Nel 2025 Elon Musk controlla due terzi dei satelliti in orbita attorno alla Terra. Con oltre 10.000 satelliti Starlink lanciati, di cui più di 8.600 operativi, SpaceX domina ormai il settore spaziale e stabilisce nuovi record di lancio.
Secondo l’astronomo Jonathan McDowell dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics, i satelliti Starlink rappresentano oltre il 66% dei 12.500 satelliti attivi stimati dall’Agenzia Spaziale Europea.
Il dominio dei satelliti Starlink
Starlink è la rete di satelliti creata da SpaceX per fornire connessione Internet globale ad alta velocità, anche nelle aree più remote del pianeta. Ogni mese Musk aggiunge centinaia di nuovi satelliti in orbita bassa, con un ritmo mai visto prima nel settore privato.
Nel 2025 la compagnia ha già completato 133 lanci con il razzo Falcon 9, stabilendo un nuovo record interno e superando il ritmo del 2024, quando SpaceX aveva chiuso l’anno con 134 voli totali, includendo due missioni del più potente Falcon Heavy.
Si tratta del numero più alto di lanci mai registrato in un anno da una singola famiglia di razzi, confermando la supremazia tecnica del vettore di punta dell’azienda americana.
Ogni lancio aggiunge decine di satelliti alla costellazione Starlink, che nel giro di pochi anni è passata da progetto sperimentale a rete commerciale planetaria, in grado di offrire connessione stabile in oltre 70 Paesi.

Falcon 9, il razzo che lancia i satelliti Starlink
La chiave del successo è il Falcon 9, razzo riutilizzabile che consente a SpaceX di ridurre i costi di lancio. Ogni missione segue una procedura ormai standard: rilascio dei satelliti e ritorno controllato del primo stadio, che spesso viene recuperato e riutilizzato anche più di 20 volte.
Questo sistema di riuso permette di mantenere una frequenza industriale, con oltre una dozzina di missioni al mese, e garantisce a SpaceX un vantaggio economico e operativo enorme rispetto ai concorrenti.
Il modello ha aperto la strada a un’economia orbitale su larga scala, in cui l’accesso allo Spazio è sempre più rapido, economico e regolare.
Rischi e regolamentazioni: chi controlla il traffico orbitale?
L’espansione di Starlink solleva però anche questioni delicate. Avere due terzi dei satelliti in orbita sotto il controllo di una sola compagnia significa concentrare un potere tecnologico senza precedenti.
Gli astronomi e le agenzie spaziali avvertono che un numero crescente di oggetti in orbita bassa aumenta i rischi di collisioni e detriti spaziali, con conseguenze potenzialmente gravi per la sicurezza delle missioni future.
Il problema non è solo teorico: nel 2024 la NASA e l’ESA hanno segnalato decine di manovre di emergenza per evitare possibili impatti con satelliti Starlink. La stessa SpaceX ha sviluppato sistemi di guida automatica per gestire le distanze e ridurre il rischio di incidenti, ma la questione della regolamentazione orbitale resta aperta.
La gestione dello Spazio, un tempo condivisa tra Stati e organizzazioni internazionali, è oggi in gran parte nelle mani di un singolo operatore privato.
Le alternative faticano a tenere il passo

Altri progetti di costellazioni satellitari, come OneWeb e Kuiper di Amazon, restano molto indietro. OneWeb conta poche centinaia di satelliti operativi, mentre Kuiper è ancora nella fase iniziale dei test.
Anche le startup cinesi e indiane stanno cercando di entrare nel mercato, ma per ora nessuno si avvicina al ritmo di produzione e lancio di SpaceX.
Secondo i dati della Federal Communications Commission (FCC), Musk dispone già dell’autorizzazione per oltre 12.000 satelliti Starlink e ha presentato richiesta per altri 30.000, che porterebbero la sua rete a più di 40.000 unità entro il 2030. Se la tendenza continuerà, Musk potrebbe arrivare a controllare il 70% dei satelliti in orbita entro la fine del decennio.
Un monopolio orbitale?
L’ascesa di Musk nello Spazio apre un nuovo fronte di discussione tra politica, scienza e industria. Da un lato Starlink fornisce accesso a Internet in zone isolate e ha dimostrato la sua utilità anche in contesti di emergenza, come in Ucraina o in aree colpite da disastri naturali.
Dall’altro lato, il dominio di SpaceX solleva interrogativi sul monopolio tecnologico e sull’uso delle orbite come risorsa strategica.
Le organizzazioni internazionali stanno discutendo nuove regole per evitare sovrapposizioni di orbite e migliorare il coordinamento tra operatori, ma la velocità con cui SpaceX continua a espandersi rende difficile tenere il passo.
Il futuro di SpaceX e la nuova generazione Starlink

SpaceX non si ferma. La compagnia sta testando la nuova generazione di satelliti Starlink V2 Mini, più grandi e più potenti, con una capacità di trasmissione superiore e un design ottimizzato per ridurre l’inquinamento luminoso visibile da Terra.
In parallelo, Musk punta anche alla Starship, il razzo interplanetario riutilizzabile che dovrebbe diventare il successore del Falcon 9. L’obiettivo è chiaro: ridurre ulteriormente i costi di lancio e portare non solo satelliti, ma anche carichi e persone, verso la Luna e Marte.
Se SpaceX riuscirà a mantenere questo ritmo di crescita, sarà difficile immaginare un futuro spaziale che non porti la firma di Elon Musk. Il cielo non è di nessuno, ma una grande fetta, ormai, sembra orbitare intorno a lui.
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