Con un sorriso appena accennato e una cannula nel nasino, il bambino KJ Muldoon, nato a Philadelphia e ancora in fasce, è entrato nella top ten dei protagonisti della scienza 2025 stilata dalla rivista Nature. Non è una scelta simbolica. È una fotografia precisa di dove sta andando la ricerca biomedica e di quanto rapidamente il confine tra laboratorio e vita reale si stia spostando.
Nature non ha premiato un’idea astratta. Ha messo al centro un paziente reale, il primo al mondo a ricevere una terapia genetica iperpersonalizzata basata su Crispr, sviluppata su misura per una rara malattia metabolica. Un caso clinico che segna un punto di non ritorno per la medicina moderna.
Perché Nature ha scelto KJ Muldoon
KJ Muldoon è il protagonista più giovane mai inserito nella lista annuale di Nature. La sua presenza non nasce da una narrazione emotiva, ma da un dato scientifico netto: nel 2025 è diventato il primo essere umano trattato con un editing genetico progettato su un singolo individuo.
La terapia, sviluppata presso il Children’s Hospital of Philadelphia, ha utilizzato la tecnologia Crispr per correggere un difetto genetico specifico, unico, non replicabile su altri pazienti. Qui non si parla di medicina di precisione in senso generico. Si parla di medicina su misura estrema, cucita su un solo genoma.
La svolta dell’editing genetico iperpersonalizzato
L’editing genetico con Crispr esiste da anni. La differenza, nel caso di KJ Muldoon, sta nella scala. Finora le terapie genetiche puntavano a correggere mutazioni comuni a gruppi di pazienti. Qui il bersaglio è stato un singolo errore genetico presente in un solo bambino.
Questo passaggio cambia la logica dell’intero sistema sanitario. Non si sviluppa più una cura per migliaia di persone. Si sviluppa una cura per una persona, in tempi compatibili con una situazione clinica critica.
Nature ha incluso KJ Muldoon per questo motivo. Non come simbolo, ma come prova vivente di un cambio di paradigma.
Una lista che intreccia scienza e politica globale
La top ten di Nature per il 2025 non racconta solo progressi tecnici. Racconta anche conflitti politici, decisioni istituzionali e scelte etiche.
Tra i nomi più discussi compare Susan Monarez, ex direttrice dei Centers for Disease Control and Prevention statunitensi. Nominata e poi rimossa durante l’amministrazione Trump, Monarez si è opposta ai licenziamenti interni e non ha sostenuto le politiche vaccinali promosse da Robert F. Kennedy Jr.. La sua presenza nella lista segnala un messaggio chiaro: la difesa dell’integrità scientifica ha un costo politico.
L’accordo pandemico globale e la diplomazia della scienza
Un altro volto centrale del 2025 è Precious Matsoso, funzionaria sudafricana che ha guidato la negoziazione del primo Accordo pandemico globale promosso dall’Organizzazione mondiale della sanità.
Il suo lavoro non riguarda un laboratorio o una scoperta tecnica. Riguarda regole condivise, cooperazione internazionale e gestione delle crisi sanitarie. Nature la inserisce perché oggi la scienza non vive isolata. Vive dentro trattati, compromessi e decisioni che salvano vite su scala planetaria.
Intelligenza artificiale accessibile e ricerca scientifica

Nella lista compare anche Liang Wenfeng, finanziere cinese legato allo sviluppo di DeepSeek, un sistema di intelligenza artificiale a basso costo reso disponibile gratuitamente alla comunità scientifica.
Il punto non è il profitto. È l’accesso. DeepSeek ha offerto a ricercatori di tutto il mondo uno strumento potente senza barriere economiche. Nature legge questa scelta come un acceleratore diretto della produzione scientifica globale.
Zanzare modificate e salute pubblica
Dal Brasile arriva Luciano Moreira, entomologo della Fondazione Oswaldo Cruz. Il suo progetto ha aperto la prima struttura industriale dedicata alla produzione di zanzare infettate con il batterio Wolbachia.
Questi insetti riducono la trasmissione di malattie come dengue e Zika. È biologia applicata alla salute pubblica, non in teoria, ma sul territorio. Nature lo inserisce perché il suo lavoro incide sulla vita quotidiana di milioni di persone.
Il telescopio Vera Rubin e l’universo osservato come mai prima
La scienza del 2025 guarda anche lontano. Tony Tyson, fisico dell’Università della California, è stato celebrato per il telescopio Vera Rubin, progettato trent’anni fa e diventato operativo ora in Cile.
Questo strumento promette le osservazioni più dettagliate mai realizzate di galassie lontane, aprendo nuove prospettive sulla struttura dell’universo. Un esempio di ricerca a lungo termine che trova compimento dopo decenni.
Dalle profondità oceaniche alle cellule
La lista prosegue con la geoscienziata Mengran Du, scesa fino a 9.000 metri di profondità per studiare il più profondo ecosistema terrestre conosciuto, e con la biologa Yifat Merbl, che ha svelato nuovi meccanismi con cui i proteasomi cellulari aiutano a contrastare le infezioni.
Spicca anche Sarah Tabrizi, neurologa dello University College di Londra, impegnata nello sviluppo di una terapia capace di rallentare la malattia di Huntington, una delle patologie genetiche più devastanti.
Integrità scientifica e controllo dei dati
Chiude la lista Achal Agrawal, esperto indiano di scienza dei dati, che ha smascherato casi di frode e cattiva condotta accademica in India. Il suo lavoro ha inciso sulle politiche di valutazione degli istituti universitari, riportando al centro la qualità della ricerca.
Perché questa lista conta davvero
La selezione di Nature per il 2025 mostra una scienza che non vive più in compartimenti stagni. Un neonato trattato con Crispr, un accordo pandemico globale, un’IA gratuita, un telescopio gigante e una discesa negli abissi raccontano la stessa storia.
La ricerca oggi agisce su corpi, istituzioni, pianeta e spazio. E il volto più potente di questo cambiamento, nel 2025, è quello di KJ Muldoon, pochi mesi di vita e un’intera disciplina che ruota attorno a lui.
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