Il mercato vive un momento teso. Le azioni Nvidia hanno perso una cifra enorme e tu ti ritrovi davanti a una storia che sembra uscita da un’arena dove i colossi dell’IA si sfidano colpo su colpo. Tutto ruota attorno a una voce: Meta starebbe valutando investimenti pesanti sui chip Tpu di Google, rompendo un equilibrio che durava da anni. Una scelta simile avrebbe un impatto diretto sul settore, sui data center e su chi segue da vicino la scena tecnologica.
Perché Nvidia ha perso 150 miliardi

La notizia che Meta potrebbe puntare sui chip di Alphabet ha pesato sulle azioni Nvidia come un macigno. Meta è uno dei clienti più importanti dell’azienda e la sola possibilità che decida di spostare parte delle sue infrastrutture verso i Tpu ha generato un’ondata di vendite. Il mercato ragiona in anticipo. Quando un cliente del genere valuta nuove strade, gli investitori reagiscono senza aspettare conferme.
Qui entra in gioco la parte più interessante per chi segue il mondo chip: Alphabet sta guadagnando slancio con i suoi Tpu, progettati per addestrare e far girare modelli di intelligenza artificiale a costi più bassi e con prestazioni mirate. Un cambio di fornitore cambierebbe una fetta di mercato che oggi sembra scolpita nella pietra.
Il peso di Gemini 3 e la spinta dei Tpu
Google ha alzato il livello con Gemini 3, il suo nuovo modello di linguaggio. Per addestrarlo non ha usato chip Nvidia. Ha usato Tpu di ultima generazione, una mossa che manda un messaggio forte al settore. Gli analisti hanno parlato di una vera “riprogettazione della gerarchia dell’IA”. L’esempio più citato è DeepSeek, la start-up cinese che a gennaio ha scombussolato il mercato e ha fatto perdere terreno ai gruppi statunitensi.
La storia si ripete. Quando un nuovo modello o un nuovo chip dimostra di fare il lavoro in modo più efficiente, gli equilibri iniziano a muoversi. Non è questione di simpatia o marketing. È una gara pura sulle prestazioni.
Perché Meta guarda ai chip di Google

Secondo The Information, Google avrebbe offerto ai potenziali clienti la possibilità di usare Tpu nei data center a partire dal 2027, senza passare dal suo servizio cloud. Una novità assoluta. Finora i Tpu non erano acquistabili. Erano solo noleggiabili. Questa apertura cambia la strategia di Google e apre un mercato enorme, che finora era dominato dai processori Nvidia.
Alcuni dirigenti di Google Cloud si sono spinti oltre, ipotizzando che questa mossa potrebbe permettere all’azienda di prendere una fetta consistente dei ricavi annuali di Nvidia. Il potenziamento dei Tpu diventa così un’arma commerciale, non solo tecnica.
Concludere un accordo con Meta, che quest’anno punta a spendere fino a 72 miliardi di dollari, sarebbe un colpo diretto a Nvidia. Non uno simbolico. Uno che sposta numeri veri.
Il quadro più ampio del mercato IA
Il bisogno di chip specializzati cresce da anni. Le aziende cercano alternative ai costosi processori grafici Nvidia, che hanno dominato il mercato grazie alla loro capacità di addestrare modelli giganteschi. Ora aziende come Anthropic stanno ampliando gli accordi con Google per usare fino a un milione di chip IA, segno che i Tpu stanno diventando una scelta concreta per chi costruisce piattaforme avanzate.
Google attira investitori di alto profilo, tra cui Warren Buffett tramite Berkshire Hathaway. Questo tipo di segnali conferma che il mercato vede un’opportunità. Nvidia, nel frattempo, ha vissuto un ciclo opposto. Dopo aver sfondato il valore record dei 5 mila miliardi, ha iniziato a perdere quota in modo pesante, arrivando a bruciare oltre 700 miliardi di dollari in meno di un mese.
Un settore in pieno cambiamento

Tutti questi movimenti segnalano una fase nuova. Le aziende stanno valutando combinazioni diverse di modelli, chip e infrastrutture. Per anni Nvidia è stata sinonimo di potenza nell’IA. Ora la partita non è chiusa. Alphabet entra nella mischia con una strategia più aperta e Meta valuta di riposizionarsi.
Per chi segue l’evoluzione dell’intelligenza artificiale, il passaggio dei Tpu da servizio cloud a prodotto reale è un punto di rottura. Ti mostra che i prossimi anni vedranno concorrenti più vari, costi diversi e scelte tecniche che potrebbero ribaltare la classifica attuale.
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