Un’importante scoperta potrebbe rivoluzionare in modo significativo l’approccio terapeutico al morbo di Crohn: si tratta delle nanomolecole che utilizzate per trasportare un peptide antinfiammatorio, una piccola porzione di una proteina, direttamente sulla lesione intestinale.
La ricerca è stata pubblicata sulla rivista specializzata Advanced Therapeutics
Nanomolecole per il morbo di Crohn: i primi risultati della ricerca
Il gruppo di ricercatori della Northwestern University Feinberg School of Medicine, ha iniettato le nanomolecole nei roditori, ottenendo un’ottima risposta: “I risultati sono stati fenomenali“, ha raccontato Arun Sharma, docente di Urologia e Ingegneria Biomedica della Northwestern University Feinberg School of Medicine. “Abbiamo visto una riduzione dell’infiammazione basata sulla riduzione delle cellule immunitarie e delle proteine pro-infiammatorie. La dimensione della lesione si è ridotta drasticamente, il che ci fa sperare che con questa terapia possiamo salvare il tessuto infiammatorio ed evitare di dover rimuovere chirurgicamente segmenti di intestino nei casi gravi di morbo di Crohn“.
Le malattie infiammatorie intestinali sono caratterizzate da infiammazione cronica, che porta alla distruzione del tessuto del tratto gastrointestinale. Le strategie specificamente utilizzate per gestire l’infiammazione intestinale nei pazienti affetti da morbo di Crohn incontrano numerosi ostacoli. Questi includono effetti collaterali fisiologici specifici del trattamento e lo sviluppo di resistenza alle terapie biologiche e farmacologiche.
La somministrazione diretta di AIF ‐ PA in lesioni infiammatorie da salto intestinale tenue riduce al minimo il cambiamento patologico nell’architettura dei tessuti e nella fisiologia intestinale. Il nuovo approccio con le nanomolecole: “potrebbe anche prevenire la necessità di un intervento chirurgico in futuro”, hanno concluso i ricercatori.
certo speriamo arrivi presto una terapia efficace
Dove viene fatta questa cura?lo spero soffro da sei anni ormai