Il 15 agosto 2025, a 747 chilometri sopra di noi, si è aperta l’antenna NISAR: un disco radar da 12 metri di diametro che segna un primato assoluto per la NASA. Un’operazione chiamata “bloom”, durata 37 minuti, ha trasformato un cilindro di appena 60 centimetri in una struttura dorata grande quanto un autobus scolastico.
Per gli ingegneri del Jet Propulsion Laboratory è stato un momento di precisione estrema: bulloni esplosivi hanno liberato i 123 bracci compositi che hanno steso la rete metallica placcata in oro. Un sistema ripiegato come un ombrello al lancio, ma con la capacità di sostituire un’antenna radar lunga 19 chilometri.
Phil Barela, responsabile del progetto, lo ha definito senza giri di parole “il più grande riflettore mai aperto da una missione NASA”.
Un satellite che guarda attraverso le nuvole

NISAR non è un satellite come gli altri. È il primo al mondo a combinare due radar a banda L e banda S. Una doppia tecnologia che permette di osservare la superficie terrestre di giorno e di notte, anche con nuvole, neve o fitte foreste.
- La banda L penetra nelle chiome delle foreste e misura la biomassa.
- La banda S è sensibile alla neve e all’umidità, perfetta per monitorare ghiacciai e vegetazione più leggera.
Con queste caratteristiche, NISAR sarà in grado di:
- seguire i movimenti dei ghiacciai artici e antartici con precisione al centimetro;
- registrare deformazioni del terreno dovute a terremoti, frane o eruzioni;
- tracciare i cambiamenti nelle foreste e nelle zone umide, misurando la deforestazione globale.
Paul Rosen, scienziato del progetto, lo ha spiegato con un paragone semplice: “Un radar funziona come una lente fotografica. Più grande è la lente, più nitida è l’immagine”. Grazie a tecniche interferometriche, NISAR produrrà veri e propri filmati 3D delle trasformazioni del nostro pianeta.
Una cooperazione spaziale strategica

NISAR nasce dalla collaborazione tra NASA e ISRO, l’agenzia spaziale indiana. È partito il 30 luglio 2025 dallo Satish Dhawan Space Centre ed è costato circa 1,5 miliardi di dollari. Una cifra che lo rende il più costoso satellite per l’osservazione terrestre mai realizzato.
Per gli Stati Uniti e l’India, la missione rappresenta un esempio di diplomazia scientifica. Ma i benefici saranno globali: i dati raccolti saranno accessibili a ricercatori, governi e comunità di tutto il mondo.
Karen St. Germain, direttrice della divisione Earth Sciences della NASA, ha evidenziato il valore per la sicurezza alimentare, la pianificazione delle infrastrutture e la gestione delle emergenze.
Dati aperti e tempestivi
NISAR mapperà quasi tutte le superfici terrestri e ghiacciate due volte ogni 12 giorni. Le informazioni saranno pubbliche entro pochi giorni dall’osservazione, e in caso di emergenze i dati verranno diffusi entro poche ore.
La missione durerà almeno cinque anni, con l’inizio delle operazioni scientifiche previsto per l’autunno 2025. I prossimi mesi saranno dedicati alla fase di test e calibrazione.
Perché NISAR cambia le regole
I radar nello spazio non sono una novità. Dal Seasat del 1978 alla sonda Magellan degli anni ’90, hanno sempre aiutato a leggere la Terra. Ma NISAR porta la tecnologia a un livello superiore:
- copertura globale e regolare;
- precisione al centimetro;
- capacità di vedere attraverso condizioni che bloccano i satelliti ottici.
In sostanza, NISAR offrirà un modello dinamico del pianeta, aggiornato in tempo reale. Uno strumento che non serve solo a raccogliere dati, ma a prevedere e prevenire eventi critici.
Con l’apertura dell’antenna NISAR, l’osservazione terrestre entra in una nuova fase. Dai ghiacciai ai terremoti, dalle foreste tropicali alle infrastrutture, questo satellite ci restituirà un’immagine senza precedenti della Terra. E nel farlo ci ricorderà che guardare il nostro pianeta dall’alto è il primo passo per difenderlo.