La NASA sta affrontando un serio problema di perdite d’aria sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS). Secondo un nuovo rapporto dell’ispettore generale della NASA, crepe crescenti nel tunnel che collega il segmento russo della stazione a un porto di attracco stanno causando preoccupazioni sempre più gravi.
Il problema delle perdite
Le perdite, identificate già da tempo, sono aumentate a livelli allarmanti. Ad aprile 2024, il tasso di perdita ha raggiunto 3,7 libbre di atmosfera al giorno, un salto significativo rispetto a meno di una libbra a febbraio. NASA e Roscosmos, l’agenzia spaziale russa, stanno collaborando per scoprire la causa delle crepe e delle perdite nel tunnel del modulo di trasferimento della ISS.
Nonostante gli sforzi congiunti, il problema rimane irrisolto. Secondo il rapporto, il focus delle indagini si concentra sulle saldature interne ed esterne del tunnel, ma le cause definitive delle crepe non sono ancora chiare.
Rischi per le operazioni della ISS
A causa dell’aumento delle perdite, la NASA ha elevato il livello di preoccupazione nella sua “matrice dei rischi” al massimo, temendo che si possa arrivare al punto di dover chiudere permanentemente il portello del tunnel coinvolto. Questo bloccherebbe l’accesso a uno dei quattro porti di attracco della stazione, riducendo le capacità operative della ISS.
Roscosmos ha dichiarato di essere in grado di monitorare il tasso di perdita e di chiudere il portello in caso di necessità, ma NASA e Roscosmos non hanno ancora concordato quale sia il livello di perdita che richiederebbe tale azione drastica.
Un futuro incerto per la ISS
La situazione diventa ancora più complessa se si considera che la NASA prevede di ritirare la ISS entro il 2030, con l’aiuto di SpaceX per deorbitare la stazione e farla precipitare nell’oceano Pacifico. Tuttavia, Russia e NASA non hanno ancora trovato un accordo sulla continuazione delle operazioni oltre il 2028.
Un’opzione sarebbe estendere la vita della ISS oltre il 2030, ma questo richiederebbe fondi significativi e l’accettazione di rischi crescenti legati al deterioramento dei suoi componenti e strutture.
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