In Italia, sta crescendo l’interesse verso la pratica del No Mow May, un movimento nato nel Regno Unito che promuove la riduzione della tosatura dei prati durante i mesi di maggio e giugno. Questo approccio favorisce la crescita delle piante autoctone e sostiene gli insetti impollinatori. Ma cosa comporta esattamente e perché è importante?
I benefici di lasciare crescere i prati
Ridurre il numero di sfalci primaverili può sembrare un’idea controintuitiva per molti, ma ci sono diversi vantaggi legati a questa pratica:
- Promozione della biodiversità: permettere la crescita delle piante autoctone aiuta a mantenere un ecosistema equilibrato, offrendo cibo e habitat agli insetti impollinatori.
- Miglioramento della salute del suolo: un prato non tosato frequentemente mantiene meglio l’umidità e riduce l’erosione.
- Aumento della presenza di impollinatori: specie come le farfalle e i bombi trovano rifugio e risorse nei prati incolti, migliorando così la loro sopravvivenza.
No Mow May: la situazione in Italia
Sebbene in Italia il movimento No Mow May non sia ancora diffuso come nel Regno Unito, alcune città stanno sperimentando la riduzione degli sfalci. Milano, Bergamo e Parma hanno avviato progetti che riducono della metà il numero di tagli in alcune aree verdi. Tuttavia, questa pratica non è priva di critiche.
Secondo Ilda Vagge, docente di botanica all’Università La Statale di Milano, “a Milano sono solo 54 le aree verdi dove sperimentiamo la riduzione degli sfalci, ovvero il 7% del totale dei prati urbani”. Questo ha sollevato proteste da parte dei cittadini che percepiscono questi spazi come trascurati.
Un punto importante da considerare è il rischio di allergie. In aree dove predominano specie come l’ambrosia, che produce elevate quantità di polline, la manutenzione è eseguita regolarmente per evitare problemi di salute.
Un futuro più verde?
Per incentivare la biodiversità, è essenziale seminare piante autoctone, poiché gli insetti locali sono coevoluti con queste specie. Edy Fantinato, botanico dell’Università Ca‘ Foscari di Venezia, sottolinea che
“le aree urbane offrono rifugi più adatti agli impollinatori selvatici rispetto alle aree rurali dove l’agricoltura intensiva ha ridotto drasticamente gli ambienti disponibili”.
Ridurre la tosatura dei prati durante maggio potrebbe essere una soluzione efficace per aumentare la biodiversità nelle nostre città? Quali sono le tue opinioni su questa pratica? Lascia un commento e facci sapere cosa ne pensi!