La nostra galassia non è affatto un sistema statico e ordinato. I nuovi dati raccolti dal satellite Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea mostrano che la Via Lattea è attraversata da un’enorme onda che si propaga dal centro verso i bordi, muovendo stelle a distanze comprese tra 30 e 65 mila anni luce. Lo studio, pubblicato su Astronomy and Astrophysics, porta la firma di Eloisa Poggio e del suo team dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) di Torino.
La galassia in movimento continuo
Da quasi un secolo sappiamo che le stelle ruotano attorno al centro galattico, ma Gaia ha portato la precisione delle misurazioni a un livello mai raggiunto. Non solo la velocità di rotazione: il satellite ha rivelato che il disco della Via Lattea è deformato e oscilla nel tempo, come una trottola instabile.
Ora il nuovo passo avanti: una struttura ondulatoria gigantesca che coinvolge decine di migliaia di anni luce di materia stellare. Non è soltanto un effetto visivo nella mappa tridimensionale della galassia, ma una vera e propria dinamica che influenza il moto delle stelle al suo interno.
Come è stata individuata l’onda galattica

Il team dell’Inaf ha analizzato le stelle giganti giovani e le cefeidi, corpi celesti speciali che cambiano luminosità in modo regolare e che, per questo, sono usati come fari cosmici. Incrociando posizione e movimento di queste stelle, Gaia ha permesso di ricostruire un modello in cui l’onda emerge con chiarezza.
Il risultato è un’onda che non solo si estende in larghezza, ma mostra anche un andamento ciclico nel movimento delle stelle. Una scoperta che cambia la percezione della nostra galassia, rendendola meno statica e molto più dinamica di quanto ci aspettassimo.
Da dove arriva questa scossa cosmica?
Le cause non sono ancora definite. Una delle ipotesi più solide è una collisione passata con una galassia nana, capace di scuotere il disco della Via Lattea generando questo effetto ondulatorio.
Un’altra possibilità è che la grande onda sia collegata a un fenomeno più piccolo già noto: la Radcliffe Wave, un’onda di gas e stelle che si trova a circa 500 anni luce dal Sole e si estende per oltre 9 mila anni luce. Potrebbe trattarsi di due facce dello stesso processo cosmico, viste a scale diverse.
Il futuro della ricerca
L’enigma resta aperto e la chiave potrebbe arrivare già a dicembre 2026, quando Gaia rilascerà un nuovo pacchetto di dati. Ogni aggiornamento del satellite ha ribaltato teorie consolidate e c’è da aspettarsi che anche il prossimo set porterà sorprese.
Per ora, la certezza è una: la Via Lattea è viva e in movimento, agitata da onde che ci ricordano quanto sia complesso e sorprendente l’universo che abitiamo.
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