Il prossimo test di volo del razzo Starship di SpaceX è imminente, e la NASA non potrebbe essere più entusiasta. Dopo il successo parziale del volo di giugno, SpaceX potrebbe lanciare la sua navicella più potente già il 13 ottobre, in attesa del via libera della Federal Aviation Administration.
Un passo importante per il programma Artemis
Questo test non è solo un altro lancio per SpaceX, ma rappresenta una tappa cruciale per il futuro delle missioni lunari della NASA. Starship gioca infatti un ruolo fondamentale nel programma Artemis. Una versione speciale di questo razzo, il Human Landing System, sarà utilizzata per portare gli astronauti sulla superficie lunare durante la missione Artemis 3.
Come ha dichiarato Lori Glaze, vice amministratrice del direttorato di missione della NASA, “non c’è dubbio che il Human Landing System sia il percorso critico per Artemis 3.”
Starship: tra esplosioni e miglioramenti
Il cammino di Starship non è stato privo di intoppi. I primi due voli orbitali si sono conclusi in spettacolari esplosioni, ma l’ultimo test di giugno ha segnato un significativo miglioramento. Per la prima volta, entrambe le fasi del razzo sono riuscite a tornare sulla Terra, con il booster Super Heavy che ha rallentato la sua discesa e si è “adagiato” nel Golfo del Messico.
La navicella Starship, pur atterrando anch’essa nell’oceano, ha subito qualche ammaccatura di troppo. Ma il progresso c’è, ed è tangibile.
La sfida del quinto volo
Con il quinto test integrato, SpaceX punta ancora più in alto. Questa volta, il piano prevede che il booster Super Heavy tenti un atterraggio a terra, direttamente nella struttura di SpaceX Starbase a Boca Chica, Texas. E qui entra in gioco Mechazilla, una torre di lancio dotata di braccia giganti soprannominate “chopsticks”. L’obiettivo? Afferrare il razzo a mezz’aria, un’impresa complessa e delicata.
Tutto questo è parte del piano a lungo termine di SpaceX di rendere Starship un veicolo di lancio completamente riutilizzabile. Il vicepresidente di SpaceX per l’affidabilità di costruzione e volo, Bill Gerstenmaier, è ottimista: “Abbiamo atterrato con un’accuratezza di mezzo centimetro nell’oceano, quindi pensiamo di avere buone possibilità di tornare alla torre.”
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