Sotto le sabbie mobili del Mare del Nord, al largo del Kent, dormiva da più di tre secoli una delle navi da guerra più affascinanti della storia britannica. Ora, grazie a un cambiamento improvviso nei fondali, la Northumberland, affondata nel 1703 durante una tempesta devastante, è tornata parzialmente visibile.
E per gli archeologi è subito una corsa contro il tempo: prima che le sabbie la seppelliscano di nuovo. O peggio, prima che il relitto inizi a deteriorarsi per sempre.
Una tempesta epica, quattro navi perdute
Era il 26 novembre 1703 quando la Great Storm, una delle più feroci mai registrate in Inghilterra, colpì la flotta reale. Quattro navi andarono perdute: Northumberland, Restoration, Stirling Castle e Mary. Solo sulla Northumberland, secondo le fonti, morirono circa 250 uomini.
Costruita a Bristol nel 1679, la Northumberland era una nave da 70 cannoni, simbolo della nuova marina militare voluta da Samuel Pepys, celebre diarista e riformatore del Royal Navy Board. Doveva essere una macchina da guerra, invece diventò una capsula del tempo.
Un relitto che riappare e scompare
Il relitto è stato identificato per la prima volta nel 1979, quando un peschereccio impigliò le reti in qualcosa di inaspettato. Ma la nave era in gran parte coperta dalla sabbia. Solo l’estate scorsa, nel 2024, i fondali di Goodwin Sands si sono spostati, rivelando oltre due terzi del relitto, lungo almeno 30 metri.
“È un sito estremamente dinamico,” spiega Hefin Meara, archeologo marino di Historic England. “Le dune sottomarine si muovono, coprono e riscoprono i relitti. A volte restano invisibili per decenni.”
E quando la sabbia si ritira, si apre una finestra che può durare pochi mesi. Una finestra che si sta già richiudendo.
Una capsula del tempo del periodo Stuart

La parte esposta del relitto ha offerto una visione rara e dettagliata: lo scafo in ottimo stato, cannoni di ferro, moschetti, spade, corde, calderoni di rame e persino bauli sigillati il cui contenuto è ancora ignoto.
Un vero e proprio snapshot congelato nel tempo: la vita a bordo di una nave da guerra all’inizio del XVIII secolo, ferma nell’istante in cui venne travolta dalla tempesta.
“È come la Mary Rose del periodo Stuart,” dice lo storico Dan Snow, autore di un documentario sul ritrovamento. “Se la Mary Rose ci ha mostrato il mondo dei Tudor, la Northumberland può raccontarci la Royal Navy tra il Seicento e l’epoca napoleonica.”
I rischi: sabbia, ossigeno e parassiti
Ma il tempo è nemico. Ora che il relitto è esposto, l’ossigeno sta iniziando a degradare il legno, e le correnti lo rendono instabile. In più, ci sono organismi xilofagi (vermi del legno) pronti a divorare la struttura.
Gli archeologi stanno accelerando i rilievi geofisici per mappare ogni centimetro prima che tutto venga risepolto. Perché il rischio è reale: tra pochi mesi, la Northumberland potrebbe tornare sotto metri di sabbia. Per altri decenni. O per sempre.
Perché questa scoperta è così importante?
Oltre al valore storico e militare, il relitto offre una finestra unica sulla quotidianità marittima del 1700. Non solo strategia navale, ma anche cucina di bordo, equipaggiamento, rituali e gerarchie sociali. Una nave come la Northumberland era una città galleggiante in miniatura, e ora possiamo finalmente studiarla.
“Ogni oggetto ritrovato ci parla di chi era lì, di come viveva, combatteva e moriva,” sottolinea Meara. “Non è solo un relitto: è un racconto umano.”
Documentario in arrivo
La storia del recupero è già diventata un documentario prodotto da History Hit, la piattaforma diretta da Dan Snow. Un racconto che intreccia archeologia, mare e memoria, tra immersioni spettacolari e analisi scientifiche.
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