Lo Space Launch System, con cui la NASA riporterà l’uomo sulla luna nel 2024 grazie al programma ARTEMIS, ha avuto a che fare con tecnici che hanno messo a dura prova il suo serbatoio.
Il serbatoio contenente idrogeno liquido che è stato utilizzato per il test, è identico a quello che verrà installato nell’SLS. Il container/clone, è stato sottoposto dai periti dell’agenzia governativa spaziale degli Stati Uniti ad un test per provarne la resistenza che ha causato una fragorosa (e a quanto pare spettacolare) esplosione del serbatoio stesso, che è corredato di milioni di sensori che consentono di rilevare eventuali alterazioni del metallo e raccogliere i dati riguardanti la temperatura.
Il test ha avuto una durata di cinque ore in cui nel serbatoio, alto 64 metri, è stato introdotto gradualmente dell’azoto al fine di aumentare la pressione interna del serbatoio stesso. Il metallo, dopo la lunga stimolazione, ha mostrato i primi segni di deformazione sino a cedere ad una incredibile esplosione. Bisogna chiarire che tale risultato è stato voluto dall’equipe di ricerca, che ha spinto la resistenza del serbatoio ad una pressione superiore al 260% di quella che subirebbe durante il lancio. Questo ha fatto constatare quanto l’apparecchio sia affidabile e coriaceo.
L’amministratore della NASA Jim Bridgestone, ha dichiarato:”È un successo! Gli ingegneri della NASA hanno testato il serbatoio dell’SLS fino a farlo scoppiare: ha resistito a sollecitazioni superiori al 260% di quanto non subirebbe durante il lancio, prima di deformarsi e rompersi!”
Lo Space Launch System ad oggi è il razzo più potente progettato. La sua costruzione ha causato notevoli ritardi rispetto all’obiettivo di mandarlo in orbita nel 2024. Alcuni non credono che l’uomo tornerà sulla luna entro la data prestabilita, ma la NASA non è dello stesso avviso e sta già attivando una campagna per reclutare un numero corposo di finanziatori privati, interessati o appassionati ai viaggi interstellari, che foraggino il nuovo progetto spaziale ARTEMIS.