Il senso dell’olfatto funziona in un modo che molti sottovalutano. Il tuo cervello non si limita a percepire una molecola odorosa e a trasformarla in un ricordo o in una sensazione. I nuovi dati raccolti dall’Università di Tokyo mostrano che la percezione degli odori è fatta di due fasi distinte, che coinvolgono circuiti separati e tempi diversi.
Il primo circuito serve per riconoscere l’odore. Il secondo entra in gioco solo dopo e decide se ti piace oppure no. Questo cambia il modo in cui si interpreta l’olfatto e apre la strada a nuove ricerche su disturbi come anosmia, iposmia e perdita parziale dell’olfatto.
Perché l’olfatto non è un processo unico
L’olfatto è uno dei sensi più antichi dal punto di vista evolutivo. Per anni si è pensato che riconoscere un odore e giudicarlo fossero due aspetti dello stesso processo. Lo studio pubblicato su JNeurosci dimostra invece che il cervello lavora in modo più articolato.
I ricercatori guidati da Masako Okamoto hanno registrato l’attività cerebrale di un gruppo di volontari mentre annusavano diversi odori. Hanno anche raccolto dati tramite questionari e test specifici per misurare la capacità di riconoscere e distinguere stimoli olfattivi.
La combinazione di analisi comportamentali e registrazioni neurali ha permesso di identificare pattern cerebrali molto precisi.
La prima fase: il cervello riconosce la struttura dell’odore

Il primo circuito che entra in azione si attiva appena percepisci un odore. Nei millisecondi successivi all’inalazione, il cervello decodifica le caratteristiche molecolari dell’odore, cioè le sue proprietà oggettive.
L’intensità di questa attività è legata alla tua capacità di:
• distinguere correttamente gli odori
• riconoscere stimoli molto simili tra loro
• individuare molecole complesse
Questo circuito è rapido, immediato, quasi automatico. Non include giudizi personali, emozioni o memoria. Serve per mettere ordine nel segnale sensoriale e permetterti di capire di che cosa si tratta.
La seconda fase: il cervello valuta se un odore ti piace
Solo dopo la fase di riconoscimento entra in gioco un secondo circuito cerebrale, che decide quanto un odore è piacevole o sgradevole.
Questa attività è più lenta e coinvolge aree del cervello legate alla consapevolezza, alle emozioni e ai ricordi personali. È la fase che determina perché un odore ti colpisce in un certo modo, perché ti attrae o ti respinge.
Le risposte ai questionari hanno mostrato un dato molto chiaro. Più è intensa questa seconda attività, più una persona è consapevole e reattiva agli odori nella vita quotidiana.
Perché la seconda fase arriva più tardi

Il cervello prima deve capire che cosa ha percepito. Solo dopo può decidere come reagire. Il processo ha senso dal punto di vista biologico. Per distinguere tra un alimento commestibile e uno potenzialmente pericoloso o tra un odore familiare e uno sconosciuto, hai bisogno di una valutazione rapida e oggettiva.
Le emozioni e la memoria arrivano in un secondo momento. L’esperienza soggettiva si costruisce dopo che il cervello ha classificato la molecola. Questo ordine permette una risposta più razionale e coerente.
Perché questa scoperta è così importante
Il nuovo modello di percezione olfattiva può aiutare a capire meglio i disturbi legati all’olfatto.
Se le due fasi dipendono da circuiti diversi, significa che alcune persone potrebbero riconoscere gli odori ma non essere più in grado di interpretarli emotivamente. Oppure potresti provare sensazioni alterate pur mantenendo la capacità di identificare gli stimoli.
Questa distinzione apre nuove possibilità per:
• diagnosticare disturbi olfattivi in modo più preciso
• sviluppare test migliori per valutare il senso dell’olfatto
• progettare terapie basate sulla stimolazione dei due circuiti separati
Cosa hanno fatto esattamente i ricercatori

I partecipanti allo studio hanno annusato una serie di odori selezionati per caratteristiche e intensità diverse. Durante ogni test, i ricercatori hanno registrato l’attività elettrica del cervello per capire quali regioni si attivavano e con quale intensità.
Gli stessi volontari hanno risposto anche a questionari che valutavano:
• la capacità di riconoscere gli odori
• la loro piacevolezza
• la frequenza con cui notano odori nella vita quotidiana
Il confronto tra dati cerebrali e dati comportamentali ha reso possibile classificare con precisione i due circuiti.
Cosa cambia nella comprensione dell’olfatto
L’olfatto viene spesso considerato un senso “semplice”, subordinato alla vista e all’udito. Lo studio dimostra il contrario. Il cervello esegue una serie di operazioni complesse e sequenziali.
Sai riconoscere un profumo in modo rapido perché il cervello filtra la molecola a livello strutturale. Sai valutarlo emotivamente perché un secondo circuito analizza i ricordi, le preferenze e l’esperienza personale.
Questa distinzione spiega perché:
• puoi riconoscere un odore ma non riuscire a dire se ti piace
• un odore può sembrarti neutro al primo impatto ma molto più piacevole dopo pochi secondi
• alcune persone reagiscono più fortemente agli odori pur avendo la stessa capacità di riconoscerli
Implicazioni future per neuroscienze e medicina
Il nuovo modello potrebbe avere impatti concreti in vari campi.
In neurologia, potrebbe aiutare a individuare precocemente malattie in cui l’olfatto cambia prima di altri sintomi. Alcuni disturbi neurodegenerativi mostrano infatti alterazioni nei circuiti olfattivi molto prima dei sintomi principali.
In psichiatria, potrebbe supportare l’analisi dei disturbi dell’umore, in cui la percezione di odori può modificarsi in risposta a stress, ansia o stati depressivi.
In tecnologia, la comprensione dei due circuiti potrebbe guidare lo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale e interfacce olfattive più precise.
Un nuovo punto di partenza per lo studio dell’olfatto
Le scoperte dell’Università di Tokyo non sono un punto di arrivo ma una base per ricerche future. Gli autori dello studio prevedono di ampliare il campione, introdurre nuovi odori e misurare reazioni in ambienti più dinamici, non solo in laboratorio.
Il prossimo obiettivo è capire come i due circuiti interagiscono in condizioni reali e quanto le emozioni influenzino il giudizio finale su un odore.
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