Nel rispetto delle rigide normative che proteggono le mummie egizie da interventi invasivi, un gruppo di studiosi ha intrapreso un’indagine olfattiva. Otto ‘esperti annusatori’, tra cui specialisti del settore e membri dello stesso Museo Egizio, sono stati incaricati di analizzare gli odori emanati da nove mummie di epoche e condizioni differenti. L’obiettivo era di raccogliere informazioni sugli odori corporei e sulle sostanze utilizzate per l’imbalsamazione, aprendo una finestra inedita sulle pratiche funerarie e sulla vita quotidiana dell’antico Egitto.

Un viaggio nel tempo attraverso gli odori delle mummie egizie
Spesso, quando ammiriamo oggetti antichi nelle vetrine dei musei, ci concentriamo sulla loro forma, colore e materiale, tralasciando una dimensione altrettanto importante: l’odore. Il patrimonio sensoriale, un campo in rapida crescita, si occupa proprio di questo: recuperare le informazioni olfattive legate agli oggetti del passato per arricchire la nostra comprensione della storia e della cultura.
Gli odori hanno un potere evocativo unico: possono trasportarci in un istante in luoghi lontani e tempi remoti, risvegliando ricordi sopiti e sensazioni dimenticate. Nel contesto del patrimonio culturale, gli odori possono rivelare dettagli preziosi sulla produzione, l’utilizzo e la conservazione degli oggetti, svelando aspetti che la sola osservazione visiva non potrebbe mai cogliere.
Diversi progetti di ricerca in tutto il mondo stanno lavorando per identificare e preservare odori culturalmente significativi. Ad esempio, alcuni studiosi hanno collaborato con la Cattedrale di St Paul a Londra per ricreare l’odore della sua antica biblioteca, mentre il progetto europeo Odeuropa ha riportato in vita gli odori dell’Amsterdam del XVII secolo, grazie al lavoro di storici e profumieri.

Il patrimonio sensoriale non è solo un esercizio di nostalgia. L’olfatto può anche essere uno strumento scientifico prezioso per studiare oggetti antichi. Un esempio interessante è la ricerca condotta dall’Università di Lubiana in collaborazione con il Museo Egizio del Cairo. Gli studiosi hanno utilizzato l’olfatto per studiare le mummie egizie, nel rispetto delle rigide linee guida che vietano l’utilizzo di tecniche distruttive.
Per questo studio, è stato creato un team di otto “esperti annusatori”, tra cui specialisti e colleghi del Museo Egizio, incaricati di analizzare gli odori di nove mummie di epoche e condizioni diverse. L’obiettivo era di raccogliere informazioni sugli odori corporei e sulle sostanze utilizzate per l’imbalsamazione delle mummie egizie, aprendo una finestra inedita sulle pratiche funerarie e sulla vita quotidiana dell’antico Egitto.
Esperti “annusatori” al lavoro
Lo studio delle mummie egizie è sempre stato un argomento affascinante, ma anche delicato, a causa delle rigide linee guida che vietano l’utilizzo di tecniche distruttive. Per questo motivo, i ricercatori hanno adottato un approccio innovativo e rispettoso: l’analisi olfattiva.
Prima di iniziare l’analisi, sono state eseguite analisi chimiche approfondite per garantire che i corpi fossero sicuri da annusare. Infatti, nel corso dei decenni precedenti, le mummie egizie erano state trattate con pesticidi sintetici per mantenerli conservati. Alcuni corpi presentavano alte concentrazioni di questi pesticidi, potenzialmente cancerogeni, e sono stati quindi esclusi dallo studio.
Con i nove corpi rimanenti, i ricercatori hanno aperto leggermente i sarcofagi per inserire piccoli tubi ed estrarre campioni di aria. Questi campioni sono stati trasferiti in speciali sacchetti e portati in una stanza lontana dalle aree espositive, dove un team di otto “esperti annusatori” ha potuto analizzarli “a naso”.

Allo stesso tempo, una maggiore quantità di aria è stata catturata in tubi metallici contenenti un polimero che intrappola i composti organici volatili. Questi campioni sono stati poi studiati in un laboratorio dell’Università di Lubiana, dove sono stati sottoposti a diverse analisi chimiche per identificare i composti presenti e separarli nelle loro parti costituenti mediante cromatografia.
Il lavoro degli “esperti annusatori” è stato tutt’altro che semplice. Si sono alternati davanti a una macchina speciale con una presa nota come “porta olfattiva”, trascorrendo dai 15 ai 20 minuti ad analizzare un odore dopo l’altro, descrivendoli rapidamente e valutandone l’intensità. Con un ritmo di un odore al secondo, il lavoro è stato intenso e impegnativo. I ricercatori, wrano più entusiasti di scoprire qualcosa di nuovo, anziché essere nervosi all’idea di annusare questi corpi antichi. Tuttavia, contrariamente a quanto si potrebbe immaginare, gli odori non erano sgradevoli. Le descrizioni del team includevano termini come “legnoso”, “floreale”, “dolce”, “speziato”, “stantio” e “simile alla resina.
Grazie a questa analisi olfattiva, è stato possibile identificare antichi ingredienti utilizzati per l’imbalsamazione, tra cui oli di conifere, incenso, mirra e cannella. Sono stati inoltre identificati grassi animali degradati, resti umani stessi e pesticidi sintetici e oli vegetali utilizzati più recentemente dal museo per la conservazione.

I corpi esposti avevano un odore più intenso di quelli conservati, ma nessuno era forte quanto un profumo. Sorprendentemente, uno dei corpi odorava distintamente di tè nero, un odore inaspettato per un corpo di millenni fa. Gli altri “annusatori” hanno confermato l’odore di tè e successivamente è stato scoperto che la fonte era probabilmente una sostanza chimica chiamata cariofillene.
Questa ricerca innovativa ha dimostrato come l’olfatto possa essere uno strumento prezioso per svelare i segreti del passato. L’analisi degli odori delle mummie egizie ha permesso di scoprire dettagli inediti sulle pratiche funerarie, sui materiali utilizzati per l’imbalsamazione e sulla vita quotidiana dell’antico Egitto. Un viaggio olfattivo nel tempo che ci avvicina a una civiltà affascinante e misteriosa.
Il futuro del patrimonio sensoriale: un viaggio olfattivo nel passato
La ricerca sugli odori delle mummie egizie rappresenta un importante passo avanti nel campo del patrimonio sensoriale, aprendo nuove prospettive sulla nostra comprensione del passato. Ma questo è solo l’inizio di un viaggio affascinante che promette di arricchire la nostra esperienza culturale in modi inaspettati.
Il prossimo obiettivo dei ricercatori è quello di ricostruire l’odore dei corpi mummificati in modo che i visitatori del Museo Egizio possano sperimentarlo in prima persona. Questa non sarà una semplice riproduzione chimica degli odori analizzati, ma una vera e propria interpretazione di come il corpo avrebbe potuto odorare al momento della sua sepoltura. Un’esperienza sensoriale unica che permetterà ai visitatori di immergersi nella storia e di connettersi con il passato in modo più profondo.
La ricostruzione degli odori del passato è un progetto ambizioso che richiederà tempo e risorse. Si prevede che il pubblico dovrà attendere almeno fino al 2026 per poter vivere questa esperienza olfattiva unica. Nel frattempo, i ricercatori sono stati contattati da altri musei con collezioni di reperti egizi interessati a collaborare per applicare metodi simili.

Parallelamente al lavoro sulle mummie, il team di ricerca sta lavorando alla creazione di un catalogo di odori di importanza culturale per il Regno Unito, che includerà odori di auto d’epoca, piatti tradizionali e altre biblioteche. L’obiettivo è quello di preservare e valorizzare il patrimonio sensoriale del paese, offrendo al pubblico un’esperienza culturale più completa e coinvolgente.
Gli esperti sperano che il lavoro con i corpi mummificati possa servire da esempio per riportare in vita altre dimensioni del patrimonio culturale. Sperimentare gli odori, così come gli altri sensi, aiuta a dare ai visitatori un apprezzamento e una comprensione più olistici dei soggetti. L’olfatto, in particolare, ha un potere evocativo unico, in grado di risvegliare ricordi ed emozioni sopite.
L’interesse per le mummie egizie è sempre stato molto forte. Presto, grazie a questa ricerca innovativa, sarà possibile mettersi nei panni degli archeologi che originariamente scoprirono le loro tombe e ne rivelarono i segreti al mondo moderno. Un’occasione unica per vivere un’esperienza sensoriale indimenticabile e per scoprire il fascino di una civiltà millenaria.
Lo studio è stato pubblicato su JACS.