La NASA non vuole perdere la corsa alla Luna. I ritardi di SpaceX nello sviluppo del sistema di allunaggio HLS (Human Landing System) hanno spinto l’agenzia americana a riaprire la gara per Artemis III, la missione che dovrebbe riportare gli astronauti sul suolo lunare.
Lo ha confermato l’amministratore ad interim Sean Duffy in un’intervista a Fox News, spiegando che il nuovo bando mira a “coinvolgere più aziende americane per arrivare prima della Cina”.
“Siamo in una corsa contro la Cina, e dobbiamo arrivare per primi sulla Luna”, ha dichiarato Duffy. “Amo SpaceX, ma sono in ritardo. Il presidente e io vogliamo che l’allunaggio avvenga entro questo mandato”.
Nuova gara per il modulo HLS

Il contratto per il sistema di allunaggio lunare era stato assegnato a SpaceX nel 2021, per un valore di 2,9 miliardi di dollari, basato sul progetto Starship HLS.
Ma la tabella di marcia si è allungata: i test del razzo Starship hanno subito vari rinvii e la missione Artemis III, inizialmente prevista per il 2026, rischia di slittare verso il 2028.
Per questo motivo la NASA intende riaprire la competizione per la costruzione del lander, incoraggiando altre compagnie a proporre soluzioni alternative. “Avremo una gara spaziale tra aziende americane per vedere chi riuscirà a portarci di nuovo sulla Luna per primo”, ha detto Duffy in un post su X.
Blue Origin torna in orbita
La decisione rimette in gioco Blue Origin, la compagnia fondata da Jeff Bezos, che nel 2021 aveva già presentato una proposta insieme a Lockheed Martin, Northrop Grumman e Draper.
All’epoca l’azienda aveva contestato la scelta della NASA di assegnare il contratto esclusivamente a SpaceX. Ora, con il nuovo bando, Bezos potrebbe tornare in corsa con una versione aggiornata del lander Blue Moon, già testato in fase di prototipo.
Secondo diverse fonti statunitensi, Blue Origin sarebbe pronta a offrire un veicolo più modulare, pensato per operare in collaborazione con Orion e la stazione Gateway, l’avamposto lunare in costruzione in orbita intorno alla Luna.
La posta in gioco: arrivare prima della Cina

La sfida non è solo tecnologica ma anche geopolitica. Gli Stati Uniti vogliono mantenere il vantaggio sulla Cina, che con la missione Chang’e 8 e il progetto ILRS (International Lunar Research Station) punta a far sbarcare i propri astronauti sulla Luna entro il 2030.
Per la NASA, ogni anno di ritardo rappresenta un rischio strategico. Aprire la competizione a più aziende significa diversificare le soluzioni e ridurre la dipendenza da SpaceX, pur mantenendo la collaborazione con Musk per il razzo Starship.
Il piano di Duffy è chiaro: completare Artemis III durante l’attuale mandato presidenziale, anche a costo di ridisegnare il calendario delle missioni Artemis.
Musk contro Bezos: la sfida si riaccende
La nuova gara riaccende la rivalità tra Elon Musk e Jeff Bezos, i due miliardari simbolo della corsa privata allo spazio.
SpaceX continua a puntare sulla riutilizzabilità e sulla potenza della Starship, un veicolo pensato per trasportare carichi pesanti e grandi equipaggi verso la Luna e Marte.
Blue Origin, invece, punta su un design più tradizionale e scalabile, con lander riutilizzabili e componenti già testati per la futura infrastruttura lunare.
Per entrambe le aziende, aggiudicarsi il contratto HLS significherebbe detenere il controllo della prossima era dell’esplorazione spaziale americana.

Un futuro ancora da scrivere
La NASA dovrà ora bilanciare tempistiche, sicurezza e costi, valutando se affidarsi a più fornitori o a un singolo costruttore principale.
Il nuovo bando, che dovrebbe essere pubblicato entro la fine dell’anno, segna un ritorno alla competizione aperta che aveva caratterizzato l’epoca d’oro dell’esplorazione spaziale americana.
Nel frattempo, Artemis II — la missione con equipaggio in orbita lunare — rimane la prossima tappa del programma, con lancio previsto nel 2026.
La corsa alla Luna è tutt’altro che conclusa: il vero traguardo, oggi, non è solo tornare sulla superficie lunare, ma chi riuscirà a farlo per primo e con quale bandiera.
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