Se ti dicessi che basta accendere la luce giusta per rendere impossibile creare un deepfake convincente? Non è fantascienza, ma il nuovo sistema di autenticazione video sviluppato alla Cornell University: noise-coded illumination (NCI). Una tecnologia che nasconde codici segreti direttamente nella luce e li incorpora in ogni fotogramma registrato. Invisibile all’occhio umano, ma chiarissimo per chi analizza il video.
Come funziona la noise-coded illumination
Invece di inseguire i falsi dopo che sono stati creati, NCI li rende fragili fin dall’inizio. La fonte luminosa viene programmata per emettere micro-variazioni di intensità pseudo-casuali, impercettibili ma perfettamente rilevabili dai sensori delle videocamere.
Ogni lampada ha un codice univoco: il video girato sotto quella luce contiene un’impronta digitale luminosa chiamata video code che registra, in bassa fedeltà, versioni datate e leggermente modificate della scena. Se qualcuno prova a manipolare il contenuto, le alterazioni rompono la coerenza con il codice e la manomissione diventa evidente.

Perché è quasi impossibile aggirarla
Anche se un hacker conoscesse la tecnica e riuscisse a decifrare parte dei codici, si troverebbe davanti a un incubo: replicare ogni video code e mantenerlo coerente in tutte le porzioni modificate. Nei test, NCI ha resistito a manipolazioni di velocità, face swap, deepfake generativi, cambi di illuminazione, movimento di soggetto o camera, flash fotografici e compressioni video pesanti.
Dove la vedremo per prima
I primi contesti in cui questa tecnologia farà la differenza sono quelli ad alto rischio: conferenze stampa governative, interviste televisive, presentazioni pubbliche.
Immagina una sala stampa della Casa Bianca con luci codificate: se un video manipolato circolasse online, basterebbe analizzare il codice luminoso registrato per verificarne l’autenticità.
Ma non finisce qui: NCI può essere integrata in lampade fotografiche, sistemi di illuminazione aziendali, aule universitarie e perfino nei monitor, garantendo videoconferenze “blindate” contro i fake.
Un’idea nata dal laboratorio
Tutto è iniziato osservando lo sfarfallio delle luci fluorescenti in un laboratorio universitario. Un dettaglio banale che, nelle mani giuste, è diventato un’arma potente contro la disinformazione digitale. E con la presentazione ufficiale a SIGGRAPH 2025, la luce non serve più solo per vedere… ma anche per proteggere la verità.
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