La NASA lo definisce una cometa naturale, ma non tutti sono convinti. L’astrofisico di Harvard Avi Loeb accusa l’agenzia di chiudere troppo presto il caso di 3I/ATLAS, l’enigmatico oggetto proveniente da un altro sistema stellare. Secondo Loeb, la conferenza stampa organizzata dalla NASA è stata “ingannevole” e troppo orientata a difendere la versione ufficiale, ignorando i dati che mostrano comportamenti anomali.
La conferenza della discordia

Dopo settimane di silenzio dovute al blocco del governo americano, la NASA ha presentato nuove immagini di 3I/ATLAS durante una conferenza in diretta.
Amit Kshatriya, amministratore associato dell’agenzia, ha ribadito con decisione che l’oggetto “è una cometa e si comporta come tale”. Nessun mistero, nessuna tecnologia aliena, solo ghiaccio e polvere cosmica.
Per Avi Loeb, invece, questo approccio è il problema. Nel suo blog ha citato Sherlock Holmes per descrivere la posizione della NASA: “non c’è nulla di più ingannevole di un fatto ovvio”. In altre parole, l’agenzia avrebbe preferito ripetere una spiegazione comoda invece di concentrarsi su ciò che non capisce.
Cosa mostrano le nuove immagini
Le foto sono state scattate dalla sonda Mars Reconnaissance Orbiter, attraverso la potente fotocamera HiRISE. Mostrano un oggetto luminoso e sfocato circondato da un alone bianco, descritto come una nube di gas e polveri illuminata dal Sole.
Per la NASA, il comportamento di 3I/ATLAS è perfettamente coerente con quello di una cometa che attraversa il Sistema Solare interno. Ma Loeb non è d’accordo: secondo lui i dati ultravioletti registrati dal satellite MAVEN e le immagini del telescopio James Webb non sono compatibili con una normale attività cometaria.
Le anomalie che dividono gli scienziati

Loeb elenca una lunga serie di anomalie che, a suo dire, meritano maggiore attenzione.
Tra queste ci sono la traiettoria insolitamente precisa dell’oggetto, la massa sospettosamente elevata e la presenza di getti di gas orientati sia verso il Sole sia in avanti, una direzione opposta a quella prevista dalla fisica delle comete.
Questi fenomeni, secondo il professore, potrebbero indicare la presenza di un sistema di propulsione o di una struttura artificiale. Loeb parla di un “possibile veicolo interstellare” e si chiede se la NASA non stia sottovalutando una scoperta potenzialmente rivoluzionaria.
“Se davvero è solo un blocco di ghiaccio, allora la Natura è stata fin troppo generosa con la NASA, inviandole un oggetto cento mila volte più regolare del previsto” ha scritto nel suo commento più recente.
La versione ufficiale della NASA
L’agenzia spaziale resta ferma nella sua posizione. Gli esperti sottolineano che tutte le osservazioni, incluse quelle dei telescopi spaziali Hubble e James Webb, mostrano caratteristiche coerenti con un corpo naturale.
Per NASA, 3I/ATLAS è una cometa proveniente da un sistema stellare lontano, con una composizione simile a quella degli oggetti della fascia di Kuiper.
Kshatriya ha ricordato che “la scienza si basa su dati verificabili” e che le teorie non supportate da prove rischiano di alimentare disinformazione. Una dichiarazione che molti hanno interpretato come una frecciata diretta a Loeb.
Un conflitto di visione più che di dati

Dietro lo scontro tra la NASA e Loeb si nasconde un contrasto culturale. Da una parte c’è l’approccio prudente dell’istituzione pubblica, che preferisce non speculare finché non ci sono prove certe. Dall’altra, la filosofia di Loeb, che invita a non ignorare le anomalie e a mantenere la mente aperta anche di fronte a ipotesi considerate estreme.
Nel suo ultimo intervento, Loeb ha scritto che “gli scienziati più curiosi devono avere l’umiltà di imparare da ciò che non capiscono, invece di mostrare l’arroganza dell’esperienza”.
Per lui, il compito della ricerca è cercare il nuovo, non difendere ciò che è già accettato.
In attesa del nuovo passaggio di 3I/ATLAS
L’oggetto interstellare passerà vicino alla Terra il 19 dicembre 2025. Sarà l’occasione per osservazioni più dettagliate, sia con telescopi terrestri sia con strumenti spaziali. Le nuove analisi potranno chiarire se 3I/ATLAS è davvero una cometa o se nasconde qualcosa di più.
NASA ha già pianificato una serie di misurazioni sulla composizione e sulla velocità dei getti, ma anche Loeb e il suo gruppo di ricerca stanno preparando osservazioni indipendenti.
Scienza, immaginazione e rischio

Che si tratti di una cometa o di un oggetto artificiale, 3I/ATLAS ha riacceso il dibattito su quanto la scienza debba osare.
Per alcuni, Loeb è un provocatore che sfida il rigore accademico. Per altri, è una voce necessaria in un campo troppo spesso frenato dalla burocrazia e dal conformismo.
“Chi non osa, non scopre” scrive Loeb nel suo ultimo post. “I burocrati vogliono che crediamo solo in ciò che è prevedibile. Ma il meglio deve ancora arrivare.”
Forse la verità su 3I/ATLAS non cambierà la nostra visione dell’universo. O forse sarà il primo segnale che non siamo soli.
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