Un nuovo mistero cosmico tiene gli astronomi con il fiato sospeso. Le immagini più recenti dell’oggetto interstellare 3I/ATLAS, catturate dalla fotocamera HiRISE a bordo della Mars Reconnaissance Orbiter della NASA, mostrano qualcosa che non torna: il bagliore e la scia di polveri sembrano puntare nella direzione sbagliata, sfidando le leggi note della fisica cometaria.
Il “visitante” dallo spazio profondo
3I/ATLAS è solo il terzo oggetto interstellare mai identificato nel Sistema Solare, dopo ’Oumuamua (2017) e 2I/Borisov (2019).
Proviene da un altro sistema stellare e sta attraversando la nostra regione galattica a una velocità impressionante, lasciandosi dietro una scia di gas e polvere visibile anche da milioni di chilometri.
La NASA ha rilasciato questa settimana una serie di immagini ad alta risoluzione scattate a inizio ottobre, quando l’oggetto è passato vicino a Marte.
Nelle foto appare come una “sfera bianca sfocata”, un alone di ghiaccio e detriti illuminati dal Sole, con una definizione di circa 30 chilometri per pixel: il dettaglio migliore mai ottenuto di questo enigmatico corpo celeste.
La teoria di Avi Loeb: qualcosa non quadra

Il primo a notare l’anomalia è stato Avi Loeb, astrofisico di Harvard già noto per le sue teorie controcorrente su ’Oumuamua, che aveva ipotizzato potesse trattarsi di una sonda extraterrestre artificiale.
Analizzando le nuove immagini di 3I/ATLAS, Loeb ha osservato che i getti di polvere e gas non puntano lontano dal Sole, come dovrebbe avvenire, ma nella direzione di movimento dell’oggetto.
Secondo la fisica classica delle comete, l’attività di sublimazione dei ghiacci crea getti che si allontanano dal Sole, perché la radiazione solare scalda le superfici e spinge il materiale in direzione opposta.
Ma in questo caso la “coda” sembra puntare davanti all’oggetto, come se stesse spingendo o illuminando qualcosa lungo il percorso.
Loeb ha commentato nel suo blog:
“È facile spiegare un getto di gas rivolto verso il Sole o nella direzione opposta a causa della pressione della radiazione solare. Ma è molto più difficile giustificare un pennacchio perpendicolare o, peggio, diretto in avanti rispetto al moto dell’oggetto.”
NASA: “Un fenomeno naturale, anche se insolito”
La NASA, pur riconoscendo l’anomalia, invita alla cautela.
Secondo i tecnici dell’agenzia, tutti i dati raccolti finora indicano che 3I/ATLAS è un corpo naturale, una cometa composta da ghiaccio e polveri proveniente da un altro sistema stellare.
Amit Kshatriya, amministratore associato di NASA Science, ha dichiarato durante la presentazione ufficiale:
“Non ci sono prove che suggeriscano un’origine artificiale o tecnologica. L’oggetto è chiaramente un corpo cometario, anche se mostra un comportamento dinamico inusuale.”
Il ritardo nella pubblicazione delle immagini, spiegano, è dovuto alla complessità dell’elaborazione dei dati provenienti dalla sonda marziana e non a tentativi di nascondere informazioni.
Un nuovo passaggio vicino alla Terra

L’enigma di 3I/ATLAS potrebbe avere presto una risposta. L’oggetto passerà vicino alla Terra il 19 dicembre 2025, offrendo l’occasione di osservarlo nuovamente con telescopi da terra e dallo spazio.
Loeb spera che le nuove analisi permettano di determinare la composizione, la velocità e la massa dei getti di gas, per capire se derivano da processi naturali o da un’origine diversa.
Se le emissioni risultassero troppo regolari o dirette in modo artificiale, l’ipotesi di un oggetto tecnologico tornerebbe a prendere piede.
Perché la direzione della scia è così importante
La coda di una cometa è come una firma fisica che rivela la sua natura.
Normalmente si forma in direzione opposta al Sole, perché la luce solare vaporizza il ghiaccio e spinge via i gas.
Nel caso di 3I/ATLAS, la coda sembra orientata in avanti, il che potrebbe indicare una rotazione insolita, una struttura asimmetrica o un meccanismo interno sconosciuto.
Alcuni ricercatori ipotizzano che l’oggetto stia ruotando rapidamente e che i getti escano da punti diversi, creando una scia complessa e apparentemente invertita.
Altri, più scettici, pensano che l’immagine del MRO sia stata distorta da effetti ottici o da un angolo di osservazione sfavorevole.
Scetticismo e curiosità nella comunità scientifica
Le teorie di Avi Loeb dividono da anni il mondo accademico.
Molti colleghi lo considerano un pensatore brillante ma troppo incline a interpretazioni speculative.
Eppure, anche chi non condivide le sue ipotesi riconosce che 3I/ATLAS è un oggetto fuori dal comune, più attivo e luminoso del previsto.
L’astrofisico stesso ammette che la spiegazione più probabile resta quella naturale, ma invita a non escludere nulla:
“Dobbiamo analizzare ogni dettaglio prima di scartare la possibilità di una tecnologia extraterrestre. Le anomalie ci spingono a migliorare la nostra comprensione dell’universo.”
Un mistero che riaccende la fantasia

Che si tratti di una cometa interstellare o di qualcosa di più enigmatico, 3I/ATLAS rappresenta un’occasione scientifica irripetibile.
Mai prima d’ora un oggetto proveniente da un altro sistema stellare è stato osservato così da vicino, e ogni dettaglio del suo comportamento può fornirci indizi preziosi sull’origine della materia cosmica.
Nei prossimi mesi, osservatori in tutto il mondo — dal James Webb Space Telescope fino alle strutture terrestri — cercheranno di capire se la scia di 3I/ATLAS è solo un effetto ottico o un segnale di qualcosa di completamente nuovo.
La risposta definitiva arriverà presto, quando l’oggetto passerà davanti ai nostri occhi.
Fino ad allora, l’enigma di 3I/ATLAS rimane aperto: cometa bizzarra o sonda aliena?
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