Gli animali più grandi della Terra stanno vedendo la loro salute messa a repentaglio da alcuni dei più piccoli oggetti artificiali, infatti un nuovo studio ha scoperto che tramite i fanoni filtratori, i Mysticeti al largo della costa della California, ingeriscono milioni di pezzi di microplastica ogni giorno, un consumo che potrebbe essere tossico.
L’inquinamento da plastica è un problema che ha continuato, e continua tutt’ora ad affliggere l’ambiente, in particolare l’oceano. All’inizio di quest’anno, l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE) ha pubblicato un rapporto in cui si afferma che il mondo produce “il doppio della plastica rispetto a due decenni fa”, e gran parte di essa disperde nell’ambiente. Secondo il gruppo, i paesi dell’OCSE, compresi gli Stati Uniti, rappresentano il 35% delle perdite di microplastiche, un effetto che rappresenta una “seria preoccupazione”.
Questo problema dovrebbe solo peggiorare nei prossimi decenni e, secondo i ricercatori, i grandi animali marini, tra cui appunto i Mysticeti, potrebbero essere “a rischio estremo” di ingerire queste plastiche, che sono minuscoli polimeri sintetici lunghi meno di 5 millimetri, circa le dimensioni della gomma che troviamo sulla testa di una matita nuova.
In uno studio pubblicato lo scorso martedì su Nature Communications, i ricercatori hanno affermato che le concentrazioni più elevate di queste microplastiche sono comprese tra 50 e 250 metri (da 164 a 820 piedi) sotto la superficie dell’oceano, le stesse profondità in cui si nutrono prevalentemente i Mysticeti. Le balene -comprese le 29 balenottere comuni, 126 balenottere azzurre e megattere che i ricercatori hanno studiato al largo della costa della California- sono filtratori, il che significa che invece di masticare pesce, la maggior parte della loro dieta deriva dall’assunzione di grandi sorsi d’acqua e dall’ingestione i numerosi piccoli animali al suo interno, vale a dire il krill.
Lo studio sui Mysticeti e ciò che si è scoperto
I ricercatori hanno studiato questa categoria di balene, i Mysticeti, dal 2010 al 2019, principalmente intorno a Monterey Bay, per capire meglio quanta plastica stessero ingerendo, ed hanno scoperto che le balene che si nutrono di krill sono esposte a un inquinamento significativamente maggiore di microplastica.
“Non stanno semplicemente mangiando singole prede. E quindi forse possono ottenere molta della loro plastica semplicemente filtrando l’acqua inquinata o da prede che avevano precedentemente mangiato plastica”
ha detto Matthew Savoca, uno degli autori dello studio, ai nostri colleghi di CBS News, il quale ha inoltre affermato che i ricercatori ritengono che “il 98-99% di tutta la plastica che stanno ingerendo” provenga dalle loro prede piuttosto che direttamente dall’acqua stessa.
Tra i Mysticeti inclusi nello studio ci sono le balene blu, gli animali più grandi del pianeta, che possono pesare fino a 150 tonnellate (330.000 libbre), crescere fino a 35 metri (110 piedi) di lunghezza e vivere fino a circa 90 anni, e in quella che Savoca ha descritto come una stima prudente, è stato scoperto che i membri di questa specie lungo la costa della California consumano circa 10 milioni di pezzi di microplastica – fino a 43 chilogrammi (96 libbre) – ogni giorno, “o forse anche di più”.
A differenza dei Mysticeti, una balena che si nutre principalmente di pesce, d’altra parte, consuma circa 200.000 pezzi al giorno, secondo lo studio, inoltre Savoca ha notato che le balene sono variabili nelle loro abitudini alimentari, e “potrebbero non mangiare per giorni, settimane o addirittura mesi”, in particolare durante la riproduzione, affermando in seguito:
“Le balene o mangiano una quantità enorme di cibo, o non mangiano affatto, e possono cambiare avanti e indietro in modo piuttosto impressionante”.
I ricercatori, guidati dal candidato Ph.D. Shirel Kahane-Rapport, sono stati in grado di determinare questi numeri attraverso un esame incrociato di stime di quanto inquinamento da microplastica c’è nelle regioni che hanno analizzato, quanta di quella plastica viene consumata dal krill e quanto krill viene consumato dalle balene.
La maggior parte della microplastica proviene da fibre semisintetiche di vestiti, mobili, corde e altri materiali.
“Vale la pena affermare che queste balene blu, ad esempio, potrebbero mangiare 10, 15 o anche 20 tonnellate di cibo al giorno. Quindi, la quantità di plastica che stanno mangiando rispetto alla quantità di cibo che stanno mangiando è minuscola. Ciò non significa che non sia importante o pericoloso.”
ha detto Savoca.
I ricercatori temono che, anche se l’ingestione di plastica è piccola rispetto a quanto mangiano i Mysticeti, potrebbe comunque avere un impatto tossico, anche perché come ha giustamente detto Savoca, la plastica è prodotta con additivi chimici, e mentre molti di questi additivi possono diffondersi nell’acqua dell’oceano, molti altri rimangono sui pezzi di plastica che vengono ingeriti, e molti pezzi di plastica diventano anche un “cocktail di contaminanti” poiché altri contaminanti nell’acqua si attaccano ai pezzi.
Non è ancora del tutto chiaro come questa plastica interagisca con il sistema digerente degli Mysticeti, sebbene sia oggetto di ricerca, con lo studioso che afferma:
“La quantità di plastica che abbiamo scoperto che queste balene potrebbero ingerire suggerisce che forse queste tossine potrebbero avere effetti di cui non siamo ancora ben consapevoli. Non solo per le balene, ma anche per altri animali che mangiano plastica… Questo non è assolutamente un programma esclusivo per le balene; a questo punto è quasi universale”.
Tra le altre cose, c’è da considerare che alcune microplastiche sono anche più piccole di 5 millimetri, e hanno dimostrato di essere in grado di passare attraverso la parete intestinale e nei tessuti del corpo umano. Gli scienziati hanno scoperto microplastiche nelle feci umane nel 2018 e all’inizio di quest’anno, nel tessuto polmonare, e Savoca ha affermato che è stato rilevato anche nella placenta umana, nel latte materno e nel sangue.
“Questo è il mondo in cui viviamo tutti e di questi stessi problemi stiamo parlando di una balena… siamo anche noi… Questo è un problema per cui gli animali agiscono in qualche modo come sentinelle. Sono canarini nella miniera di carbone per questi ecosistemi e queste reti alimentari e queste catene alimentari di cui anche noi facciamo parte”.
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