Doveva diventare una macchina da soldi. Invece, resterà una missione “per il bene dell’umanità”. Almeno sulla carta.
OpenAI aveva un piano: spostare tutto su un modello for-profit, fare il pieno di investimenti e crescere ancora più in fretta. Ma qualcosa è andato storto. Anzi, qualcuno: Elon Musk.
Risultato? Altman & co. hanno dovuto cambiare rotta. Niente più corsa verso l’incasso puro. L’azienda che ha creato ChatGPT resterà sotto il controllo del board no-profit. Quello stesso board che solo pochi mesi fa aveva cacciato Altman… per poi riprenderselo. Sì, è tutto molto Silicon Valley.
Da LLC a PBC: cosa cambia davvero?
OpenAI ha annunciato ufficialmente che il suo ramo commerciale – il famoso for-profit LLC nato nel 2019 – diventerà una PBC (Public Benefit Corporation).
Che vuol dire? È una forma giuridica “ibrida”, dove sì, puoi fare profitti, ma devi anche tenere fede a una missione pubblica dichiarata.
Nel caso di OpenAI, la missione è: sviluppare un’IA generale che sia utile a tutta l’umanità.
No, non è uno slogan. È la vera base su cui Elon Musk aveva contribuito a fondare il progetto.
E Musk? Furioso, ovviamente.

Il cambio di forma giuridica è arrivato in piena battaglia legale con Musk, che accusa OpenAI di aver tradito la sua “missione originaria” nel momento in cui è passata al modello for-profit.
Il suo avvocato è stato chiaro:
“Questo è solo un trucco trasparente. I beni caritatevoli stanno ancora finendo nelle tasche dei privati.”
– Marc Toberoff, legale di Elon Musk
E secondo lui, anche dopo il cambio a PBC, il danno è già fatto. Il cuore di OpenAI – nato come un progetto senza scopo di lucro – si sarebbe trasformato in una macchina per vendere API a suon di miliardi.
OpenAI ribatte: “È solo un tentativo di rallentarci”
Dall’altra parte, c’è il team di Altman che accusa Musk di muoversi in malafede.
“Questa causa è solo un modo per ostacolare il nostro lavoro. Non c’è niente di concreto.”
E poi, diciamolo: il timing fa pensare. Dopo l’annuncio del piano PBC nel 2023, l’attenzione pubblica e le pressioni legali sono esplose. Il risultato? Dietro le quinte, OpenAI ha parlato con procuratori generali della California e del Delaware per capire come muoversi. E alla fine ha deciso: si resta sotto il cappello del board no-profit.
Missione o business? Il confine resta sfocato

Chiariamo una cosa: OpenAI continuerà a raccogliere investimenti. Continuerà a vendere accesso a GPT-4 e successori. Ma formalmente, dovrà farlo senza dimenticare la sua “missione etica”.
Una garanzia? Forse. Ma quanto è compatibile la corsa all’AGI con la pressione degli investitori?
E quanto influisce il passato, con dentro una figura ingombrante come Musk?
OpenAI, il futuro e quel retrogusto amaro
Ricapitolando:
- OpenAI non diventerà un’azienda 100% profit, almeno per ora.
- Il modello PBC impone un equilibrio (teorico) tra soldi e missione etica.
- Musk accusa, Altman si difende, e la governance resta sotto controllo non-profit.
Ma la domanda vera è:
un’IA che cambia il mondo può restare “per il bene di tutti”… quando muove miliardi?
Tu ti fideresti di un’IA che risponde a un consiglio d’amministrazione? O preferisci una che resta libera… ma sotto la guida di chi l’ha creata?
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