OneDrive è la prima cosa che tolgo quando configuro sistemi Windows e dopo l’esperienza di questo utente faccio doppiamente bene.
Unito al fatto che io di foto ne scatto poche, ma veramente poche e anzi, potrei pure avere lo smartphone senza fotocamera.
OneDrive più croce che delizia?
Il motivo per cui io tolgo sempre OneDrive è che è particolarmente invasivo per buona parte degli utenti, ma qui c’è in gioco qualcosa di più.
Un tempo si usavano gli album fotografici per intrattenere ospiti e parenti e oggi, smartphone e servizi cloud hanno preso il loro posto come custodi dei nostri ricordi più preziosi. Ma cosa succede quando il nostro archivio digitale scompare senza preavviso?
OneDrive e le disavventure di un utente
È quello che è capitato a un utente di OneDrive, che ha condiviso su Reddit la propria esperienza dopo che Microsoft ha bloccato improvvisamente il suo account, senza fornire spiegazioni credibili né alcun avviso. Il fatto è avvenuto poco dopo che l’utente aveva caricato sulla piattaforma ben 30 anni di foto e documenti di lavoro ritenuti insostituibili, eliminando le copie fisiche per ragioni logistiche.
“Stavo unendo i dati da più hard disk in vista di un trasloco. Il piano era semplice: caricare tutto su OneDrive, per poi trasferire i file su un nuovo disco in un secondo momento“, ha spiegato l’utente.
La situazione è però precipitata: l’account è stato bloccato, e nonostante 18 tentativi di contatto tramite il modulo di conformità, l’unica risposta ricevuta è stata un messaggio automatico privo di reale assistenza. Il tono dell’utente è chiaramente allarmato: “Sembra non solo un comportamento poco etico, ma forse anche illegale. Non si può sequestrare la vita digitale di una persona senza processo, preavviso o responsabilità. Se fosse un magazzino fisico, ci sarebbero leggi e tempistiche. Qui? Nulla. Solo un buco nero kafkiano di negligenza aziendale.”
Il cloud è comodo, ma non è infallibile
Questo episodio mette in evidenza un punto fondamentale: affidarsi esclusivamente al cloud, senza un backup locale, è un rischio reale. Anche i servizi offerti da colossi come Microsoft non sono immuni da problemi tecnici o gestionali.
Per questo è buona prassi mantenere sempre almeno una copia fisica dei dati, che si tratti di un hard disk esterno o di una semplice chiavetta USB: i costi sono minimi, ma possono salvare anni (o decenni) di lavoro e ricordi personali.
Nessuna risposta ufficiale da Microsoft
Al momento della stesura di questo articolo, Microsoft non ha fornito spiegazioni pubbliche sull’accaduto né motivazioni sul blocco dell’account in questione. Resta la speranza che l’utente riesca a parlare con un operatore umano e che la questione si risolva nel migliore dei modi, magari con il recupero dei dati.
Nel frattempo, la lezione è chiara: affidarsi al cloud va bene, ma mai senza un backup del backup.
