NordVPN crea sempre nudi studi e ricerche per migliorare il proprio servizio ed è proprio grazie a questo che riusciamo a saperne di più sui vari siti Web. L’ultima ricerca vede i trackers come protagonisti e ne abbiamo già parlato in un altro articolo a riguardo. Ebbene, questa volta andiamo più nello specifico, guardando attentamente quanti trackers risiedono in un normale sito web che potresti visitare giornalmente.
“Il numero di tracker di siti Web dipende principalmente dalle leggi sulla protezione dei dati in un paese. Ecco perché in Centro e Nord Europa, dove vengono applicate le regole del GDPR, i siti web hanno meno trackers. Nel Regno Unito, la situazione è molto peggiore a causa dei problemi con l’implementazione del GDPR. In effetti, il Regno Unito ha il maggior numero di trackers rispetto ad altri paesi europei. Anche l’Irlanda ne risente” afferma Daniel Markuson, esperto di privacy digitale di NordVPN.
NordVPN: perché i tracker sono pericolosi per gli irlandesi?
Lo studio ha dimostrato come la maggior parte dei tracker trovati erano di proprietà di terze parti; il 30% appartiene a Google, l’11% a Facebook e il 7% ad Adobe. Tutti i dati vengono raccolti per scopi di marketing, sostanzialmente, e questa ricerca è stata fatta su almeno 26 paesi con oltre 100 siti Web. Come Daniel Markuson ha affermato, la situazione peggiore la possiede il Regno Unito, ma anche l’Irlanda non scherza e attualmente gli irlandesi sono ben accorti durante l’utilizzo di internet.
Un tracker può rilevare l’indirizzo IP e la posizione, la cronologia di navigazione, i clic di un utente su un sito Web e altri elementi che possono rilasciare ogni tipo di dato significativo. Questi trackers funzionano allo stesso modo in tutti i paesi, in realtà, e possono fare anche del bene. Un esempio è un tracker che aiuta gli amministratori di una pagina Web, come un blog, in grado di migliorare l’esperienza dell’utente stesso.
Il pericolo nasce quando queste informazioni arrivano a creare un profilo utente potenzialmente vendibile a terzi per scopi loschi. Gli irlandesi sono maggiormente colpiti perché dallo studio è risultato che un singolo sito Web in Irlanda ha ben 15.2 trackers aggressivi. E questo è solo per quei siti semplici, di sola lettura; un sito di streaming, invece, arriva ad averne anche 25 della stessa specie e questo alza i rischi.
NordVPN mostra anche altri paesi
Se in Irlanda i dati sono quelli esposti, puoi ben immaginare lo scenario che si presenta nel Regno Unito, essendo tra i paesi più a rischio e dai dati decisamente preoccupanti. Non solo, perché c’è chi batte il Regno Unito e parliamo di Hong Kong il cui sito Web può arrivare ad avere ben 45.4 tracker in grado di raccogliere le più minime informazioni. A Singapore, per esempio, arriviamo a 33.5 e negli Stati Uniti ci sono soltanto 23 trackers per sito internet.
Il paese con il minor numero di trackers? A quanto risulta, l’Australia detiene il primo posto con soli 11.4 trackers per sito Web e sembrano estremamente meno nocivi rispetto al resto del gruppo. Conosco bene la tua domanda: e l’Italia quanti trackers possiede per sito internet visitato? Ebbene, secondo i dati in Italia abbiamo un record di 15.9, al di sotto della Francia e della Spagna che ne hanno rispettivamente 17.6 e 18.2. Un dato né troppo buono né troppo cattivo, che comunque mette in allarme.
Per proteggersi da questi tracker potresti ben pensare di seguire le linee guida scritte nei nostri precedenti articoli riguardanti NordVPN; questi consigli sono validi sia che tu risieda in un luogo i cui trackers sono al minimo storico, sia durante i vari viaggi nel mondo. In questo modo potrai avere una sicurezza in più, specialmente in tutti quei paesi il cui il rischio di incappare in qualche tracker malevolo è più alto del normale.