Il tuo metabolismo potrebbe iniziare a modellarsi molto prima di quanto pensi. Una nuova ricerca pubblicata su Nature Metabolism indica che gli odori del cibo percepiti dal feto e dal neonato influenzano il modo in cui il cervello risponderà al cibo in età adulta. Non parliamo di nutrienti o calorie, ma di composti volatili che arrivano al bambino attraverso liquido amniotico e latte materno. Il risultato è sorprendente. Quegli odori possono aumentare il rischio di obesità, alterando i circuiti cerebrali che controllano fame, ricompensa e accumulo di grasso.
L’odore del cibo può plasmare il metabolismo nelle prime fasi della vita

Lo studio arriva dall’Istituto Max Planck per la ricerca sul metabolismo di Colonia. La neuroscienziata Sophie Steculorum ha guidato un team che ha voluto capire come l’olfatto influenzi la programmazione metabolica. Per anni si è pensato che l’odore del cibo trasmesso dalla madre regolasse solo le preferenze alimentari future. Ora emerge qualcosa di molto più profondo. L’olfatto precoce può modificare il metabolismo e la sensibilità del cervello ai cibi grassi.
Tu potresti pensare che il metabolismo sia determinato da genetica e comportamento. Questa ricerca dimostra che gli stimoli sensoriali riescono a incidere molto prima. Già durante lo sviluppo fetale il cervello costruisce risposte che userà per tutta la vita.
Come il feto e il neonato percepiscono l’odore del cibo
Il cibo contiene molecole volatili che attraversano facilmente i fluidi corporei. Durante la gravidanza raggiungono il feto attraverso il liquido amniotico. Dopo la nascita arrivano al neonato con il latte materno. Gli studiosi già sapevano che questi odori influenzano le scelte alimentari nell’età adulta. Ma nessuno aveva valutato il loro effetto sul metabolismo.
Il cervello in sviluppo è molto sensibile agli stimoli esterni. Gli odori legati al cibo sono segnali forti che il cervello utilizza per capire cosa aspettarsi dal mondo. Questa sensibilità può diventare una base metabolica che dura nel tempo.
L’esperimento del bacon aromatizzato rivela un effetto diretto sull’accumulo di grasso
Per isolare l’effetto dell’odore dal contenuto nutrizionale i ricercatori hanno usato un trucco semplice. Hanno alimentato femmine incinte di topo con una dieta normale o con cibo aromatizzato al bacon, ma con lo stesso valore nutritivo. In questo modo l’unica differenza era l’odore.
I piccoli che avevano percepito l’odore di bacon durante lo sviluppo o subito dopo la nascita sono diventati più vulnerabili alle diete ricche di grassi in età adulta. Quando sono stati esposti a cibo calorico hanno mostrato:
• maggior accumulo di grasso corporeo
• resistenza all’insulina
• minore dispendio energetico
Questo significa che il loro corpo era predisposto a immagazzinare più energia. L’odore aveva modificato il modo in cui il metabolismo reagiva al cibo.
Il cervello dei topi esposti agli odori cambia il modo di rispondere alla fame

Gli studiosi hanno analizzato anche l’attività cerebrale. I topi che avevano percepito l’odore del bacon mostravano un funzionamento alterato nei circuiti della ricompensa e nei neuroni che regolano il senso di fame. Questa attività era simile a quella osservata negli animali già obesi.
Il cervello dei piccoli aveva dunque ricevuto un segnale precoce. Quel segnale aveva impostato una risposta duratura ai cibi grassi, rendendo l’organismo più incline a sovralimentarsi.
Perché l’olfatto precoce può influenzare il rischio futuro di obesità
Questi risultati mostrano un principio importante. Il cervello non aspetta la crescita per definire il metabolismo. La programmazione inizia molto prima. Gli odori che la madre percepisce e trasmette sono segnali che il cervello del bambino usa per adattarsi a un certo tipo di ambiente alimentare.
Tu potresti vedere questa ricerca come un punto di svolta. Se l’olfatto prenatale e neonatale ha un ruolo nella regolazione del metabolismo, allora molti aspetti dell’obesità potrebbero avere radici più profonde di quanto immaginato.
Cosa significa tutto questo per la salute umana
Lo studio è stato condotto sui topi. Questo significa che servono ulteriori indagini per capire se le stesse dinamiche avvengono negli esseri umani. Tuttavia il funzionamento dei circuiti cerebrali della fame è molto simile. Questo rende la scoperta rilevante per la salute pubblica.
Se il fenomeno fosse confermato negli umani, potresti immaginare nuove strategie per prevenire l’obesità già nei primi giorni di vita. Le abitudini alimentari della madre potrebbero avere un impatto sul metabolismo del bambino anche senza influenza calorica diretta.
Una nuova strada per capire l’origine dell’obesità
Questa ricerca apre una prospettiva interessante. Il metabolismo non è solo una questione di dieta e genetica. È un sistema modellato da segnali sensoriali che agiscono quando il cervello è ancora in formazione. Conoscere questo meccanismo potrebbe aiutare a creare strategie preventive e interventi più mirati.
Il legame tra odore del cibo, cervello in sviluppo e metabolismo offre una chiave di lettura nuova per affrontare uno dei problemi più diffusi della società moderna.