Una squadra composta da tre ricercatori dell’Università del Kent, dell’Accademia polacca delle scienze e dell’Università di Cambridge ha dichiarato di aver scoperto perché i narcisisti hanno maggiori probabilità di credere alle teorie del complotto rispetto ad altre persone senza questo disturbo. Nella loro ricerca, Aleksandra Cichocka, Marta Marchlewska e Mikey Biddlestone hanno descritto le caratteristiche delle persone con tratti narcisistici che sono più propense a farsi coinvolgere in teorie complottiste.
I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Current Opinion in Psychology.
Narcisisti: ecco perché credono ai complotti
Con il progredire della pandemia da Covid19 e le diatribe del mondo della politica in molti paesi del mondo, le teorie del complotto sono diventate un argomento di conversazione ormai quotidiano. Il pensiero complottista pensiero non è niente di nuovo, naturalmente, ciò che è cambiato è la facilità con cui si diffonde tramite i social media. Negli ultimi anni, numerosi studi hanno dimostrato che i narcisisti sono più suscettibili a credere alle teorie del complotto. In questo nuovo srudio, la squadra di ricercatori ha cercato di spiegare quale ragione ci potrebbe essere dietro questa inclinazione.
I narcisisti, come descritto dalla comunità psicologica, hanno convinzioni sulla propria superiorità e diritto che li collocano al di sopra delle persone normali. Ricerche precedenti hanno anche dimostrato che le persone con narcisismo tendono ad avere tre tratti specifici: nevroticismo, antagonismo ed estroversione dell’agente. E sono questi tre tratti, sostengono i ricercatori, che rendono i narcisisti così suscettibili alle teorie del complotto.
Il nevroticismo è generalmente definito come una tendenza a reagire emotivamente e irrazionalmente alle informazioni: ricerche precedenti hanno suggerito che è spesso correlato a sentimenti di bassa autostima, difficoltà relazionali e vergogna. È stato anche collegato alla paranoia.
L’antagonismo è l’aggressività verso gli altri e le loro opinioni, di solito come mezzo per ottenere o mantenere il controllo su eventi o altre persone. L’estroversione dell’agente descrive un comportamento aggressivo o assertivo. Tende ad assecondare la fiducia in se stessi e molto spesso la capacità di affascinare.
I ricercatori suggeriscono che la paranoia può portare all’apertura riguardo alle teorie del complotto e che la necessità di mantenere il controllo durante i periodi di incertezza, come una pandemia, può portare i narcisisti a cogliere affermazioni stravaganti per sentirsi come se avessero ancora il controllo delle loro vite. E l’antagonismo viene alla ribalta quando gli altri contestano le loro opinioni riguardo alle teorie complottiste, il che serve solo a rafforzare il loro sostegno nei loro confronti.
Nicola Ghezzani, è uno psicologo clinico, psicoterapeuta e formatore alla psicoterapia. E’ fondatore e Presidente della SIPSID (Società Italiana di Psicologia Dialettica) rispetto ai narcisisti, ha dichiarato: “Il narcisismo è una struttura caratteriale patologica. Presenta diverse gradazioni, dalla semplice ma insistita vanità, che nasconde una enorme insicurezza, fino alla crudeltà sadica e distruttiva”.
“È il carattere dominante nel mondo contemporaneo, nel quale l’apparire conta più dell’essere, l’immagine artefatta più della vita autentica, l’invidia più della lealtà. l’invidia, in particolare, è il sentimento oggi dominante, perché ognuno guarda a ciò che l’altro ha o è e, se ritiene di non poterlo raggiungere, desidera la sua distruzione. In questa realtà sociale ognuno diventa il rivale e il competitore dell’altro, e qualunque argomento è buono pur di vincere la partita. Lo osserviamo nei sempre più frequenti conflitti sui social e sui media, dove domina la slealtà e non si risparmiano colpi”.
“Per alcuni autori, il narcisismo è una forza vitale comune a tutti, che ci spinge ad amarci e a maturare e che solo in alcuni casi diventa patologica. Io invece penso che sia sempre patologica, e riservo alla forza che ci spinge ad amarci e a maturare il termine “individuazione”. Quindi nella persona malata da un lato c’è il masochismo, dall’altro il narcisismo; nella persona sana da un lato c’è l’amore, dall’altro l’individuazione“.
Vittorio Lingiardi, Psichiatra e psicoanalista, Professore Ordinario e Direttore del Corso di Specializzazione in Psicologia Clinica presso la Facoltà di Medicina e Psicologia, Sapienza Università di Roma, rispetto ai narcisisti,ha aggiunto: “Esistono molte diverse patologie del narcisismo. Millon, per esempio, parla di personalità narcisistiche “senza scrupoli”, “appassionata”, “compensatoria”,“elitaria”, “fanatica”. Per non parlare dell’ormai classica distinzione che fa Gabbard (ma la riprende da Rosenfeld), di narcisismo overt e covert. O meglio, grandiosità-esibizionismo vs vulnerabilità-sensibilità”.
“Insomma, riassumere il significato clinico di questa diagnosi in poche parole non è facile, ma ci provo. Direi che gli individui con personalità narcisisticahanno un’idea grandiosa di sé, un costante bisogno di ammirazione e pochissima empatia. Chiunque di noi sa che cosa questo significhi nel contesto di una relazione, affettiva ma anche semplicemente professionale. I narcisisti pensano di essere diversi e migliori degli altri e di potersi permettere di avere o di fare cose speciali che gli altri non possono permettersi. Anzi, pensano di averne diritto”.
“Possono essere sprezzanti e critici nei confronti degli altri, e hanno poca sensibilità verso la sofferenza altrui. Ricordo un paziente che in seduta mi parlava con rabbia e risentimento di un amico che lo aveva avvisato all’ultimo momento che non poteva andare con lui al cinema. Poco dopo mi ha detto il perché di questo mancato appuntamento: la madre dell’amico era stata portata d’urgenza in pronto soccorso”.
Un altro tema importante nel lavoro con le personalità narcisistiche è la loro difficoltà a ricavare piacere dalle cose, e i conseguenti sentimenti di tristezza, indifferenza e noia. E poi c’è il lato covert: fragilità, vulnerabilità, paura del confronto, ipersensibilità alla critica. Spesso le due facce coesistono, ma ho visto molti narcisisti eccellere anche in una delle due dimensioni”.