Rendere l’idea delle dimensioni di un razzo moderno non è facile. Anche quando leggi i numeri, il cervello tende a minimizzare. Poi compare un video come quello diventato virale negli ultimi giorni, con il booster del Blue Origin New Glenn che viene trasportato su un’autostrada americana, e all’improvviso tutto cambia. La scala diventa reale, fisica, schiacciante. Quel cilindro che occupa l’intera carreggiata non è nemmeno il razzo completo. È solo il primo stadio. Una parte.
E qui capisci quanto grande sia davvero questa nuova generazione di veicoli spaziali.
Il video del booster: un colosso che divora la strada
La clip, rimbalzata ovunque e ripostata su Reddit nel subreddit r/megalophobia, mostra un camion che traina lentamente il booster del New Glenn. In qualsiasi altro contesto, il camion sarebbe l’elemento dominante. Qui sembra una miniatura. Il veicolo occupa l’intera larghezza della strada, costringendo l’escorta e gli operatori a una manovra lentissima.
Il booster è così enorme che trasforma la scena in qualcosa di surreale. La mente fatica a capire che non è un oggetto scenico o un modello, ma hardware aerospaziale vero, destinato a salire nello spazio. Ed è solo una parte del razzo.
New Glenn: più alto della Statua della Libertà
Il razzo completo raggiunge oltre 320 piedi di altezza, più di 97 metri. Per confronto, la Statua della Libertà arriva a circa 93 metri. Significa che New Glenn la supera di diversi metri, e occuperebbe lo stesso skyline.
Per capire dove si posiziona nella competizione:
- È più alto del Falcon 9 di SpaceX, uno dei razzi più affidabili della storia moderna.
- È molto più basso di Starship, che con i suoi 403 piedi (quasi 123 metri) resta il più grande razzo mai costruito.
New Glenn quindi non è il più grande di tutti, ma rientra senza dubbio nella categoria dei colossi. Ed è ancora in fase di evoluzione.
Un progetto con oltre dieci anni di sviluppo
Blue Origin lavora al New Glenn da più di un decennio. Il primo volo è arrivato solo a gennaio di quest’anno, dopo ritardi e test necessari per un programma così ambizioso. Quel debutto è stato visto come un passo fondamentale:
- Il secondo stadio ha raggiunto l’orbita.
- Il booster, però, non è sopravvissuto alla fase di rientro e atterraggio.
Per una compagnia che punta molto sulla riusabilità, questo è un punto cruciale. Recuperare il primo stadio permette di ridurre i costi e aumentare la frequenza dei lanci, proprio come avviene per SpaceX.
Il secondo volo è imminente
Dopo mesi di analisi e di lavoro sui BE 4, i sette motori del booster, Blue Origin ha effettuato a fine ottobre un test statico completo allo Space Coast Launch Complex di Cape Canaveral.
Il lancio doveva avvenire domenica scorsa. Il meteo ha deciso diversamente. Missione rinviata. Ora l’obiettivo è il lancio previsto per mercoledì. Questa seconda prova non è solo un passo tecnico. È un punto di giudizio per l’intero programma.
Il booster che abbiamo visto nel video, soprannominato Never Tell Me the Odds, deve essere recuperato integro. Se non sopravvive, secondo quanto riportato da Ars Technica, Blue Origin non avrebbe un sostituto pronto nel breve periodo. E questo ritarderebbe di mesi ogni piano successivo.
A bordo ci sono due sonde NASA dirette su Marte
Questa nuova missione serve anche a dimostrare la capacità di carico del razzo. New Glenn trasporterà due sonde della missione ESCAPADE della NASA, destinate a studiare l’interazione tra il vento solare, la magnetosfera e l’atmosfera di Marte.
Una volta rilasciate in orbita, le due sonde proseguiranno il viaggio verso il pianeta rosso. Per Blue Origin, avere un carico NASA così importante rappresenta un certificato di fiducia tecnico e istituzionale.
Riusabilità: la chiave che decide il futuro di New Glenn
Il booster Never Tell Me the Odds non deve solo decollare. Deve tornare indietro. Deve atterrare. Deve essere pronto per un altro volo. È il punto che decreterà se New Glenn potrà diventare un concorrente reale in un mercato che oggi vede SpaceX dominare con costanza e risultati.
Starship deve ancora raggiungere la piena operatività, ma ha già completato test significativi. Falcon 9 vola con una frequenza impressionante. New Glenn è il nuovo arrivato in una gara che non aspetta nessuno.
Il video virale rende tutto più concreto. Ricorda a milioni di persone quanto sia titanico lo sforzo richiesto per costruire un razzo di queste dimensioni e quanto sia complessa la corsa alla riusabilità.
Perché quel video colpisce così tanto
La risposta è semplice. Quando guardi un razzo sulla rampa di lancio, hai come riferimento solo il cielo. È difficile capire la scala. Ma quando lo vedi su una strada, accanto a un camion, a una barriera di cemento o a un lampione, il cervello si aggancia a misure familiari.
Improvvisamente capisci che:
- un camion gigante sembra minuscolo
- una corsia intera non basta
- l’oggetto non è un elemento scenico, ma una macchina da ingegneria estrema
E capisci quanto sia folle, affascinante e quasi alieno il mondo dei lanci spaziali moderni.
La sfida ora è una sola
Blue Origin deve dimostrare che New Glenn è affidabile, ripetibile e recuperabile. Senza questo, anche la grandezza fisica del razzo serve a poco. La clip virale ha acceso l’attenzione, ma ora tocca al razzo dimostrare di poter restare nello spazio competitivo dei vettori più importanti.
La prossima settimana potrebbe definire il futuro dell’intero progetto.
Seguici su Instagram