La sanità italiana è al centro dell’attenzione con la pubblicazione dell’ultimo report del Ministero della Salute. Solo 13 regioni sono state promosse con la sufficienza, mentre oltre 16 milioni di italiani non riceverebbero cure adeguate. Questo dato emerge dal Nuovo Sistema di Garanzia, uno strumento che misura la qualità e l’appropriatezza delle cure fornite ai cittadini.
Le regioni italiane con le cure migliori
Secondo l’analisi, Veneto, Emilia Romagna, Toscana e Provincia di Trento sono le regioni con i punteggi migliori. Queste regioni sono in grado di garantire pienamente i livelli essenziali di assistenza ai cittadini. Il sistema di monitoraggio valuta 88 indicatori, tra cui vaccinazioni, cure ospedaliere e tempi di attesa, assegnando a ciascun indicatore un punteggio da 0 a 100, dove 60 rappresenta la soglia di sufficienza.
Nel settore ospedaliero, tutte le regioni, ad eccezione della Valle d’Aosta, raggiungono un punteggio sufficiente. La Provincia Autonoma di Trento si distingue con un valore massimo di 98,35, seguita da Emilia Romagna (93,50) e Toscana (92,32).
Nuovo Sistema di Garanzia: le criticità della prevenzione
Maggiori problemi emergono nell’area della prevenzione, che monitora attività come le vaccinazioni, gli screening oncologici e gli stili di vita. In questo ambito, non raggiungono la sufficienza Valle d’Aosta, Provincia Autonoma di Bolzano, Abruzzo, Molise, Calabria, Sicilia e Sardegna. Anche l’assistenza sul territorio presenta lacune significative, con Valle d’Aosta, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna che non raggiungono la sufficienza.
Le vaccinazioni e gli screening oncologici
Le vaccinazioni rappresentano un punto dolente: solo 5 regioni (Lombardia, Provincia Autonoma di Trento, Veneto, Emilia Romagna, Campania) ottengono un punteggio pieno. Situazione ancora peggiore per gli screening oncologici: solo 3 regioni (Provincia Autonoma di Trento, Veneto, Emilia Romagna) raggiungono il 100, mentre 7 regioni, tutte al Centro–Sud, sono sotto la soglia di sufficienza.
Tempi di attesa e soccorso
Il report include anche dati sulle liste d’attesa, limitatamente alla classe di priorità B (prestazioni da eseguire entro 10 giorni). In media, in Italia, l’80,24% delle prestazioni viene erogato nei tempi corretti, con una variabilità che va dal 65,16% della Puglia al 100% della Valle d’Aosta. Una nota negativa riguarda la Provincia Autonoma di Trento, con solo il 20,44% delle prestazioni eseguite nei tempi stabiliti.
I tempi di soccorso del sistema 118 mostrano un miglioramento: la media nazionale è di 19 minuti, con un minimo di 15 minuti in Provincia Autonoma di Bolzano e Emilia Romagna, e un massimo di 28 minuti in Calabria. La capacità di fornire cure palliative è migliorata: il 64,55% dei pazienti oncologici ha avuto accesso a queste cure. Tuttavia, solo 8 regioni hanno superato la soglia di sufficienza.
Assistenza domiciliare e ospedaliera
Anche l’assistenza domiciliare mostra segnali positivi: solo 3 regioni (Calabria, Friuli Venezia Giulia e Valle d’Aosta) non raggiungono il punteggio minimo. Ci sono miglioramenti nell’appropriatezza delle cure ospedaliere, con un aumento degli interventi per il cancro al seno eseguiti in strutture altamente specializzate. Tuttavia, i dati sui parti cesarei sono contrastanti: mentre diminuiscono negli ospedali più piccoli, aumentano in quelli più grandi.
La situazione della sanità italiana è quindi variegata, con alcune regioni che eccellono in diversi ambiti e altre che devono ancora colmare significative lacune. Il report del Ministero della Salute fornisce una fotografia chiara delle aree che necessitano di miglioramenti e delle best practices da seguire per garantire a tutti i cittadini un’adeguata assistenza sanitaria.
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