentite dal Washington Post. Secondo il quotidiano, i documenti e file audio a disposizione dimostrerebbero la buona fede di OpenAI e del suo amministratore delegato, Sam Altman.
Scarlett Johansson: il caso delle voci virtuali
L’attrice Scarlett Johansson aveva espresso shock e rabbia dopo aver sentito la somiglianza tra la sua voce e quella di “Sky”, una delle voci virtuali create da OpenAI per ChatGPT. Johansson ha dichiarato che Altman le aveva offerto di prestare la sua voce a GPT-4o, proposta che l’attrice aveva rifiutato.
Tuttavia, il Washington Post ha rivelato che la voce di Sky appartiene a un’altra attrice professionista, la cui identità rimane anonima. Il giornale ha avuto accesso a prove che dimostrano che l’attrice è stata ingaggiata mesi prima del contatto di Altman con Johansson.
La reazione di OpenAI
OpenAI ha risposto alle accuse pubblicando un post dettagliato sul processo di selezione delle voci per ChatGPT, annunciando anche la sospensione dell’uso della voce di Sky in segno di rispetto per Scarlett Johansson. Sam Altman ha dichiarato che OpenAI ha sempre agito in buona fede, e che la voce di Sky non è stata clonata da quella di Johansson.
Questo caso solleva molte domande sulla trasparenza e le pratiche di OpenAI. Se l’azienda possedeva prove a sostegno della sua innocenza, perché non le ha presentate immediatamente?
Cosa ne pensi? Ritieni che le aziende tecnologiche dovrebbero essere più trasparenti nelle loro operazioni per evitare casi simili in futuro? Rispondi nei commenti!