La start-up di Elon Musk, Neuralink, ha ufficialmente avuto l’approvazione delle autorità statunitensi per le sperimentazioni di impianti cerebrali sul cervello dell’uomo. Avviene così uno dei primi passi per la simbiosi tra macchina e uomo, indirizzata in primis a curare molte malattie cerebrali.
La Food and Drug Administration (Fda) ha infatti dato il permesso all’azienda californiana di effettuare il primo studio clinico sull’uomo concernente l’applicazione di impianti cerebrali.
Neuralink da proprio account su X – ex Twitter – ha affermato che:
“Si tratta di un primo passo importante che consentirà un giorno alla nostra tecnologia di aiutare molte persone”
L’azienda californiana ha asserito inoltre che le assunzioni per le sperimentazioni cliniche non sono ancora aperte; quindi, si tratta ancora della fase embrionale del progetto avveniristico dell’imprenditore naturalizzato statunitense.
Neuralink e gli impianti cerebrali: come funzionano e quali effetti hanno sul cervello
Ciò che produce l’azienda di Elon Musk è una serie di impianti tecnologici che permettono una connessione diretta e “mentale” tra l’uomo e il computer tramite il semplice uso del pensiero. In una prima fase essi saranno impiegati per curare persone affette da paralisi o danni cerebrali e quindi per aiutare a far recuperare le funzioni perdute o mancanti in soggetti clinici deprivati.
Una volta superata la fase di sperimentazione, l’obiettivo di Neuralink è procedere all’implementazione tra cervello umano e macchina, in maniera tale da potenziare ed espandere in maniera considerevole la potenza della mente, collegandola di fatto a un database illimitato. Tale connubio tra intelligenza umana e intelligenza artificiale sarà possibile in un futuro non molto lontano tramite un’operazione chirurgica a pagamento.
Elon Musk aveva già annunciato su Twitter nel 2019 che nel 2020 avrebbe avuto occasione la prima sperimentazione di simbiosi tra macchina e cervello umano, ma a causa della pandemia e dei tempi di approvazione da parte della Fda l’installazione di impianti cerebrali è stata rimandata.
Neuralink e impianti cerebrali: quali sono le conseguenze etiche?
Sicuramente ciò che Neuralink potenzialmente potrà fare rappresenta un passo più lungo della gamba per l’umanità. La società odierna a fatica riesce a regolamentare internet e tutto ciò che concerne l’intelligenza artificiale; pertanto, sarebbe necessaria una seria riflessione per quanto riguarda la simbiosi avveniristica tra intelligenza umana e artificiale.
Ciò che si vuole evitare è sicuramente la realizzazione di super-umani troppo diversi dall’essere umano “comune”, con il rischio di andare a creare una società di soggetti sostanzialmente troppo diversi tra loro. Il divario economico per certi versi già rappresenta un enorme gap – in termini di aspirazioni di vita e possibilità esperienziali – quindi il divario che si andrebbe a creare tra chi ha il chip e chi non sarebbe sicuramente ulteriore.
Un altro rischio dell’inserire impianti cerebrali sull’essere umano concerne la coscienza stessa dell’uomo, la quale risiede appunto nella mente. Con l’espansione conoscitiva potenzialmente illimitata data dall’accesso alle macchine e ad internet, non si escludono possibili tentativi da parte di soggetti terzi di influire negativamente sulla mente “bionica”. Magari tramite attacchi hacker che potrebbero compromettere le facoltà cognitive del soggetto interessato.
Tutto ciò non fa quindi che sollevare molti dubbi etici sulla creazione di un essere umano totalmente nuovo – transumano per così dire – che potrebbe cambiare in maniera radicale la storia e le relazioni sociali. Ma come ogni grande rivoluzione tecnologica le previsioni che si fanno ante non sono mai del tutto veritiere, e soprattutto sono viziate da molti preconcetti sociali ed emotivi.
Tuttavia le riflessioni etiche, religiose e filosofiche sono e devono essere del tutto ammesse e anzi incoraggiate e sollecitate. In un tempo storico in cui la tecnologia va troppo veloce, occorre forse fermarsi e pensare alle conseguenze che essa può apportare all’uomo e alla società, in maniera tale da dominarla e non farsi dominare da essa.